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PRODURRE DI PIU’ CON IL FRUMENTO IBRIDO

Le caratteristiche delle varietà ibride e l’esperienza di RV Venturoli

Perchè scegliere una varietà di frumento ibrido? Le caratteristiche degne di nota di questo tipo di frumento tenero sono molteplici: in questo articolo analizziamo le più importanti, anche con l’aiuto dei rappresentanti di RV Venturoli, azienda che dal 2011 distribuisce sementi di frumento ibrido sul mercato italiano. Ricordiamo che la destinazione del prodotto può essere da granella, quindi verso la filiera di pane e biscotti, oltre che per fieno da foraggio e insilato, quindi per alimentazione animale e produzione di biogas.

Le caratteristiche del frumento ibrido

Rispetto a quelle tradizionali, gli ibridi rappresentano delle varietà potenziate, in cui i componenti della resa sono sensibilmente migliori:  dall’accestimento, alla fertilità della spiga, dal riempimento del seme fino al peso dei 1000 semi; anche la biomassa aerea è maggiore, di circa il 40-50%. L’apparato radicale, infatti, si sviluppa fino al 35% in più e riesce a mobilizzare l’azoto nel suolo e l’acqua in modo migliore, quindi dando anche resistenza alla siccità. In generale, si parla di una notevole rusticità: la pianta ha una maggiore tolleranza alle fitopatie, al freddo, ai ristagni d’acqua così come alla siccità e, infine, all’allettamento. Di conseguenza, anche la qualità tecnologica ottenuta dall’agricoltore è più stabile nel corso delle diverse annate.

Impiegando frumento ibrido si possono seminare anche 60-75 kg/ ha, quindi 150 semi/ mq rispetto ai 400-450 delle varietà tradizionali, riducendo però la profondità di semina a 1,5-2 cm per garantire il potenziale di accestimento. E’, poi, possibile ridurre l’apporto di azoto in fase iniziale, in quanto prima dello stadio “spiga ad 1 cm” la pianta reagisce alla limitata disponibilità sviluppando l’apparato radicale. L’azoto apportato tardivamente, meglio se verso lo stadio di “ultima foglia”, è perciò impiegato al meglio. I costi della semente sono più elevati: all’agricoltore il compito di fare le valutazioni economiche per la convenienza nell’ambito del suo piano colturale.

Abbiamo fatto qualche domanda sul frumento ibrido a Francesca Ori e Gabriele Gasbarrini di RV Venturoli, storica azienda sementiera italiana che dal 2011 distribuisce varietà di frumento tenero ibrido in Italia.

Qual è la quota di mercato del frumento ibrido in Italia?

«Attualmente parliamo di circa 10.000 ettari seminati a frumento ibrido. Si tratta di una quota ancora limitata, ma ciò che stiamo osservando è un interesse crescente verso l’ibrido e che gli agricoltori che lo provano nelle proprie aziende ripetono l’esperienza anche negli anni successivi. Questo anche per un tema di sostenibilità ambientale: il frumento ibrido ha una migliore tolleranza alle malattie, quindi l’agricoltore può contare su una maggiore sanità delle piante, anche nell’ottica di ridurre l’applicazione di agenti fitochimici. Allo stesso modo, la tolleranza è maggiore verso la siccità e le condizioni di ristagno idrico: questo grazie al suo apparato radicale più profondo ed espanso che riesce a sopperire alle condizioni di svantaggio.

frumento ibrido
Accestimento nell’ibrido

A proposito di sostenibilità ambientale ed economica, stiamo conducendo uno studio presso la Fondazione Negrini di Mantova, con il supporto dell’agronomo Bruno Agazzani e dell’Università di Bologna, per calcolare l’impatto dell’impronta carbonica della coltivazione del frumento ibrido con 3 diverse tecniche colturali: aratura, minima lavorazione e semina su sodo. La riduzione dell’impatto ambientale può derivare dall’impiego di minori input agronomici per ottenere maggiori produzioni. Uno dei tanti vantaggi del frumento ibrido è quello di seminare a circa un terzo del seme rispetto alle varietà convenzionali.  Consigliamo 150 semi/metro quadro che corrispondono a circa 75 kg per ettaro. Anche per questi motivi piace molto ai contoterzisti»!

Quali sono le principali destinazioni dei vostri ibridi?

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Varietà Hycardi

«Gli ibridi possono essere utilizzati con successo sia per la produzione di granella che per la produzione di foraggio. Nell’ambito del trinciato i frumenti ibridi sono già ben sviluppati: hanno un ottimo stay green, danno un prodotto di eccellente qualità anche per il ridotto livello di lignina rispetto alle varietà non ibride, più soggette ad allettamento e malattie. Per la granella, le attività di ricerca e sperimentazione più recenti hanno prodotto materiali più adatti ai nostri ambienti: alcuni nostri grani ibridi sono anche già all’interno delle filiere più importanti d’Italia. Nel 2023 abbiamo introdotto Hycardi e Hyacinth: il primo, in particolare, è aristato, quindi coltivabile anche in caso di problemi di fauna selvatica; lo stiamo distribuendo soprattutto nel Centro-Italia e nella zona Appenninica, da dove ci è stata esplicitata questa richiesta.

Oggi le nostre attività di sviluppo sono realizzate in Italia, così da avere materiali sempre più adatti alle nostre latitudini. Lavoriamo con Saaten Union e selezioniamo gli ibridi migliori, che abbiano una resa almeno pari al 120% rispetto ai testimoni tradizionali».

Perchè un cerealicoltore dovrebbe scegliere un frumento ibrido?

«Il grande vantaggio della tecnica di coltivare gli ibridi è la garanzia di produzioni elevate ogni anno: mentre una varietà tradizionale può soffrire in produttività e peso specifico a causa della variabilità metereologica (si pensi alle piogge di quest’anno o dell’anno scorso), gli ibridi sono stabili. Negli anni buoni producono quantità record, in quelli difficili raggiungono livelli molto interessanti: questo è il motivo per cui sta aumentando la loro quota di mercato.  Di certo, è importante avere degli accorgimenti alla semina affinchè le piante possano esprimere appieno il loro potenziale: ad esempio, le semine vanno fatte alla densità consigliata, a circa 1,5-2 cm di profondità e preferibilmente entro gli inizi di novembre, così da garantire il massimo livello possibile di accestimento».

Fonte immagini: RV Venturoli

Autore: Azzurra Giorgio

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