Qual è il futuro per il mercato dei biostimolanti nel frumento? Ne abbiamo parlato con Debora Giromini, Biostimulants Customer Agronomist Italy di Corteva Agriscience, che ci ha offerto il punto di vista dell’industria su quali sono i vantaggi concreti dell’impiego di questi prodotti e sulle linee di sviluppo future della sua azienda.
Debora Giromini, quali sono i vantaggi concreti che gli agricoltori traggono dai biostimolanti?
«I vantaggi consistono nel predisporre le piante nelle condizioni ideali per esprimere al meglio il loro potenziale produttivo e aumentare la resistenza agli stress abiotici. Questo porta a un incremento della resa produttiva e a un miglioramento dei parametri qualitativi. Grazie alla nostra linea pensata per la coltura del fruemento, gli agricoltori possono beneficiare di soluzioni innovative che supportano lo sviluppo ottimale delle colture, ottimizzano l’assorbimento dei nutrienti e migliorano la resilienza delle piante. Questi prodotti sono progettati per affrontare le sfide agricole moderne, garantendo risultati eccellenti e sostenibili nel lungo termine».
Quali sono i benefici sulla resa emersi dalle vostre prove su frumento?
«Dalle prove condotte in Italia, in diversi contesti agronomici, abbiamo osservato che l’uso combinato dei prodotti BlueN, Cellerate MoZn e Harbest ha portato a un incremento medio della produzione. Questo miglioramento non si è limitato solo alla resa, ma ha anche influenzato la qualità della granella, con un incremento significativo dei principali parametri qualitativi come proteine, glutine e peso specifico della coltura».
Qual è la linea di sviluppo sui biostimolanti di Corteva?
«Corteva è una società particolarmente attiva nell’ambito nella ricerca, pronta a cercare nuove soluzioni per soddisfare i bisogni del mercato e rispondere alle reali necessità degli agricoltori. L’acquisizione di Stoller e Symborg, società già affermate sul mercato e che vantano un portfolio prodotti consolidato, permetterà di integrare le loro competenze all’interno di Corteva per portare sul mercato importanti innovazioni tecnologiche nei prossimi anni per rispondere alle sfide di produttività e sostenibilità dell’intera filiera agricola italiana».
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Anche Ettore Di Biase, GEP – Biostimulant project coordinator di Agricola 2000, ci ha offerto il suo parere sul futuro del mercato, illustrandoci anche quali sono i prodotti biostimolanti che più sono oggetto di ricerca e sviluppo nella coltivazione dei cereali.
Ettore Di Biase, come vede il mercato dei biostimolanti?
«Sicuramente negli ultimi 10 anni il mercato è cresciuto, almeno del 10-15% secondo le diverse stime degli operatori. Nel prossimo futuro la previsione è di una ulteriore crescita, soprattutto se ci saranno strette a livello di regolamentazioni europee. Mi riferisco, in particolare, ai limiti di applicazione dei prodotti fertilizzanti, soprattutto per l’azoto. Molto, quindi, dipenderà dall’Europa, così come avviene per la riduzione dei principi attivi autorizzati in ambito fitosanitario».
Quali prodotti state testando di più ultimamente?
«Negli ultimi 2 anni stiamo lavorando molto, oltre che sulla NUE, sui prodotti biostimolanti applicati al seme, con la concia oppure in solco di semina. Si tratta, in questo caso, di prodotti a base di microrganismi. Capita, poi, anche di lavorare su molecole per ridurre lo stress da diserbo che, quindi, agiscono sugli effetti di fitotossicità tipici dell’applicazione dei diserbanti su frumento».
Leggi l’intervista a Ettore Di Biase, Agricola 2000, sui biostimolanti nel frumento: BIOSTIMOLANTI: IL PARERE DEI TECNICI
Agricola 2000 Biostimolanti e Nutrizione: https://www.agricola2000.com/servizi/biostimolanti-e-nutrizione/
Autore: Azzurra Giorgio
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