Agritech, progetto di ricerca per l’agricoltura finanziato con il PNRR, è uno strumento strategico che potrà portare soluzioni concrete in grado di migliorare il lavoro e la vita degli agricoltori che coltivano frumento duro e del settore agro-industriale legato alla costituzione delle varietà, produzione del seme certificato, e della produzione della pasta e prodotti di panificazione. Lo hanno raccontato a Grano italiano Luigi Cattivelli, Direttore del CREA GB, e Marco Maccaferri, Professore Associato di Genetica Agraria dell’Università di Bologna. Nell’ambito del progetto, sono responsabili dell’area tematica dedicata alla genetica del frumento duro, in particolare all’adattamento all’ambiente e alle nuove condizioni climatiche. L’attività, che vede la collaborazione di numerose istituzioni nazionali e internazionali (qui si può approfondire il gruppo di ricerca), ha come obiettivo lo “sviluppo di una piattaforma genomica di riferimento mondiale per il frumento duro attraverso una ricerca collaborativa internazionale“.
Le sfide dei cerealicoltori
Luigi Cattivelli ci spiega come, negli ultimi 10 anni, coltivare grano sia diventato sempre più difficile, con gli agricoltori che si trovano davanti sfide ambientali che mutano di anno in anno. Prima di tutto ci sono le malattie che possono causare danni molto ingenti, si pensi a quanto accaduto nella stagione 23-24 con il meteo particolarmente piovoso. Poi c’è la sfida dell’adattamento alle variazioni di disponibilità di acqua e all’aumento delle temperature. Infine, i cerealicoltori sono chiamati, comunque, a produrre frumenti di qualità, nonostante la complessità del contesto.
Il ruolo del miglioramento genetico
Da qui emerge l’importanza dell’attività di miglioramento genetico che ha contribuito ad oltre il 50% dell’aumento produttivo nella storia. Luigi Cattivelli ci dice: «per poter adattare le piante alle future condizioni climatiche è necessario modificare i geni che sono all’interno delle piante stesse: non è logico pensare che le piante selezionate ieri o oggi possano essere adatte al clima di domani che, sappiamo con certezza, sarà molto diverso. Adattarle significa cambiare la configurazione dei loro geni e, per farlo, dobbiamo conoscere quanti sono i geni disponibili e che funzione essi hanno, nel più ampio panorama di risorse genetiche disponibili per il frumento».
L’idea alla base del lavoro di ricerca nell’ambito di Agritech è, infatti, identificare il maggior numero di geni diversi della specie del frumento. In particolare, nelle parole di Luigi Cattivelli, «trasformare la banca del germoplasma, fatta di semi e piante, in una banca di geni, perchè sono questi che saranno necessari per costruire la pianta del futuro. Una volta che abbiamo costruito questa risorsa, all’interno di essa sarà più semplice andare a reperire i geni per la resistenza ad una certa malattia o all’innalzamento della temperatura, ad esempio».
Autore: Azzurra Giorgio
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