Il terreno agrario è una risorsa complessa formata da sostanze minerali, sostanza organica, acqua, aria e organismi viventi. La sostanza organica svolge un ruolo cruciale: influenza la nutrizione delle colture, stimola la crescita, favorisce i microrganismi, inattiva inquinanti, migliora la struttura e incrementa la capacità di trattenere acqua. Livelli ridotti di sostanza organica portano a suoli poveri e meno produttivi, mentre valori più elevati aumentano la fertilità e la resilienza.
Le sfide degli agroecosistemi
Oggi i sistemi agricoli affrontano problematiche crescenti: impatti ambientali rilevanti, costi elevati di gestione, eventi meteorologici estremi, salinizzazione dei terreni e perdita di sostanza organica. Queste criticità minacciano la sostenibilità economica e ambientale delle produzioni agricole, richiedendo innovazioni capaci di rigenerare il suolo e stabilizzare la produttività. Le coltivazioni intensive della Pianura Padana sono un esempio di questo problema, come testimoniano i valori di sostanza organica e di stock di carbonio in Emilia Romagna, rappresentati nelle immagini che seguono prodotte dal CNR.
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Rigenerare i suoli: il ruolo del biochar
Le pratiche rigenerative possono essere una risposta a questo problema, perchè puntano a migliorare la salute del suolo, accrescere la biodiversità, favorire il ciclo idrico e incrementare il sequestro del carbonio. In questo modo, l’agricoltura diventa un alleato contro il cambiamento climatico, restituendo fertilità e vitalità agli ecosistemi agricoli. Il biochar può avere un ruolo in tutto questo, ma vediamo di cosa si tratta.
Il biochar è un materiale ricco di carbonio, ottenuto attraverso la pirolisi di residui organici a temperature elevate in assenza o con bassa presenza di ossigeno. Può derivare da scarti agricoli (paglia, tutoli di mais, lolla di grano), residui forestali, alghe o reflui zootecnici. In Italia è riconosciuto come ammendante agricolo, grazie al Decreto legislativo del 22 giugno 2015, che ne autorizza l’impiego nei suoli. Le immagini seguenti mostrano una rappresentazione dell’origine del biochar e un esempio di materiale.
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Benefici agronomici e ambientali
L’applicazione di biochar nei terreni agricoli offre benefici multipli (si veda l’immagine seguente). Riduce le emissioni di gas climalteranti, migliora la capacità di ritenzione idrica, limita la lisciviazione dei nutrienti in falda, come l’azoto proveniente dalle fertilizzazioni minerali. Inoltre, assorbe metalli pesanti e favorisce l’attività microbiologica. Diventa, infatti, un vero e proprio habitat per i microrganismi del suolo: la sua struttura porosa permette la colonizzazione da parte di funghi e batteri, incrementando la fertilità biologica del terreno. Insomma, si tratta di materiale che funge da supporto concreto alla resilienza degli agroecosistemi e può avere effetti positivi sia sulla produttività sia sulla sostenibilità a lungo termine.
Numerosi sono i filoni di ricerca che studiano le interazioni tra biochar, suolo e colture, l’integrazione con altri ammendanti organici e la valorizzazione dei distillati ottenuti dai processi di pirolisi. Si tratta di sottoprodotti che possono trovare applicazione nei sistemi agricoli per migliorare la fertilità e la difesa delle colture.
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Le tematiche esposte nell’articolo sono state oggetto del convegno Stato e prospettive del biochar – Una giornata di confronto dedicata al ruolo del biochar nella decarbonizzazione delle filiere agroindustriali e nella rigenerazione dei suoli (tenutosi il 25.09.2025 presso la sede della Fondazione per l’agricoltura F.lli Navarra).
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Le immagini sono tratte dai documenti presentati durante il convegno.
Autore: Azzurra Giorgio
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