Situazioni opposte per frumento duro e tenero nazionale nelle prime quotazioni per il nuovo raccolto a Bologna. Si consolida il momento positivo per duro, dopo la partenza in lieve apprezzamento a Foggia della scorsa settimana (LEGGI). Per tenero, al contrario, le prime quotazioni risultano essere in calo. Milano ancora non quotata, con le operazioni di raccolta al nord entrate nel vivo solo negli ultimi giorni.
PER DURO IL RACCOLTO PROCEDE AL MEGLIO: QUALITÀ MERCEOLOGICA ED APPREZZAMENTI A LISITINO
Le buone notizie per il frumento duro sono molteplici. A Foggia il prezzo della settimana scorsa cresce di 5 €/t su tutte le categorie convenzionali, mentre a Bologna le prime quotazioni sono tutte nettamente maggiori delle ultime di inizio giugno. Per “fino” e “buono mercantile” gli apprezzamenti sono compresi tra i 5 ed i 9 €/t. Per il “mercantile”, la categoria con minor qualità merceologica, l’apprezzamento si aggira intorno ai 20 €/t, sia per l’origine nord che per il centro. Una conseguenza dei miglioramenti nella qualità e nella resa registrati nei raccolti in corso, soprattutto nel sud Italia, che riducono la disponibilità dei grani di minor qualità.
Questi apprezzamenti sembrano essere inoltre favoriti da un maggior attendismo dei produttori alla vendita rispetto agli anni precedenti nel periodo di raccolta. Esperti riferiscono che in Puglia molti detentori preferiscono rimandare le vendite, in attesa che il contesto della campagna si delinei con maggiore chiarezza a livello nazionale.
A livello europeo, anche Francia e Grecia offrono buoni risultati qualitativi e quantitativi, in contrasto con le criticità della Spagna. I listini di queste nazioni, al contrario di quello italiano, rimangono attendisti. Fuori dal Vecchio Continente le condizioni climatiche restano determinanti: negli USA e in Canada le piogge hanno migliorato lo stato delle colture ma in Canada la siccità nel ha causato un brusco peggioramento della qualità. Le previsioni indicano una produzione mondiale di 35,5 milioni di tonnellate, con consumi in crescita e stock finali in lieve calo. I prezzi locali rimangono stabili, ma in Nord America si osservano segnali di rialzo nei mercati.
NETTO CALO NELLE PRIME QUOTAZIONI PER TENERO
Per tenero la situazioni è agli antipodi in termini di quotazioni, in netto calo rispetto ad inizio mese. Le prime valutazioni vengono espresse a Bologna e riguardano solo le classi merceologiche più elevate. Nel dettaglio: il “grano di forza” perde 16 €/t ai minimi e 18 ai massimi; il prodotto definito “speciale” perde 15 €/t ai minimi e 25 ai massimi; il “fino” si deprezza di 21 €/t in entrambi i valori. Riguardo all’andamento del raccolto italiano, gli operatori mantengono cautela, evitando di dare notizie certe. Una scelta comprensibile essendo poche le partite già consegnate, con caratteristiche variabili che non permettono una valutazione univoca.
Nel listino emiliano risultano essere netti anche i cali delle voci dedicate al prodotto di origine estera: -10 €/t per il nordamericano e il comunitario di qualità; -4 €/t per il comunitario con minor tenore proteico. Un deprezzamento confermato in parte anche a Milano, dove continuano ad essere espressi i prezzi della merce importata. Tali cali di prezzo si confermano anche nelle piazze di origine, complice un buon avvio della campagna in Spagna, Romania, Ungheria e Francia, anche se in quest’ultima nazione si è riscontrato un tenore proteico sotto le attese. L’export delle produzione italiane e Ue risulta essere sfavorito in questo frangente dal cambio €/$, che resta sfavorevole. A livello globale, anche per tenero il clima incide sulle prospettive produttive: negli USA le piogge rallentano la trebbiatura del grano invernale, in Russia l’offerta è scarsa, mentre in Argentina le semine avanzano rapidamente. I prezzi internazionali sono tendenzialmente in calo.
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