Questa mattina, 9 ottobre, presso la sede del CREA di Via Ardeatina a Roma, personaggi autorevoli del settore dei cereali e della ricerca si sono incontrati a Roma, in occasione del workshop per il trentennale dell’AISTEC (Associazione Italiana di Scienza e Tecnologie dei Cereali).
L’occasione della tavola rotonda finale ha fatto emergere tematiche scottanti, soprattutto in un contesto congiunturale come quello attuale. E’ stato Angelo Frascarelli, economista e Professore dell’Università di Perugia, a lanciare la provocazione: l’Italia non è un paese da cereali, a meno che non ci sia capacità di differenziare la produzione e l’offerta per i consumatori. I costi sono eccessivi.
Nuova scala per le aziende cerealicole
E’ Amedeo Reyneri, Professore dell’Università degli Studi di Torino, a precisare: l’Italia non è un paese di commodities, certamente, ma i cereali sono fondamentali nella nostra economia. Reyneri ricorda come le eccellenze del nostro paese, dalle carni suine, al latte ai formaggi, si basino sulla produzione di cereali. E’ fondamentale, quindi, produrre per le filiere garantendo quantità e qualità per alimentare una grande parte dell’agroalimentare.
Il tavolo è concorde sulla necessità per la cerealicoltura italiana di ragionare nell’ottica di un cambio di scala: è Amedeo Reyneri a sottolineare come il modello del “piccolo è bello” non possa adeguatamente supportare l’economia cerealicola nel futuro. Angelo Frascarelli conferma: serve cooperazione e collaborazione tra le aziende agricole. I modelli di aggregazione esistono ma si realizzano con lentezza: ci sono paesi europei, come la Francia, da cui potremmo prendere spunto.
Ma servono anche le pratiche agronomiche più adeguate e un supporto forte da parte della genetica. Come ha ricordato il Prof. Nicola Pecchioni, Direttore del CREA-CI, la strada per la ricerca in campo genetico è tutta in salita, con le rese stagnanti soprattutto negli ultimi 5-6 anni. I motivi sono legati agli effetti del cambiamento climatico, contro il quale bisogna impiegare varietà che riescano a resistervi. Le TEA sono uno strumento fondamentale da impiegare in questo senso ma vanno comunicate in modo adeguato ed efficace ai cittadini.
L’evoluzione del settore dei cereali
L’evento ha ripercorso l’evoluzione negli ultimi trenta anni della gestione dei sistemi colturali, dalle innovazioni agronomiche alla genetica, dal rapporto con le filiere di trasformazione alle tecnologie, oltre all’interazione con i mercati e la politica comunitaria e nazionale. Il workshop è stato un’occasione di confronto per l’individuazione delle strategie e innovazioni necessarie per affrontare le molteplici sfide che attendono le filiere cerealicole.
All’evento sono intervenuti Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia, Amedeo Reyneri e Massimo Blandino dell’Università di Torino, Nicola Pecchioni, Direttore del CREA Cerealicoltura e Colture Industriali, ed Emanuele Marconi, Direttore del CREA Alimenti e Nutrizione.
Autore: Azzurra Giorgio
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