La preparazione della semina è estremamente importante anche sul fronte della difesa del grano. L’agronomo e malerbologo Giovanni Campagna ce lo spiega chiaramente definendo con noi questo piano di controllo integrato.
Pre-semina
Nelle semine su sodo è necessario intervenire con il devitalizzante fogliare glifosate in via preventiva alcuni giorni prima della semina. Se ci sono perennanti, lo è anche per le minime lavorazioni per la bonifica preventiva delle malerbe, comprese quelle annuali ben radicate e a ciclo autunno-primaverile, prima di rimuovere il terreno. Il glifosate risulta utile per differenziare i meccanismi d’azione e per contenere i ricacci vegetativi delle colture precedenti e la nascita di quelle da seme (coriandolo, bietola, girasole e colza).
In caso di presenza di Convolvulus arvensis, Calystegia sepium, Cynodon dactylon, Agropyron repens, ecc., bisogna usare le dosi più elevate di applicazione, con miscela di glifosate + 2,4D (Kyleo), attiva verso specie biennali e annuali meno sensibili (Malva, Geranium, Senecio, Sylibum, Epilobium, ecc.). E’ bene far trascorrere fino alla semina alcuni giorni per consentire la traslocazione del principio attivo agli apparati radicali. Su medica, si considerino almeno 10 giorni dall’ultimo sfalcio per favorire l’assorbimento e la traslocazione nella pianta da parte dei ricacci. In caso di stagioni siccitose, si potrebbe dover fare un successivo intervento a dosi più ridotte prima della semina ritardata, per evitare che emerga Bromus spp. dopo le piogge.
Pre-emergenza
Dopo la semina, previa lavorazione del terreno, si possono utilizzare prosulfocarb, clortoluron, triallate, flufenacet, diflufenican e pendimetalin; su sodo non si consigliano a causa della presenza di residui in campo.
Le miscele a due vie già formulate (Stopper P, Algor Platin, Zodiac DFF, Dicuran Plus, Battle Delta, Jura EC, ecc.), estemporanee di Avadex Factor + Mohican 500SC o a 2-3 vie (varie miscele estemporanee), possono migliorare lo spettro d’azione. Qualora si scegliesse di non intervenire in tal modo, per il troppo breve lasso di tempo o per assenza di precipitazioni, si può ricorrere agli interventi di post-emergenza precoce con gli stessi erbicidi, previo qualche aggiustamento della strategia per ottimizzare il grado d’azione.
Post-emergenza precoce autunnale (2-4 foglie dei cereali)
Allo stadio di 2-4 foglie dei cereali vernini si può intervenire con gli stesso erbicidi di pre-emergenza, a esclusione di triallate, sia in convenzionale che su sodo; la selettività colturale viene migliorata con l’impiego di clortoluron e flufenacet in caso di sensibilità. L’efficacia è a livello fogliare e di richiamo radicale, meglio dopo pioggia e con infestanti ai primi stadi. Altrimenti, con malerbe sviluppate e di più difficile contenimento, meglio miscelare i residuali con i fogliari, tra cui la più completa miscela a 3 vie di diflufenican + florasulam + iodosulfuron (Joystick) o a 2 vie dei dicotiledonicidi diflufenican + florasulam (Lector Delta).
Post-emergenza precoce invernale (prime fasi accestimento)
Se non sono stati effettuati intervenuti in pre-emergenza o entro le 4 foglie dei cereali, soprattutto in caso di elevato inerbimento di specie di sostituzione e popolazioni resistenti, si suggerisce di non intervenire in post-emergenza ritardato solo con prodotti fogliari, ma con miscele a congiunta azione residuale (sostanze attive multisito) e fogliare (erbicidi monosito). Spesso conviene anticipare gli interventi di fine inverno per le temperature miti autunno-invernali, così da limitare la forte competizione e la riduzione dell’efficacia erbicida per la “schermatura” della coltura verso le malerbe, ma anche per evitare il rischio di ritorni di freddo o di frequenti piogge che farebbero rimandare gli interventi.
Infatti, come suggerisce Giovanni Campagna, agronomo malerbologo, “a fine inverno, in accestimento, generalmente è migliore l’azione con malerbe meno sensibili agli erbicidi residuali (Galium, Avena e Phalaris) e altre specie, per il maggior grado di umidità, il minor stress della coltura e la migliore attivazione da parte delle precipitazioni. La miscela di diflufenican + florasulam + iodosulfuron (Joystick) permette di ampliare lo spettro d’azione oltre che dicotiledonicida (compreso Galium) anche graminicida. Nel caso prevalesse un’infestazione di graminacee si può miscelare il residuale clortoluron a dosi ridotte dei formulati fogliari di clodinafop-propargile (es. Topik 240EC), pinoxaden (Axial Pronto 60) o fenoxaprop-p-etile (Starprop, ecc.)”. E conclude: “per il contenimento di un’abbondante infestazione mista di dicotiledoni e graminacee piuttosto sviluppata, si può disporre dei formulati piroxsulam + florasulam (Floramix) e mesosulfuron-metile + iodosulfuron-metil sodio (Atlantis Pro), che assicurano una buona azione fogliare congiuntamente a quella residuale. In tal caso si consiglia di evitare di effettuare le applicazioni in condizioni di stress colturale dovute a siccità, gelo, ristagno idrico o carenze nutrizionali, in quanto gli antidoti agronomici presenti nelle formulazioni di questi ultimi prodotti (mefenpir-dietile, cloquintocet-mesile), possono causare un momentaneo stato di fitotossicità”.
Autore: Azzurra Giorgio