Prosegue l’intervista al Prof. Massimo Blandino, Professore Associato presso il DISAFA dell’Università di Torino e membro del Consiglio Direttivo di AISTEC, Associazione Italiana di Scienza e Tecnologia dei Cereali. Con un punto di vista privilegiato sul Piemonte, Massimo Blandino ci illustra come stimolare il nostro frumento con una tempestiva concimazione all’uscita dell’inverno. Distribuire azoto in tempo, infatti, sarà fondamentale per recuperare l’accestimento e la resa finale: in questa seconda parte dell’intervista approfondiamo le dosi e i prodotti da impiegare per recuperare i ritardi nelle semine autunnali (leggi la prima parte).
AISTEC, Associazione Italiana di Scienza e Tecnologia dei Cereali (www.aistec.it) è partner di Grano italiano
Concimazione tempestiva: e le dosi?
«Non è importante aumentare in maniera eccessiva le dosi di azoto rispetto alle applicazioni consuete, perchè comunque in questa fase fenologica non vi è ancora un elevato sviluppo di biomassa: l’azoto necessario è utile per dare alla pianta lo stimolo per una maggior e più rapida produzione di culmi di accestimento E’, come accennavo, più importante essere tempestivi e non attendere troppo, ovviamente, compatibilmente con gli andamenti meteorologici e la transitabilità degli appezzamenti».
Quali prodotti si possono impiegare?
«In questo caso, è meglio impiegare un prodotto con azoto prontamente disponibile, quali il nitrato di calcio o il nitrato ammonico. L’apporto di soli prodotti a lenta cessione potrebbe essere meno utile per sostenere questa funzione di stimolo dell’accestimento, in quanto meno prontamente disponibile. Si potrebbero utilizzare in un secondo intervento posticipato oppure con delle applicazioni in miscela».
Avete, invece, rilevato danni alle piantine dovuti a eccessi di umidità nel letto di semina?
«A mia conoscenza non sono molto diffuse queste problematiche, perché l’abbassamento delle temperature ha comunque ridotto la velocità di sviluppo di patogeni fungini, quindi almeno questo aspetto potrebbe essere stato scongiurato».
Ci sono alcuni agricoltori che, a causa dei ritardi, hanno dovuto mutare le loro intenzioni di semina?
«Purtroppo si…non ho numeri definitivi ma, soprattutto negli appezzamenti con terreni limosi e argillosi, tanti cerealicoltori non hanno potuto lavorarli e, arrivati alla fine di novembre, hanno rinunciato a seminare frumento, dovendo necessariamente cambiare i piani di semina».
Foto di Massimo Blandino
Autore: Azzurra Giorgio
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