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NUTRIRE IL SUOLO

Concimazione e difesa del frumento in agricoltura rigenerativa: ce lo spiega Tommaso Gaifami

Come si impostano concimazione e difesa fitosanitaria in un sistema di agricoltura rigenerativa del frumento? Lo abbiamo approfondito con Tommaso Gaifami (nella foto), Dottore Agronomo e fondatore di Marsilea srl, gruppo di agronomi che opera in Italia e all’estero con focus su agroecologia e transizione rigenerativa. L’obiettivo non è “nutrire la coltura”, ma nutrire il suolo, migliorando fertilità, qualità e resilienza della coltura.

Concimazione rigenerativa: partire dal suolo e lavorare con la biologia

La concimazione rigenerativa non inizia dal sacco di concime, ma dalle analisi del terreno. Come ci spiega Tommaso Gaifami, conoscere macro e microelementi permette di intervenire con strategia, evitando eccessi e insufficienze.
Il primo pilastro è la fertilità organica che, in un sistema ben integrato, si genera in primo luogo attraverso rotazioni studiate ad hoc e minime lavorazioni. In caso di necessità di integrazione, si può intervenire con compost, concimi organici come la pollina o altri prodotti pellettati (titolo 4–10% circa di azoto), soprattutto in pre-semina per sfruttare la lenta cessione. Se la rotazione include leguminose, l’apporto di azoto naturale riduce ulteriormente la necessità di input esterni.

Di crescente interesse sono i prodotti inoculati con microrganismi utili, che attivano la rizosfera nelle prime fasi, migliorano germinazione e vigore e aumentano l’efficienza nutrizionale. La concia biologica del seme, con microrganismi promotori della crescita, consente un avvio più uniforme, riduce stress iniziali e facilita l’interazione tra radici e microrganismi del suolo.

Difesa rigenerativa: microrganismi utili e strategie preventive

Nell’approccio rigenerativo la difesa mira a ridurre la pressione dei patogeni attraverso microbiologia e prevenzione. Tra i mezzi più efficaci, Tommaso Gaifami indica il Trichoderma, fungo antagonista che contrasta in particolare la fusariosi agendo in competizione per spazio e nutrienti.
Può essere impiegato:
preventivamente, per stabilire un microbioma protettivo;
alla comparsa dei primi sintomi;
in condizioni meteo a rischio, in fase di fioritura;
 a scopo curativo, nei limiti della sua efficacia.

Le esperienze raccolte da Marsilea, anche in annate complesse come il 2023-24, hanno mostrato livelli di micotossine entro i limiti di commerciabilità, confermando che l’integrazione tra biologia del suolo, varietà rustiche e input microbiologici può sostituire o ridurre la difesa chimica di sintesi.
La difesa rigenerativa è efficace anche perché si inserisce in un quadro più ampio: suoli vivi, minime lavorazioni e buona nutrizione creano condizioni meno favorevoli ai patogeni.

Foto di Tommaso Gaifami.

Autore: Azzurra Giorgio

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