L’Emilia Romagna raccoglie: volge al termine la stagione del frumento nella regione, sulla quale abbiamo fatto il punto della situazione con l’aiuto di Denis Bartolini, del dipartimento di Ricerca & Sviluppo della Soc. Coop. Terremerse di Ravenna. L’intervista ci chiarisce l’andamento stagionale complesso di questo 2024-25 e le conseguenze che si sono avute sino ad oggi, quando l’innalzamento delle temperature ha portato ad una veloce chiusura del ciclo. L’areale a cui facciamo riferimento, nell’ambito dell’Emilia Romagna, è quello delle province di Ravenna, Ferrara, Forlì e Rimini e della parte orientale del bolognese.
Denis Bartolini, quella che si sta chiudendo è una stagione iniziata con difficoltà, tra eccessi idrici e semine in ritardo negli areali del nord. Quali le conseguenze sul ciclo colturale?
«Le anomale condizioni climatiche del periodo autunnale dello scorso anno, con conseguenti difficoltà operative, sia per quanto riguarda una razionale preparazione dei terreni che una tendenziale ritardo delle semine, hanno determinato un generalizzato strano andamento del ciclo vegetativo dei cereali. In numerosissimi casi, già all’emergenza sono stati osservati i primi problemi, con un successivo netto ritardo, sia della fase di accestimento che di levata. Questo sia per le varietà di grano tenero che di grano duro.
Nonostante questo iniziale ritardo, come successo anche nelle annate più anomale, tutte le varietà hanno compensato i problemi determinati dall’andamento climatico, con una fase di spigatura rilevata pressoché in linea con le media degli ultimi anni.
Tutti i seminativi si sono mantenuti in sufficienti condizioni vegetative fino alla fine del mese di maggio, mentre il repentino innalzamento termico e l’assenza di precipitazioni piovose hanno determinato una rapida e, quindi, non ottimale chiusura del ciclo vegetativo».
Come si è evoluta la situazione meteo nel corso della stagione, dopo la semina e fino ad oggi?
«Per quanto riguarda l’evoluzione delle condizioni meteorologiche, con particolare riferimento alla parte orientale dell’Emilia-Romagna, la piovosità di settembre e ottobre 2024 è stata veramente eccezionale, con punte di oltre 400 millimetri nei due mesi . Fortunatamente, la ridotta piovosità del mese di novembre ha consentito le operazioni di semina nella stragrande maggioranza delle situazioni, effettuate tuttavia su terreni tendenzialmente grossolani, con infestazioni già in atto, con un netto incremento delle semine dirette con apparecchiature combinate (erpice rotante e seminatrice).
Molto piovoso è risultato anche il mese di dicembre, impedendo in quasi tutte le situazioni, l’agibilità dei seminativi. Più normale è stato l’andamento pluviometrico di febbraio, marzo e aprile, con tuttavia frequenti rotture di stagione e conseguente ostacolo alle normali pratiche, quali concimazione, diserbo e difesa. Molto piovoso è risultato anche il mese di maggio, senza tuttavia grossi ostacoli nella difesa delle colture cerealicole in fase di spigatura/fioritura.
Come già ricordato, infine, l’assenza di piogge e le temperature notevolmente al di sopra della norma del mese di giugno, hanno determinato una rapidissima chiusura dei ciclo colturale, con le operazioni di trebbiatura iniziate già a partire dalla seconda decade del mese e con previsione, se il tempo tiene, di esser terminate nei primissimi giorni di luglio, senza alcuna interruzione».
Quali le principali pratiche eseguite nel corso della stagione e come ha contribuito l’andamento meteo?
«Purtroppo il particolare andamento pluviometrico ha reso difficoltose in primo luogo le operazioni di controllo delle infestanti. In molti casi non sono state effettuate operazioni di bonifica in pre-semina con glifosate, partendo già con il piede sbagliato e, quindi, seminando con livelli di infestazione già preoccupanti. La stagione non ha certo aiutato l’applicazione degli erbicidi residuali di pre-emergenza o post-emergenza precoce, così come in tendenziale ritardo sono apparsi anche gli interventi classici di post-emergenza durante l’accestimento delle colture.
Purtroppo la maggior parte dei seminativi risultava nettamente in ritardo vegetativo rispetto al normale, mentre le infestanti hanno seguito il loro normale sviluppo. I trattamenti erbicidi sono stati effettuati nella stragrande maggioranza delle situazioni ma, molto spesso, in tendenziale ritardo su infestanti sia graminacee che dicotiledoni. L’efficacia di tutti i prodotti utilizzati, con particolare riferimento alle infestanti graminacee, non è apparsa soddisfacente in numerose situazioni, soprattutto nei casi in cui le differenti colture cerealicole erano sofferenti e molto diradate per gli evidenti effetti dei ristagni idrici ed, in particolare, nei confronti di Lolium .
Nel complesso, mi è sembrata migliore la gestione delle infestanti dicotiledoni, ad esclusione delle sempre più diffuse problematiche di popolazioni di Papaver rhoeas, non più sensibili al maccanismo d’azione ALS. In sintesi, alla spigatura dei cereali non erano tantissimi i campi perfettamente puliti ma era molto più frequente imbattersi in infestazioni abbastanza preoccupanti. Come già accennato, non ho notato nette differenze tra le differenti linee di diserbo utilizzate: tutte, chi più chi meno, non hanno dato il meglio di sé.
Il punto su malattie e nutrizione…
Per quanto riguarda la difesa dalle malattie fogliari più anticipate (con particolare riferimento a septoria) che solitamente viene effettuata in abbinamento al trattamento erbicida, molte aziende hanno preferito risparmiare, vedendo lo stato non proprio esaltante dei seminativi. Questo ha portato conseguenze che saranno sicuramente riscontrabili dal punti di vista produttivo, anche in relazione alle precipitazioni piovose verificatesi durante le fasi più sensibili dei cereali.
In merito alla nutrizione, la difficile agibilità dei terreni, unitamente all’eccezionale piovosità autunno-invernale che sicuramente ha dilavato l’azoto disponibile, ha ostacolato o ritardato in modo molto evidente l’esecuzione dei necessari apporti di elementi nutritivi durante la fase di accestimento.
In sintesi, questa campagna cerealicola è risultata estremamente difficile, nei miei oltre 40 anni di lavoro, non mi ricordo situazioni simili».
Nelle foto alcune problematiche più evidenti a fine inverno.
L’Emilia Romagna raccoglie: a che punto sono le operazioni ad oggi?
«Negli areali di riferimento, al 30 giugno le trebbiature hanno raggiunto oltre il 70% dei seminativi. Il tempo stabile, con assenza assoluta di precipitazioni, permetterà di accorciare la campagna di trebbiatura in meno due settimane».
Quali erano le aspettative in termini di rese e qualità della granella? Cosa ci dicono i primi risultati?
«Le rese sono risultate alquanto altalenanti, con produzioni scarse soprattutto sui seminativi che hanno risentito negativamente dei ristagni idrici nelle prima fasi di sviluppo, a causa di situazioni che non si è potuti recuperare in seguito, anche con la normalizzazione dell’andamento climatico.
Per quanto riguarda la qualità delle produzioni, i primi dati i pesi ettolitrici sono relativamente buoni , mentre meno soddisfacente appare il contenuto proteico, sia per quanto riguarda i grani duri che i teneri».
Foto di Denis Bartolini.
Autore: Azzurra Giorgio
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