Grano Italiano torna sul divieto all’impiego dell’urea nel Bacino Padano previsto per il 2028. Questa volta abbiamo chiesto il parere di Paolo Girelli, Presidente di Assofertilizzanti-Federchimica, in merito all’azione definita dal Piano Nazionale per la qualità dell’aria, approvato lo scorso giugno e ormai pubblicato in Gazzetta Ufficiale già da agosto.
Assofertilizzanti, parte di Federchimica, rappresenta le realtà produttive del settore dei fertilizzanti nel nostro paese. Sulle nostre pagine il suo Presidente si dice preoccupato per la misura, destinata a far scomparire l’urea dai campi delle aziende agricole della Pianura Padana. Per Paolo Girelli il divieto di una «commodity irrinunciabile per la comunità agricola», potrebbe mettere in seria difficoltà gli agricoltori
Il parere di Assofertilizzanti
«In merito al provvedimento che prevede il divieto di impiego dell’urea, Assofertilizzanti esprime forti dubbi e preoccupazioni rispetto alla misura proposta» esordisce Paolo Girelli, e prosegue: «riteniamo che tale divieto sia ingiustificato, poiché non consente agli agricoltori di diversificare l’uso dei mezzi tecnici in funzione delle necessità colturali. La complementarità nell’uso di tutte le tipologie di fertilizzanti è, infatti, un principio da sempre promosso dalla nostra Associazione, al fine di evitare una riduzione ingiustificata del novero di input utili agli agricoltori.
L’urea è, peraltro, una commodity irrinunciabile per la produttività agricola, in particolare per le filiere cerealicole, che necessitano di un adeguato apporto di azoto, elemento nutritivo fondamentale per garantire resa e qualità».
Gli investimenti del settore industriale
Altro tema sollevato dal Presidente di Assofertilizzanti è quello della proporzionalità del provvedimento, in relazione al peso che può avere sulla riduzione delle emissioni di gas climalteranti. Nelle sue parole: «poiché il Piano di azione nazionale per la qualità dell’aria ha come obiettivo la riduzione degli impatti derivanti dai gas climalteranti, riteniamo doveroso evidenziare gli sforzi compiuti dal settore industriale sia in termini di investimenti in ricerca e sviluppo, finalizzati all’immissione in commercio di prodotti altamente sostenibili, sia in termini di formazione per la diffusione delle buone pratiche di fertilizzazione. Le nostre imprese, infatti, hanno investito circa 104 milioni di euro in R&D negli ultimi cinque anni per l’efficientamento dei processi industriali e per la messa a punto di nuove soluzioni, anche a partire da materie prime alternative».
Ci sono soluzioni alternative
Proprio sul punto delle soluzioni alternative, Paolo Girelli sottolinea come siano già disponibili prodotti in grado di garantire una riduzione sostanziale delle emissioni inquinanti in atmosfera. Ci dichiara: «da diversi anni esistono soluzioni tecnologiche applicabili all’urea per mitigarne gli impatti ambientali. Tra queste citiamo i fertilizzanti a rilascio controllato e i cosiddetti “inibitori”: molecole che hanno dimostrato di ridurre significativamente le emissioni di ammoniaca, con performance scientificamente comprovate, in grado di contenere le perdite atmosferiche fino a una media del 70–80%.
Tali soluzioni, che consentirebbero di ridurre l’impatto ambientale senza compromettere la competitività del settore agricolo, potrebbero rappresentare un elemento importante di valutazione che auspichiamo il legislatore tenga in considerazione per la definizione delle misure attuative».
Sui rischi per il settore agricolo ma anche per quello industriale, il Presidente è molto preoccupato: «qualora tali strumenti non venissero presi in considerazione, temiamo che il divieto possa mettere in seria difficoltà le aziende agricole, in particolare le più piccole, che potrebbero non avere le risorse necessarie per adeguarsi rapidamente alle nuove normative. Anche l’industria dei fertilizzanti subirebbe un impatto significativo, con possibili ricadute sull’occupazione e sulla sostenibilità economica».
«Siamo pronti a dialogare»
Paolo Girelli ci dichiara l’impegno dell’Associazione a contribuire a trovare soluzioni che possano ridurre gli impatti negativi del semplice divieto all’impiego dell’urea. «In questo contesto, Assofertilizzanti si impegna a lavorare a fianco delle istituzioni e degli agricoltori per individuare soluzioni condivise che concilino sostenibilità ambientale e necessità produttive. L’Associazione sosterrà sempre le politiche volte alla protezione dell’ambiente; tuttavia, riteniamo che le misure adottate debbano essere equilibrate e proporzionate, tenendo conto delle specificità del settore agricolo nazionale e della possibilità di modulare l’uso dell’urea in funzione delle reali esigenze colturali». E conclude: «Siamo pronti a dialogare con il Ministero e con tutte le parti coinvolte, affinché la normativa garantisca la sicurezza alimentare e la competitività dell’intera filiera agroalimentare italiana».
Autore: Azzurra Giorgio
Puoi seguirci anche sui social, siamo su Facebook, Linkedin e Instagram