Confagricoltura in piazza? All'indomani dell'esibizione di Coldiretti in Belgio e delle polemiche sull'incontro tra ministro e manifestanti
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CONFAGRICOLTURA IN PIAZZA COI TRATTORI?

I veneti sconfessano la linea della prudenza di Giansanti

All’indomani dell’esibizione muscolare di Coldiretti a Bruxelles e delle polemiche sull’incontro tra il ministro Lollobrigida e un gruppo di manifestanti a Verona, mentre Comitati stanno progettando di marciare con i trattori su Roma, alcune unioni di Confagricoltura sembrano propense a seguirli. Si smarcano un po’ dalla linea del presidente Giansanti, che, pur manifestando attenzione e solidarietà per le motivazioni della protesta, non ha voluto sposarla, sostenendo la linea del negoziato con le istituzioni.

Invece, Confagricoltura Padova e, su una linea più sfumata, anche Confagricoltura Alessandria insieme a Cia Alessandria, propendono per la linea dura. I veneti lo dicono esplicitamente: «in questo momento altamente critico, serve sia una continua attività di concertazione, sia una manifestazione pubblica. “Come Confagricoltura riponiamo la massima fiducia nei vertici nazionali, dal presidente Massimiliano Giansanti alla giunta, nel conseguimento dei risultati sulle proposte già avanzate – fa presente Barbetta -, ritenendo però che un’azione promossa dalla base, civile e ordinata, possa essere di sostegno alle iniziative già avviate».

Ma ecco il testo integrale del comunicato stampa:

Confagricoltura Veneto sta considerando di scendere in piazza a Padova, a metà febbraio, per far sentire la voce del malcontento degli agricoltori e ribadire le richieste che vengono avanzate da tempo su tutti i tavoli istituzionali, da Roma a Bruxelles. Le proteste che stanno infiammando l’Europa da settimane evidenziano come le politiche agricole stiano mettendo in difficoltà le aziende con restrizioni, vincoli e divieti che impediscono di produrre ed essere competitivi sul mercato. Il direttivo della federazione regionale, di cui faccio parte, si è riunito a Fieragricola di Verona, esprimendo la necessità di uscire sulle piazze, con tutti i nostri soci, perché la misura è colma – sottolinea Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova -. In questi giorni, in seguito alle nostre richieste e sull’onda delle proteste, la Commissione Ue ha proposto per il 2024 la deroga all’obbligo del 4% delle terre improduttive, inserendo però il vincolo di destinare il 7% della superficie a colture intercalari come le leguminose o azotofissatrici come la soia, da coltivare senza l’impiego di prodotti fitosanitari. Posta così la deroga diventa penalizzante e conferma, qualora ci fosse ancora qualche dubbio, quanto profondo sia il divario tra l’Unione Europea e i problemi presenti nelle campagne.

Il 10% dei volumi

Abbiamo perso in vent’anni il dieci per cento dei volumi. Ci tolgono la terra, ci tolgono le molecole: i vertici dell’Europa non hanno compreso che gli agricoltori vogliono produrre su tutta la superficie aziendale perché esiste un problema serio di redditività delle aziende e anche perché l’Europa necessità di cereali e di soia, che altrimenti deve importare. La misura del 4% improduttivo non è comprensibile, non è sostenibile ed è anacronistica.

La PAC

La Pac, la Politica agricola comune, va riallineata alla situazione socio economica attuale, con una visione che tenga conto del Covid e della guerra in Ucraina. “Bisogna rivedere urgentemente tutto l’impianto della riforma Pac entrata in vigore lo scorso anno. Si tratta di una riforma sbagliata, fuori dal tempo, come ha sempre sostenuto Confagricoltura – rincara Barbetta -. Abbiamo una Pac che va contro le aziende e contro l’economia agricola europea in quanto disincentiva la produzione e la opprime con vincoli inutili e costosi anziché sostenerla e renderla più competitiva. Quanto all’Ucraina, l’Ue propone di rinnovare per un altro anno le misure che aboliscono i dazi per le produzioni provenienti dall’Ucraina, con clausole di salvaguardia come quella che riguarda le uova, il pollame e lo zucchero. A pagare il sostegno non possono essere gli agricoltori europei. Nel 2023 le esportazioni dell’Ucraina verso l’Europa sono raddoppiate: vanno imposti chiari limiti, soprattutto a quei prodotti che non rispettano gli standard di qualità dell’Unione Europea. Altrimenti metteranno in ginocchio le aziende agricole: ogni anno il 2% chiude.

Secondo Confagricoltura Padova, in questo momento altamente critico, serve sia una continua attività di concertazione, sia una manifestazione pubblica. “Come Confagricoltura riponiamo la massima fiducia nei vertici nazionali, dal presidente Massimiliano Giansanti alla giunta, nel conseguimento dei risultati sulle proposte già avanzate – fa presente Barbetta -, ritenendo però che un’azione promossa dalla base, civile e ordinata, possa essere di sostegno alle iniziative già avviate».

Per contro, Confagricoltura nazionale ha emesso questo comunicato:

«Sarà una tabella di marcia serrata per far sì che il ministro Lollobrigida porti al Consiglio agricolo europeo il 26 febbraio, giorno in cui Confagricoltura ha convocato l’assemblea proprio a Bruxelles, le proposte di modifiche alla Pac necessarie nell’immediato e per fornire le indicazioni fondamentali per la definizione dell’impianto della prossima programmazione. E’ quanto emerso dal confronto al Tavolo tecnico convocato stamani al Masaf su richiesta di Confagricoltura, per arrivare ad una proposta unitaria sui temi caldi per il settore primario in relazione alla politica agricola comune.

“Un confronto costruttivo – afferma il direttore generale di Confagricoltura, Annamaria Barrile – che ha portato la questione nelle sedi opportune. Come organizzazione siamo impegnati ai tavoli istituzionali ogni giorno ad ogni livello, in Italia e in Europa”. “Apprezziamo l’intervento immediato del governo sulla normativa nazionale e la volontà di lavorare in vista della prossima programmazione. Ora occorre agire velocemente su alcuni temi della Pac, come gli ecoschemi e il regime sanzionatorio, oltre a rivalutare le politiche sulla condizionalità rafforzata e la soglia dei pagamenti nel nuovo contesto”. “La nostra posizione, che da sempre è stata critica rispetto all’attuale Pac in quanto inadeguata rispetto alle reali esigenze di produttività e competitività delle imprese agricole, è oggi condivisa a livello diffuso. Segno che la linea intrapresa da Confagricoltura è quella giusta”».

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