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ARRIVA IL BOLLETTINO NITRATI

E’ in arrivo il periodo di prescrizioni obbligatorie per lo spandimento dei reflui zootecnici: il caso della Lombardia

Siamo alle soglie dell’inizio di novembre, epoca in cui prende avvio la fase di prescrizioni obbligatorie invernali per lo spandimento dei reflui zootecnici ai fini della limitazione del rischio di inquinamento da nitrati nei nostri territori. In Lombardia, finalmente le previsioni preannunciano una settimana di pausa rispetto alle continue precipitazioni che hanno segnato i mesi di settembre e ottobre.

Già poco dopo la metà di ottobre Regione Lombardia ha diffuso la notizia per cui l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, manifestava la sua vicinanza agli agricoltori lombardi messi in difficoltà dal maltempo. Le intense e continue piogge, infatti, hanno impedito di completare i raccolti delle colture estive e di effettuare le consuete attività di preparazione dei terreni alla semina dei cereali vernini. Anche le operazioni di spandimento dei reflui zootecnici, quindi, sono state rimandate, impedendo lo svuotamento delle vasche negli allevamenti. L’assessore, infatti, aggiungeva:«se le condizioni climatiche continueranno a impedire gli spandimenti, valutiamo di contattare il Ministero. Ciò allo scopo di chiedere la possibilità di concederci una deroga alla norma sulla direttiva nitrati. Sentirò le altre regioni del bacino padano al fine di condividere una proposta».

La testimonianza di Lorenzo Craveri

La difficile situazione della Lombardia, però, è anche quella delle grandi regioni dell’areale padano, dal Piemonte, al Veneto, all’Emilia Romagna – qui con condizioni ancora più drammatiche per le recenti alluvioni. Ce lo conferma anche Lorenzo Craveri, agrometeorologo dell’ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste della Lombardia), e ) uno dei responsabili dell’emissione del cosiddetto “Bollettino Nitrati”. Lo abbiamo intervistato per approfondire il tema delle limitazioni allo spandimento che avranno inizio nelle prossime settimane.

Lorenzo Craveri, infatti, ci dichiara: «Gli agricoltori con cui siamo in contatto ci confermano che in molte zone c’è ancora da raccogliere il mais di prima epoca, così come la soia: le operazioni sono particolarmente in ritardo a causa dell’andamento meteorologico. Da alcune analisi effettuate sulle precipitazioni del periodo marzo-maggio e settembre-ottobre in Lombardia, emerge che la quantità di acqua caduta è simile a quella del 2014, ma la continuità delle precipitazioni nel 2024 è stata particolarmente intensa. Questo ha pregiudicato l’ingresso in campo, non solo per la raccolta, ma anche per lo spandimento dei reflui e la preparazione dei terreni per i cereali vernini».

La Lombardia sta soffrendo particolarmente?

«Si, la nostra è una regione particolarmente vocata alla zootecnia e l’impossibilità di spandere reflui crea non pochi problemi agli allevatori, cosa che nelle altre regioni è sicuramente meno marcata, per la presenza di un minore carico zootecnico. Le limitazioni allo spandimento che arrivano con la stagione invernale e l’emissione del Bollettino, quindi, arrivano quest’anno in un momento particolarmente critico in quanto tutte le tipiche operazioni tardo-estive e autunnali sono in ritardo».

Come nascono i limiti allo spandimento di reflui in Italia e in Lombardia?

«All’inizio degli anni ’90 ha iniziato a crescere la sensibilità ambientale sugli impatti dei reflui zootecnici nell’ambiente, soprattutto nel periodo invernale per le caratteristiche condizioni meteorologiche. La Regione Lombardia è stata tra le prime a muoversi, con la legge 37 del 1994 che ha iniziato a dettare una regolamentazione a riguardo. La regolamentazione si è fatta via via più stringente, con i primi cosiddetti “bollettini liquami” prodotti dall’allora ERSAL alla fine degli anni ’90: all’epoca, le indicazioni dei bollettini non erano vincolanti per gli operatori agricoli».

Per arrivare, poi, all’attuale Bollettino Nitrati…

«Esatto, possiamo dire che l’attuale regolamentazione è definita dal DM del 25 febbraio 2016, “Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue, nonché per la produzione e l’utilizzazione agronomica del digestato”. Il decreto contiene numerose indicazioni vincolanti, tra cui quella per cui le Regioni sono tenute a predisporre dei bollettini contenenti indicazioni vincolanti per gli agricoltori in materia. Si stabilisce anche il periodo di blocco invernale che va dal 1° novembre al 28-29 di febbraio: questo deve essere di almeno 60 giorni continuativi e, in totale, i giorni di blocco nei 4 mesi devono essere almeno 90. Il decreto, poi, è particolarmente vincolante per le cosiddette Zone Vulnerabili, molto abbondanti nella nostra Regione ma anche in Emilia-Romagna e Veneto».

L’intervista proseguirà domani.

Autore: Azzurra Giorgio

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