Nuova settimana dominata dalla stabilità dei listini, con Milano, Bologna e Foggia fermi, eccezion fatta per un lieve miglioramento del tenero zootecnico (altri usi), troppo marginale per modificare il quadro complessivo. Gli scambi restano contenuti, i molini mantengono coperture adeguate e la domanda si conferma debole. A soffrire sono soprattutto i produttori, che continuano a confrontarsi con prezzi inferiori ai costi di produzione ISMEA, senza segnali di recupero e con pochi acquirenti. All’estero, dopo i rialzi delle settimane precedenti (LEGGI), prevale un clima di attenuazione degli apprezzamenti, mentre i dati dell’Usda confermano una disponibilità elevata.
DURO VERSO LA STABILITÀ ANCHE ALL’ESTERO, RIALZI LIEVI PER TENERO ZOOTECNICO, FUTURES DI NUOVO IN CALO
Il mercato del grano duro internazionale vede un orientamento tendenzialmente rialzista ma accompagnato da segnali di discontinuità. In Nord America, dopo una sequenza di rialzi, si entra in una fase più prudente, complice un quadro qualitativo molto eterogeneo che sta riducendo la pressione sui prezzi. A livello Ue l’indice di riferimento mostra recuperi moderati. In Italia, come accade da alcune settimane, prevale l’immobilismo: solo piccoli aggiustamenti locali, scambi minimi e molini ben coperti. Con domanda attendista e prezzi sotto le soglie di sostenibilità per le aziende agricole, la fase resta complessa.
Nel comparto del tenero si registra un leggero miglioramento delle classi inferiori che non modifica la struttura generale del mercato. La disponibilità è ampia in tutte le categorie e i molini nazionali operano senza pressioni di copertura, mantenendo un approccio estremamente selettivo sugli acquisti. All’estero si registrano cali sui mercati europei, a causa dell’abbondante offerta francese, mentre vi è stabilità nelle piazze extra comunitarie. Sia ad est, Russia e Ucraina, sia ad ovest, Usa e Canada, i listini sono sostanzialmente fermi, con elevata disponibilità di prodotto, confermata dal recente report Usda.
Anche i mercati a termine mostrano una tendenza al ridimensionamento, con i futures del frumento che scivolano verso livelli coerenti con questo contesto di offerta globale abbondante. Questa combinazione ha ridotto la necessità di acquisti anticipati e favorito un aumento delle offerte dai principali esportatori, in particolare dal Mar Nero e dall’Argentina attualmente. Anche la domanda asiatica, inclusa quella cinese, appare meno dinamica.
BOGGINI: «REPORT USDA CONFERMA LA DISPONIBILITÀ ELEVATA»
Insieme a Mario Boggini, vice presidente della commissione prezzi in Granaria a Milano, approfondiamo questo contesto. «Il mercato del frumento continua a mostrarsi sostanzialmente immobile, in linea con l’andamento osservato nelle ultime settimane – spiega l’esperto -. La fase di stallo non riguarda soltanto il prodotto nazionale, ma si è estesa anche alle piazze estere. Gli ultimi aggiornamenti sulla disponibilità internazionale, forniti nel report Usda che abbiamo ricevuto nella serata di venerdì, confermano infatti una situazione di ampia offerta in questa campagna. Anche gli stock mondiali risultano buoni. A fronte di questa abbondanza, la domanda nazionale rimane estremamente debole, contribuendo a consolidare un quadro di sostanziale inerzia dei prezzi.
In questa situazione, non si intravedono al momento elementi tali da modificare le quotazioni, né in negativo né in positivo. L’unico possibile movimento nelle prossime settimane potrebbe arrivare non da dinamiche di mercato, ma da fattori logistici tipicamente europei, quali il trasporto su gomma. Questo , infatti, subirà una pausa dal 20 dicembre sino al 10/12 di gennaio, con una conseguente riduzione della disponibilità di camion. Anche via treno le prospettive sono di rallentamenti in quel periodo. Tali circostanza potrebbero provocare un temporaneo sussulto dei prezzi, privo però di fondamentali sottostanti e destinato a rientrare rapidamente.»





