Prosegue l’approfondimento sui biostimolanti, con un focus sulla loro applicazione nella coltivazione del frumento. Con l’aiuto dei ricercatori e dei tecnici dell’industria, in questa seconda parte analizziamo gli aspetti della regolamentazione europea e il livello dei benefici che si possono raggiungere in termini di obiettivi agronomici (leggi la prima parte dell’articolo).
La regolamentazione Europea
Nonostante la ricerca accademica e dell’industria sui biostimolanti sia attiva da oltre 30 anni, gli interventi regolatori che hanno portato maggiore chiarezza sul mercato sono relativamente recenti. Il 27 marzo 2019, infatti, il Parlamento Europeo ha votato per approvare il testo della EU Fertilising Products Regulation (FPR). La pubblicazione è avvenuta il 25 giugno dello stesso anno. Il 15 luglio c’è stata l’entrata in vigore, mentre l’applicazione era prevista per il 16 luglio 2022. I biostimolanti, quindi, si collocano all’interno dell’insieme di prodotti fertilizzanti per le colture. Ad essi viene, dunque, riconosciuto l’obiettivo di incrementare la disponibilità dei nutrienti, la resa e la tolleranza a stress abiotici.
La classificazione della CE relativamente ai biostimolanti può essere sintetizzata come segue (Colla, 2019):
- Biostimolanti non microbici:
- Biostimolanti organici: sostanze umiche, idrolizzati proteici, estratti di alghe. Si tratta di frazioni di sostanza organica che possiamo rinvenire nella materia organica come quella lignocellulosica.
- Biostimolanti inorganici: prodotti a base di silicio, ovvero acidi di silicio in diverse forme.
- Biostimolanti microbici: funghi micorrizici, Azotobacter spp., Azospirillum spp., Rizhobium spp..
Verso una normativa tecnica
Il Comitato europeo di normazione (CEN) ha creato un Comitato Tecnico CEN/TC 455 sui Biostimolanti Vegetali con lo scopo di “Standardizzare il campionamento, le denominazioni, le specifiche (compresi i requisiti di sicurezza), la marcatura e i metodi di prova che consentono di verificare le indicazioni di prodotto per i biostimolanti vegetali, compresi i microrganismi”. Per rispondere alla richiesta della Commissione europea, il CEN ha costituito 5 gruppi di lavoro. Questi sono specificatamente dedicati a campionamento, rivendicazioni, microrganismi patogeni e non patogeni, altri parametri di sicurezza, etichettatura e denominazioni. Le 33 prime Specifiche Tecniche sono state approvate e pubblicate. I documenti dovrebbero essere convertiti in norme EN entro aprile 2024, dopo l’inclusione dello studio interlaboratorio per confermare l’alta qualità di questi metodi analitici.
Quanto conviene usare i biostimolanti?
Si stima che in Europa, a partire dal 2012, almeno 6,2 milioni di ettari di terreni agricoli siano stati trattati con prodotti biostimolanti. I benefici dell’impiego di questi prodotti, quindi, sono toccati con mano da numerosi agricoltori che, fatti i conti a fine anno, li promuovono sul mercato. Non solo le aziende produttrici di biostimolanti ma anche gli studiosi hanno provato a quantificare i vantaggi in termini di reddito che gli agricoltori possono arrivare ad ottenere. I benefici si ritrovano nell’aumento della produzione unitaria (in termini di quantità e qualità), nell’incremento del prezzo di vendita applicabile al prodotto e nella riduzione dei costi di produzione. Si pensi, ad esempio, alla possibilità di impiegare meno azoto in concimazione, per l’aumentata efficienza d’uso del nutriente ad opera di un biostimolante.
Qui di seguito vediamo un estratto da una pubblicazione di Colla et al. del 2017. Gli autori hanno calcolato il vantaggio netto dell’applicazione di biostimolanti su coltura di pomodoro.
I risultati registrati da Corteva
Abbiamo chiesto a Debora Giromini, Biostimulants Customer Agronomist Italy di Corteva Agriscience, di raccontarci l’esperienza di Corteva nella stima dei benefici che i biostimolanti possono apportare nella coltivazione del frumento. Ecco cosa ci spiega: «dalle prove condotte in Italia, in diversi contesti agronomici, abbiamo osservato che l’uso combinato dei prodotti BlueN, Cellerate MoZn e Harbest ha portato a un incremento medio della produzione. Questo miglioramento non si è limitato solo alla resa, ma ha anche influenzato la qualità della granella, con un incremento significativo dei principali parametri qualitativi come proteine, glutine e peso specifico della coltura».
Debora Giromini presenta, inoltre, a Grano italiano la gamma di biostimolanti che Corteva Agriscience offre ai coltivatori di cereali; di seguito ne riportiamo una sintesi:
«Tra i prodotti ad azione sul suolo, Resid MG Glomus iranicum var. tenuihypharum var. nova., è la brevettata micorriza di Corteva Biologicals, che instaura una simbiosi con la pianta al fine di incrementare l’apparato radicale, aumentando la superficie di suolo esplorata e la disponibilità di acqua ed elementi nutritivi per la pianta. Questo porta a un aumento dello sviluppo della pianta, un incremento della fotosintesi e una diminuzione dei danni da stress, con l’obiettivo di incrementare la produzione.
Tra i prodotti ad azione fogliare:
- BlueN, Methylobacterium symbioticum SB23, è un batterio endofita azotofissatore, che converte l’azoto atmosferico direttamente sulle foglie della pianta. I vantaggi sono molteplici, indiscutibilmente è una fonte sostenibile di azoto per la pianta per tutto il ciclo di sviluppo, fornisce un costante apporto di azoto, sicuro per tutta la stagione senza il rischio di lisciviazione, migliorando così la produzione e i principali parametri qualitativi della resa.
- Cellerate MoZn è un prodotto di nutrizione fogliare che stimola un rapido accrescimento della coltura, distribuito durante la fase di accestimento in epoca diserbo. L’esclusiva formulazione di Cellerate MoZn, permette alla pianta di utilizzare al meglio l’azoto nel terreno, aumentare l’energia per la pianta e infine un prolungamento naturale della sintesi delle auxine
- Harbest è la soluzione dedicata per chi vuole la massima qualità della granella. E’ un prodotto pensato per la filiera del grano. Harbest è un prodotto di nutrizione fogliare che, grazie alle sue caratteristiche, mantiene le radici attive prolungando la sintesi naturale di sostanze promotrici della crescita, mantenendo la pianta fotosinteticamente attiva. Applicato dalla foglia bandiera fino all’inizio della spigatura, permette di incrementare i principali parametri qualitativi della granella.
- BioForge, l’antistress per eccellenza. Questa soluzione unica protegge la coltura da ogni tipo di stress. È studiata per garantire una migliore protezione delle cellule dalle avversità, soprattutto dal danno ossidativo. Grazie alla componente antiossidante di BioForge, si ottiene una maggiore stabilità cellulare, che consente una capacità superiore di neutralizzare le specie reattive dell’ossigeno. Usato preventivamente o dopo una fase di stress BioForge garantisce un pronto recupero della coltura».
Fonti: Università degli Studi di Milano, autori citati nel testo, sito CEN – CENELEC
Autore: Azzurra Giorgio
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