Il miglioramento genetico del grano in Italia nasce dal lavoro visionario di Nazzareno Strampelli, pioniere della genetica agraria, che introdusse l’incrocio artificiale tra genotipi per combinare i migliori caratteri di ciascuno, senza conoscere le leggi di Mendel… Inizia così l’intervista di Luigi Frusciante al dirigente Crea Pasquale De Vita, edita da Georgofili.info, centrata sulla varietà Senatore Cappelli.
De Vita ricorda che «Strampelli valutò collezioni di germoplasma provenienti da aree del mondo con condizioni climatiche simili, con l’intenzione di identificare le linee più adatte al clima del Sud Italia (i.e., Cappelli); poi avviò incroci tra genotipi diversi, come dimostrato dalle varietà Sabaudia (Grano B./Dauno III) e Garigliano (Tripolino/Cappelli), con l’obiettivo di migliorarne ulteriormente la produttività. Tuttavia, nonostante il suo impiego e quello dei suoi allievi, negli anni successivi, nessuna varietà riuscì a superare il Cappelli, che rimase dominante fino agli anni ’60, affermandosi come capostipite dei programmi di miglioramento genetico in Italia e nel mondo».
Come usare le TEA: superare le barriere ideologiche
Parlando poi del Creso, De Vita ricorda gli sviluppi della ricerca genetica in Italia e si sofferma sulle TEA. Partendo dalla crisi di remuneratività del grano duro, il ricercatore dichiara che bisogna «superare le barriere ideologiche e sfruttare appieno il vasto panorama tecnologico a disposizione della ricerca e del miglioramento genetico. Dalle tecniche tradizionali di incrocio e selezione, alla mutagenesi artificiale, all’avanzamento rapido delle generazioni (i.e., speed breeding), fino alle tecnologie più avanzate di sequenziamento, di selezione genomica, di evoluzione assistita e persino di intelligenza artificiale. Questi strumenti si integrano e complementano, a seconda degli obiettivi specifici e delle risorse disponibili. La sequenza del genoma della varietà di grano duro Svevo è stata rilasciata nel 2019. Questo progetto ha rappresentato una pietra miliare, consentendo una comprensione dettagliata del genoma del grano duro e aprendo la strada all’applicazione delle TEA per il miglioramento genetico della specie.
TEA: lo strumento più efficace
Nel caso di caratteri qualitativi e nutrizionali, così come nella resistenza alle patologie, le TEA rappresentano senza dubbio lo strumento più efficace. Sfide come la resistenza alle patologie dell’apparato fogliare (i.e., ruggini, septoria, oidio), la riduzione del carico tossico del glutine, dell’asparagina – e quindi dell’acrilammide nei prodotti finiti – o dei fattori antinutrizionali come i fitati, sono già state affrontate con successo nei laboratori di ricerca. I nuovi materiali genetici sono pronti, ma necessitano di una validazione sul campo per poter essere adottati su larga scala. È quindi essenziale un intervento normativo che faciliti il trasferimento delle innovazioni alla pratica agricola, supportando le fasi di sperimentazione e incentivando l’adozione di queste soluzioni da parte degli agricoltori».
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