I cali non si fermano per frumento tenero, duro e sfarinati mentre i sottoprodotti continuano ad apprezzarsi nelle borse merci Italiane. Notizie positive dai mercati a termine, nei quali si registrano apprezzamenti.
PRODUZIONI FAVOREVOLI A LIVELLO GLOBALE
Come spiegato nell’analisi della scorsa settimana (leggi), questi andamenti sui mercati nazionali denunciano una situazione di difficoltà per l’intera filiera. I continui cali nei prezzi a listino testimoniano un persistente squilibrio tra domanda, pressoché bloccata, e offerta, in crescita a livello globale grazie a raccolti positivi, come sottolineato dall’elaborazione di Geoglam proposta di seguito. Gli agricoltori italiani non stanno peggiorando la situazione, evitando di forzare le vendite essendo lontani dal nuovo raccolto. Certo è che se il contesto di mercato internazionale dovesse rimanere quello attuale e non dovesse esserci una ripresa della domanda, vedersi costretti a vendere in massa a ridosso della raccolta potrebbe essere ancor più penalizzante per le quotazioni.
A portare al ribasso le valutazioni nelle ultime settimane continua ad esserci la guerra al dei prezzi tra Francia, principale produttore in Ue, e Russia. Ne risulta che per il frumento tenero si registrano deprezzamenti fino a -10 €/t per il prodotto comunitario e cali compresi tra i -2 e -4 €/t per quello nazionale. Nei nostri bollettini rimane esente da segni meno il di forza ed il panificabile superiore, confermando il premio del mercato alla qualità. Situazione analoga nei listini emessi dalle borse d’oltralpe, con cali per il base e, addirittura, apprezzamenti (+4 /t) per il superiore. Per i prodotti americani, leggero deprezzamento per il prodotto canadese (-3 €/t) sui bollettini di Milano e Bologna. Stabili in entrambi i documenti gli sfarinati.
PREZZO FRUMENTO DURO -35 €/T IN UN MESE
Frumento duro ancor più penalizzato nelle settimane recenti, l’ultima non fa eccezione. -8 €/t su Milano e -10 su Bologna per la materia prima, – 10 per tutte le voci relative a sfarinati. In poco più di un mese sul listino di Bologna i cali dei prezzi per le voci dedicate al grano duro sono stati di oltre 35 €/t.
Continua l’apprezzamento dei sottoprodotti, a dimostrazione di un’offerta scarsa di residui della lavorazione rispetto alla domanda. Questo andamento conferma il momento di stallo della filiera, probabilmente causato da un andamento a rilento della trasformazione. I passi avanti a queste voci oscillano tra i 3 ed i 5 €/t, con crusca e tritello maggiormente premiati. Come affermato in apertura, ci sono notizie positive in ottica futura, grazie ad apprezzamenti diffusi nei mercati a termine. A Parigi il future di marzo ha chiuso la scorsa settimana con un +2,75 €/t, a Chicago +6 cent/bunshel (circa +2,2 €/t). Resta al ribasso rispetto al mercato attuale la previsione per maggio.