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L’AFIDE SUCCHIA LA RESA

Paolo Boninvento presenta uno dei parassiti dei cereali autunno vernini

Gli afidi sono piccoli insetti appartenenti all’ordine dei Rincoti e alla famiglia degli Afididi. Questi parassiti sono noti per la loro capacità di danneggiare una vasta gamma di piante, inclusi i cereali, che rappresentano una risorsa fondamentale per l’alimentazione umana. Tra gli afidi che colpiscono i cereali, due specie sono particolarmente rilevanti: e Metopolophium dirhodum. In questo breve articolo, esploreremo le caratteristiche di questi afidi, il loro impatto sui cereali e le strategie di controllo.

Afide nero dei cereali

Rhopalosiphum padi, comunemente noto come afide nero dei cereali, è una specie estremamente dannosa per le colture di cereali. Questo afide è di colore nero o marrone scuro e misura circa 2-3 mm di lunghezza. È particolarmente attivo nei mesi primaverili e autunnali, quando le temperature sono più miti. Rhopalosiphum padi si nutre succhiando la linfa dalle piante, causando un indebolimento generale e una riduzione della produttività. Inoltre, questi afidi sono vettori di virus, come il virus del nanismo giallo dell’orzo (BYDV), che può avere effetti devastanti sulle colture.

L’infestazione di Rhopalosiphum padi può essere facilmente rilevata osservando le piante colpite. Le foglie tendono a diventare arricciate e deformate, e in casi gravi, l’intera pianta può appassire e morire. Questo afide si riproduce rapidamente, con femmine partenogenetiche in grado di generare fino a 80 individui in una sola generazione. La capacità di riproduzione asessuata permette a Rhopalosiphum padi di colonizzare rapidamente vaste aree di coltivazione.

Afide verde dei cereali

Metopolophium dirhodum, noto anche come afide verde dei cereali, è un’altra specie di afide che rappresenta una minaccia significativa per le colture di cereali. Questo afide è di colore verde chiaro e misura circa 1,5-2,5 mm di lunghezza. Come Rhopalosiphum padi, anche Metopolophium dirhodum si nutre della linfa delle piante, causando danni simili, sebbene tenda a concentrarsi maggiormente sulle foglie più giovani e sui germogli.

L’infestazione di Metopolophium dirhodum può essere riconosciuta dalla presenza di colonie di afidi sulle parti superiori delle piante. Le foglie colpite tendono a ingiallire e a diventare appiccicose a causa della melata prodotta dagli afidi. Questa sostanza zuccherina non solo attira altri insetti come le formiche, ma può anche favorire lo sviluppo di funghi come la fumaggine, che ulteriormente compromettono la salute delle piante.

Perdite significative

Entrambi gli afidi, Rhopalosiphum padi e Metopolophium dirhodum, possono causare perdite significative nelle colture di cereali. La loro capacità di trasmettere virus è particolarmente preoccupante, poiché questi patogeni possono ridurre drasticamente le rese e la qualità del raccolto. Ad esempio, il virus del nanismo giallo dell’orzo, trasmesso da Rhopalosiphum padi, può causare una riduzione della produzione fino al 70% in alcune varietà di orzo.

Per contrastare l’infestazione di questi afidi, è fondamentale adottare un approccio integrato che combini metodi di controllo chimico, biologico e agronomico. L’uso di insetticidi è una delle strategie più comuni per combattere gli afidi, ma è importante scegliere prodotti che siano efficaci contro le specie specifiche e che abbiano un impatto minimo sull’ambiente. Inoltre, l’uso eccessivo di insetticidi può portare alla resistenza degli afidi, rendendo il controllo ancora più difficile.

Il controllo degli afidi

Le strategie di controllo biologico rappresentano un’alternativa promettente e sostenibile. Ad esempio, l’introduzione di nemici naturali degli afidi, come coccinelle, sirfidi e vespe parassitoidi, può aiutare a ridurre le popolazioni di questi parassiti. Queste specie predatrici sono in grado di controllare efficacemente gli afidi senza causare danni alle colture o all’ambiente.

Anche le pratiche agronomiche possono giocare un ruolo cruciale nella gestione degli afidi. La rotazione delle colture, ad esempio, può aiutare a interrompere il ciclo di vita degli afidi e a ridurre il rischio di infestazioni. Inoltre, la scelta di varietà di cereali resistenti agli afidi e ai virus da loro trasmessi può contribuire a minimizzare i danni. La semina precoce o tardiva rispetto al periodo ottimale per gli afidi può anche ridurre il rischio di infestazioni gravi.

La monitorizzazione costante delle colture è essenziale per rilevare precocemente le infestazioni di afidi. L’uso di trappole cromotropiche, ad esempio, può aiutare a individuare la presenza di afidi e a valutare la necessità di interventi. Inoltre, l’osservazione regolare delle piante permette di intervenire tempestivamente, prima che l’infestazione diventi ingestibile.

Afide: una seria minaccia

In conclusione, gli afidi Rhopalosiphum padi e Metopolophium dirhodum rappresentano una seria minaccia per le colture di cereali. La loro capacità di nutrirsi della linfa delle piante e di trasmettere virus può causare perdite significative nelle rese e nella qualità del raccolto. Tuttavia, adottando un approccio integrato che combini metodi di controllo chimico, biologico e agronomico, è possibile gestire efficacemente queste infestazioni e proteggere le colture. La prevenzione e la monitorizzazione costante sono fondamentali per garantire la salute delle piante e la sostenibilità delle produzioni agricole. (Immagine realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale)

Autore: Paolo Bonivento (Trieste – Brescia – Roma – Napoli)

p.bonivento@xyz-lab.it
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Il Dr. Paolo Bonivento è un Perito Agrario impegnato in attività relative all’entomologia urbana ed agraria. Effettua valutazioni d’impatto ambientale ed ecologico (terrestri, marine e aeree); si occupa della consulenza sull’impiego di strumenti scientifici e tecnici oltre all’identificazione ed al trattamento degli organismi infestanti nonché alla valutazione dei danni alle coltivazioni. La sua attività include anche ambiti forensi con stime generali riguardanti contenziosi ed analisi dei danni.

Immagine realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.

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