Con l’aiuto del Prof. Massimo Blandino (DISAFA – Università degli Studi di Torino), che ringraziamo per il contributo, approfondiamo in questa intervista le motivazioni che stanno dietro i risultati delle prove varietali della Rete Nazionale Frumento Tenero del CREA. Con un focus sul Nord Italia, analizziamo come si sono comportati gli areali delle prove rispetto alla generalità delle superfici seminate a frumento tenero e quali possono esserne le motivazioni.
Il Prof. Blandino ci spiega il ruolo importante della difesa fungicida adottata in tutte le prove nel corso di questa stagione, terminando con un commento sulle caratteristiche dei frumenti biscottieri e sul relativo panorama varietale che potrebbe essere meglio valorizzato sul mercato.
Nella stagione 24-25 le rese medie sono in crescita: merito solo di una stagione più favorevole dal punto di vista meteorologico?
«La campagna agraria era iniziata con andamenti meteorologici non favorevoli. Le piogge prolungate nel periodo ideale di semina per gli areali del Nord (fine ottobre, inizio novembre) hanno determinato semine tardive, con una lenta germinazione e investimenti molto radi fino al gennaio successivo. Questo ha determinato in primo luogo una forte riduzione della superficie di frumento tenero, in particolar modo rispetto alle intenzioni di semina degli agricoltori, in particolar modo negli areali con terreni più pesanti. In seguito, a partire già dalla fine dei mesi invernali, l’andamento meteorologico ha sostenuto una buona produttività del frumento. Le temperature miti della fine dell’inverno e inizio primavera, se supportate da adeguate fertilizzazioni azotate, hanno permesso di recuperare la densità colturale, che, fatto salvo i terreni più freddi e con tessitura fine, è risultata in linea con le condizioni ordinarie.
I positivi dati delle prove di confronto varietale nazionali sono soprattutto da rapportare all’adozione da quest’anno nel protocollo sperimentale del trattamento fungicida in tutte le località di prova. Sebbene l’annata abbia avuto dalla fioritura alla maturazione cerosa piovosità diffuse e temperature favorevoli all’insorgenza delle malattie fungine, la generale superiore tolleranza dei nuovi genotipi in prova, integrata dall’applicazione tempestiva del fungicida, ha garantito un ottimo stay green colturale, con un completo riempimento delle cariossidi, ed alti pesi ettolitrici.
Purtroppo, a differenza delle prove di confronto varietali, in molti areali le piogge non hanno permesso l’esecuzione di interventi tempestivi, e in molti casi le malattie della spiga e fogliari, hanno limitato le potenzialità produttive della coltura».
I valori proteici medi non sono elevati e vicini a quelli dello scorso anno: le motivazioni?
«I modesti contenuti proteici della granella sono da imputare da un lato alle frequenti e rilevanti piogge che hanno interessato a più riprese il ciclo colturale, in particolare in autunno e primavera, contribuendo a ridurre per dilavamento il contenuto di azoto nel terreno. Dall’altro all’elevata capacità produttiva dimostrata dalle varietà in prova. Le condizioni ideali nella fase di maturazione, garantite dalla difesa fungicida e da temperature e luminosità elevate nella parte finale del riempimento, hanno favorito un elevato accumulo di amido nelle cariossidi, diluendo le proteine accumulate».
Il primato dei biscottieri nelle rese dipende dalle esigenze di queste varietà, più tolleranti in caso di semine tardive?
«Le varietà biscottiere si contraddistinguono da buone capacità produttive, favorite anche da minori costi energetici per l’accumulo di nutrienti nella granella, non dovendo sostenere un superiore accumulo di proteine, rispetto ad esempio ai frumenti di forza. Tuttavia, questa categoria merceologica trova ancora un numero di varietà ridotto e la mancanza di un più stretto legame tra parametri qualitativi e destinazioni d’uso, che permetta una maggior valorizzazione in filiera di queste varietà».
Autore: Azzurra Giorgio
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