Rallentano i deprezzamenti nei listini di grano tenero e duro emessi in seguito alle sedute di borsa di questa settimana. Brutte notizie sul fronte internazionale, dove arriva la proroga per un altro anno delle importazioni agevolate dall’Ucraina, senza restrizioni per il frumento. Peraltro dovrebbero scattare i dazi sul frumento russo.
DURO INVARIATO A BOLOGNA
Partiamo dal duro. A Milano continua a manifestarsi la pesantezza del contesto, con un ulteriore -10 €/t su tutte le voci. Tale variazione risulta anche utile ad uniformarsi all’andamento espresso sul listino di Bologna, dove le quotazioni risultano inferiori. In questa sede, tuttavia, nell’ultima settimana non si registrano nuovi deprezzamenti. Andamento analogo per gli sfarinati, con cali su Milano e stabilità a Bologna. Sembra dunque che si possa finalmente tirare il fiato per un comparto dove nelle ultime settimane i cali sono stati continui ed importanti (leggi l’ultima analisi).
In un recente articolo pubblicato su “Terra e Vita” si analizza come questo ribasso sia scaturito dal forte aumento registrato nelle importazioni. Nel testo si afferma che i dati Istat evidenziano un import di frumento duro in crescita del 60,5% nel 2023 rispetto al 2022 e del 35% confronto al 2021. Questa crescita, si afferma, essere scaturita per lo più dal prodotto di origine russa, arrivato direttamente o tramite triangolazioni commerciali con Turchia e Kazakhstan, e greca, in netto aumento rispetto agli anni precedenti. Viene poi proposto un’interessante analisi sui costi produttivi, riassunta nel grafico seguente in cui vengono intercettati i valori di t/ha (ordinata) utili per raggiungere il pareggio di bilancio in base al prezzo di vendita (ascissa). Si noti come ai prezzi attuali per i conduttori di terreni in affitto la resa media, pari a 5,5 t/ha in Pianura Padana, non sia sufficiente.
IN CALO IL DI FORZA
Tali valutazioni, inoltre, potrebbero andare verso ulteriori ribassi, avvicinandosi sempre più alla raccolta. Ciò alla luce di produzioni che ad oggi si prospettano sopra la media ed una domanda che continua a mostrarsi tiepida, lasciando pieni ancora diversi silos. Ciò vale sia per il frumento duro che per il tenero, ancora in calo in entrambe le rilevazioni alla voce del di forza nazionale. Stabili le altre voci così come le farine. Cresce il prezzo del prodotto statunitense su entrambe le piazze, essendo difficile reperire questa merce al momento. D’altro canto, come affermato di recente dai Georgofili, il mercato globale del frumento ha subito significativi cambiamenti nel corso degli anni. Gli Stati Uniti hanno perso la loro posizione di leader nelle esportazioni a favore della Russia e dell’Ucraina.
Sui mercati a termine il titolo di maggio ha chiuso la settimana a 195 euro/t (+1,50 euro/t) in Francia. Negli Usa il future di maggio ha perso 3 €/t chiudendo venerdì scorso a 177,99 €/t. Per luglio 2024 la quotazione attuale è 183,25 €/t, un prezzo più elevato rispetto al mercato. Riguardo ai sottoprodotti della lavorazione, infine, si registrano andamenti opposti all’interno della stessa origine, ma uguali secondo la tipologia.
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