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INSETTI DEL GRANO IN MAGAZZINO

Scopri le principali specie infestanti e come difendere il prodotto

Numerose specie di insetti attaccano la granella di frumento stoccata in magazzino. Spesso i danni hanno un effetto negativo anche sui prodotti derivati dopo la fase di trasformazione. I danni provocati dagli insetti del grano in magazzino sono legati a perdite di peso e a muffe che producono micotossine, a causa dell’aumento dell’umidità e del riscaldamento della massa. I resti degli insetti inquinano le farine e le semole, inquinando anche i prodotti trasformati.

Gli insetti del grano in magazzino

Alcuni insetti iniziano la loro attività in campo e, poi, proseguono nei locali di stoccaggio. Un esempio è la vera tignola del grano, un lepidottero che depone le uova sulle spighe: le larve neonate entrano nella cariosside svuotandola, lasciando integro il tegumento esterno. Gli adulti, poi, fuoriescono a mauturità e proseguono con le successive generazioni in magazzino. Un acaro predatore delle larve, poi, può causare problemi di dermatite al personale addetto alla movimentazione.

Il cappuccino, poi, è diventato l’insetto più distruttivo dei cereali da granella. Le uova vengono deposte all’interno e all’esterno della cariosside, lo sviluppo successivo degli esemplari avviene all’interno: le cariossidi sono completamente svuotate  con gravi danni su quantità e qualità dei prodotti. Altri insetti dannosi in fase di stoccaggio sono le calandre, lo struggigrano, il trogoderma dei cereali e altri lepidotteri, come la falsa tignola del grano e la tignola fasciata.

La difesa in magazzino

La difesa dagli insetti del grano in magazzino parte dagli interventi agronomici in campo, mirati a contenere le infestazioni di alcune specie. I locali di conservazione, poi, devono essere adeguatamente progettati e mantenuti, oltre che disinfestati prima dell’introduzione di cereali sani. In caso di necessità, poi, possono essere effettuati anche interventi di disinfestazione con prodotti chimici specifici. Tecniche più recenti prevedono la refrigerazione e l’impiego di sostanze come azoto o anidride carbonica.

Autore: Azzurra Giorgio

Fonte: Il grano, della collana Coltura&Cultura di Bayer CropScience (2008)

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