Presentato oggi a Palazzo Pirelli, Milano, il Report 2023 sulla stagione irrigua in Lombardia, giunto alla sua quarta edizione. I dati sulle acque e sugli usi irrigui mettono in luce un calo del 18% dei volumi stagionali delle derivazioni da acque superficiali, grazie alle elaborazioni del CeDATeR, il Centro Dati Acqua e Territorio Rurale nato dalla sinergia tra l’ANBI (Associazione nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue della Lombardia) e Regione Lombardia.
I volumi di derivazione si attestano sui 6.9 miliardi di metri cubi, con una contrazione del 18% rispetto al valore medio del sessennio 2016-2021. Questa riduzione, però, è circa la metà rispetto a quella dell’annus horribilis 2022, in cui si era registrato un crollo del 35% dei prelievi sempre rispetto allo stesso parametro di riferimento.
Crisi idrica recuperata
Per ANBI quella 2023 è un’altra annata segnata dalla crisi idrica in corso dal 2021: il Presidente di ANBI Lombardia, Alessandro Rota, ha sottolineato come “il quadro che emerge è quello di un’annata irrigua avviata nel segno di una profonda crisi idrica dovuta alla scarsità di precipitazioni, con una disponibilità ridotta del 58% rispetto alla media del periodo di riferimento 2006-2020, su cui ha pesato (-69%) la mancanza di neve. Le piogge copiose di maggio, insieme alla gestione cautelativa e condivisa dei bacini lacustri e idroelettrici montani, hanno consentito tuttavia di chiudere la stagione senza le gravi difficoltà del 2022”.
Al 30 settembre 2022, infatti, la stagione si è chiusa con un surplus di risorsa del +22% rispetto al valore medio grazie alla ripresa delle precipitazioni dopo un inverno e una primavera decisamente scarsi. Come ha fatto notare Lorenzo Craveri di ERSAF Lombardia, i timori per una prolungata siccità erano ancora forti in primavera, tanto da minacciare le semine primaverili. In realtà, le rese sulle principali colture primaverili-estive si sono dimostrate soddisfacenti; la concentrazione degli eventi di pioggia ad elevata intensità, però, ha causato danni su diverse colture, in particolare quelle arboree. Nel 2023, dunque, la disponibilità idrica naturale è stata buona, fatto dimostrato anche dai dati di evapotraspirazione. Come ha ricordato Paola Parravicini, ARPA Lombardia, l’annata è stata significativamente più calda ma poco meno piovosa della media, con una concentrazione di apporto di acqua nella seconda metà del periodo.
Evidenti i segni del cambiamento climatico
In merito alle temperature, l’anno idrologico 2022-2023 in Lombardia è stato più caldo dall’inizio delle registrazioni: la temperatura media nel territorio di pianura è stata di 16 gradi centigradi, 0,3 gradi più elevata del record del 2015. Le precipitazioni della tarda primavera e di luglio hanno soddisfatto il maggiore fabbisogno idrico, con i problemi, però, già citati della presenza frequente di vento forte e grandine. Ottobre, poi, sempre più caldo, diventa quasi un mese estivo: nel suo intervento il Presidente dell’ANBI, Francesco Vincenzi, ha fatto notare come questo sia uno dei segnali a cui porre attenzione in ottica di revisione delle condizioni alla base delle concessioni, necessarie per garantire un sempre miglior adattamento al clima che cambia.
La campagna 2024
Intanto, le piogge di questi giorni danno buone speranze per la campagna del riso, mentre i cereali autunno vernini possono godere di un po’ di umidità che era scarseggiata almeno da Dicembre scorso. Quali previsioni per il 2024? Paola Parravicini, ARPA Lombardia, risponde alla domanda della coordinatrice del convegno, Gladys Lucchelli (ANBI Lombardia), confermando che le precipitazioni di questi giorni sono sicuramente positive per la riserva idrica e ricordando, in ogni caso, che nel prossimo futuro il trend delle temperature medie è quello di un incremento inesorabile con cui dovremo fare i conti.
Ecco una sintesi grafica del report (fonte: ANBI Lombardia)
Guarda il video dell’evento su YouTube
Link al report del CeDaTer: applicazione online e atti del convegno o file PDF
Autore: Azzurra Giorgio
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