L'analisi dei mercati del frumento
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IMPORT GRANO DURO +65%

Dati allarmanti da Anacer e prezzi inadeguati a coprire i costi

I prezzi, già considerati inadeguati a coprire i costi di produzione la scorsa settimana da Confagricoltura e Cia (leggi l’ultima analisi di mercato), continuano a calare. Le sedute di borsa di Milano e Bologna consegnano listini dove i ribassi sono diffusi in tutti i gruppi merceologici, compresi i sottoprodotti della lavorazione.

IMPORT IN CRESCITA, VALORE IN CALO

Il contesto resta immutato. Le recenti affermazioni e proteste di diverse associazioni di agricoltori non hanno mitigato nel pratico l’abbondanza di merce disponibile, per lo più proveniente dai pesi dell’est. Un recente comunicato (leggi) emesso da Anacer, Associazione Nazionale Cerealisti, riporta numeri preoccupanti relativamente all’import. Per quanto riguarda il grano duro nel 2023 sono stati importate 1,2 milioni di tonnellate in più di prodotto rispetto al 2022, il che significa una spaventosa crescita del 65% . Per il grano tenero +487.000 t, ossia +10% , dato meno importante ma, comunque, sopra la media dell’aumento complessivo di importazioni di cereali pari al 6%.

Elemento ancor più significativo è l’andamento del valore di queste importazioni. Quest’ultimo, in entrambi i casi, non cresce proporzionalmente rispetto alla quantità, ma in misura inferiore. Per il duro +38%, per il tenero risulta addirittura negativo, -7%. Questi numeri dimostrano come il calo dei prezzi sia stato generalizzato nell’ultimo anno trascorso. Per mercati maggiormente legati alle importazioni, come quello del frumento, questo andamento sproporzionato al ribasso è anche una prova di come la spinta al deprezzamento sia maggiormente scaturita dal prodotto importato.

FUTURE DI MAGGIO BENAUGURANTI

La pressione della merce importata a prezzi al ribasso sta continuando a crescere in questo 2024, com’è noto. Tanto che da inizio anno ad oggi il confronto per i prezzi più significativi risulta il seguente.

  • 28/12/2023 – frumento tenero: Bologna Spec. forza media 340,5 €/t, Bologna Fino media 247,5 €/t, Milano di forza media 342,5 €/t, Milano Panifica media 239 €/t;
  • 12/03/2024 – frumento duro: Bologna Spec. forza media 332,5 €/t (-2%), Bologna Fino media 216,5 €/t (-12%), Milano di forza media 335 €/t (-2%), Milano Panifica media 224,5 €/t (-6%).
  • 28/12/2023 – frumento duro: Bologna Fino Nord 372,5 €/t, Bologna Fino Centro 382,5 €/t;
  • 12/03/2024 – frumento duro: Bologna Fino Nord 312,5 €/t (-16%), Bologna Fino Centro 322,5 €/t (-16%).

Da questi numeri emerge un premio alla qualità negli ultimi mesi riguardo al frumento tenero, con variazioni meno significative per i prodotti più pregiati. Per il duro sono stati mesi cupi, che testimoniano un momento di difficoltà per la filiera produttiva italiana di questo cereale, come dimostrato anche dalle semine in calo.

All’estero, ancora deprezzamenti in linea con le variazioni nostrane nei mercati fisici francesi. Sempre in calo anche i mercati a termine di marzo, essendo sempre più vicina la scadenza. Per maggio a Chicago la quotazione attuale risulta più elevata rispetto a quella attuale, segno che forse, come auspicato da oltre un mese, siamo ormai giunti al fondo ed i prezzi potrebbero aver trovato il loro limite minimo, o quasi. Per il duro a Port-La-Nouvelle il prezzo è 330 €/t, -10 €/t, mentre il future di maggio 2024 del Matif si attesta a 344 €/t ma, pare, senza alcun affare fatto.

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