A Ferrara, presso il sito di Ca’ Nova della Fondazione Navarra, è ufficialmente partita la nuova stagione di sperimentazione dedicata al frumento tenero e duro. Un progetto che nasce dalla collaborazione tra Fondazione Navarra, CAI – Consorzi Agrari d’Italia – e le principali aziende sementiere italiane, con un obiettivo chiaro: individuare varietà più produttive, resilienti e sostenibili, capaci di rispondere alle nuove esigenze climatiche e di mercato. approfondiamo le caratteristiche del campo varietale, le varietà in prova e le strategie con l’aiuto di Alfredo Bernard, Vice Presidente, e Luca Davì, Responsabile Tecnico della Fondazione.
Un campo varietale costruito per rappresentare il territorio
La scelta del terreno non è casuale: il campo sperimentale è stato realizzato su suoli “tipici” dell’area ferrarese, con tessitura limoso-argillosa, medio impasto a prevalenza limosa, sostanza organica compresa tra 1,3 e 1,5%. L’avvicendamento colturale è quello classico delle aziende estensive – frumento, mais, soia, bietola, colza e, nei terreni irrigui, pisello – ma nell’area destinata alle prove non è presente alcun impianto irriguo, condizione utile per valutare la reale capacità di resilienza delle varietà.
28 varietà di frumento tenero e duro
Nel campo dimostrativo trovano spazio ben 28 varietà tra tenero e duro, tra cui linee consolidate, già affermate in Pianura Padana grazie a stabilità produttiva e qualità tecnologica. A queste si affiancano nuove varietà, selezionate in base alle esigenze emergenti del settore, dalla resistenza alle malattie alle performance in stress idrici e termici. Uno degli elementi di maggior interesse è la presenza di varietà ibride, tema che negli ultimi anni sta attirando l’attenzione di tecnici e cerealicoltori. La Fondazione include una varietà ibrida già nota e due nuove linee da valutare, tutte caratterizzate da maggiore resistenza agli stress abiotici, incremento produttivo rispetto alle varietà tradizionali e destinazione prevalente a uso granella. Per queste varietà, il contenuto proteico rimane mediamente inferiore rispetto ai panificabili superiori, ma la stabilità produttiva e l’elasticità agronomica rendono gli ibridi un’opzione strategica per molte aziende.
Resistenze alle malattie: un criterio decisivo
La scelta varietale tiene conto soprattutto delle malattie più temute dell’area ferrarese. La fusariosi e il relativo rischio di contaminazione da micotossine (DON) rappresentano l’avversità più pericolosa, mentre la septoriosi resta una costante minaccia fortemente influenzata dall’andamento stagionale. Non meno rilevante è il problema delle infestanti graminacee resistenti agli erbicidi, in preoccupante crescita nella provincia. Per questi motivi nel campo sono presenti varietà selezionate per la resistenza alle principali malattie fungine, la tolleranza a semine anticipate o ritardate, oltre che per la qualità tecnologica destinata a mercati specifici (biscottieri, panificabili superiori, grani duri ad alto tenore proteico).
Un progetto per rendere la cerealicoltura più sostenibile
L’obiettivo finale è duplice: migliorare resa e qualità del grano e, allo stesso tempo, ridurre l’impatto ambientale grazie alle tecnologie 4.0 e a una gestione più efficiente degli input. La Fondazione Navarra, che da anni punta sulla sperimentazione in agricoltura conservativa, conferma così il proprio ruolo di riferimento nella cerealicoltura italiana, mettendo a disposizione di agricoltori, tecnici e studenti dati oggettivi, verificabili e replicabili.
Alcune foto delle semine
Foto di Fondazione Navarra.
Autore: Azzurra Giorgio
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