Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha annunciato ieri il ritiro della proposta del Regolamento sull’uso sostenibile dei fitofarmaci (SUR), dopo che già era stata respinta dal Parlamento. La stessa Von Der Leyen ha dichiarato in plenaria: «La Commissione ha proposto la legge sull’uso sostenibile dei pesticidi, con l’obiettivo degno di ridurre i rischi dei prodotti fitosanitari chimici. Ma la proposta è diventata un simbolo di polarizzazione. È stata respinta dal Parlamento europeo. Non ci sono più progressi neanche nel Consiglio. Ecco perché proporrò al Collegio di ritirarla». Leggi il nostro articolo del 6 febbraio.
Il Regolamento puntava ad una riduzione del 50% dell’uso di prodotti chimici per la difesa delle piante in agricoltura entro il 2030. Adesso la politica europea dovrà proseguire sul tema con metodi e proposte alternative, mentre agli agricoltori restano comunque da gestire le difficili sfide del cambiamento climatico.
Abbiamo sentito il parere di Patrizia Vaccino, responsabile della sede del CREA di Vercelli, sulla decisione della Commissione: «sicuramente è fondamentale mettere in atto tutte le azioni necessarie per salvaguardare il pianeta, ma è altrettanto fondamentale ricordare che l’agricoltura è un settore vitale per tutti noi, soprattutto in prospettiva della popolazione in continua crescita».
Quanto è ancora necessaria e utile la chimica? E nei cereali?
«Purtroppo, a livello intensivo, al momento non è possibile produrre senza l’uso di supporti chimici, troppo spesso chiamati “pesticidi”, quasi a demonizzare il settore agricolo. L’uso di fertilizzanti, diserbi, fungicidi, se effettuato con cognizione e buonsenso, serve a ottenere produzioni di qualità, sane. Quindi, ad esempio, senza presenza di micotossine, pericolosissime per la salute umana ed animale».
Ritirato il SUR: quali le soluzioni alternative?
«Da ricercatrice vorrei anche, però, ricordare che un grande passo avanti verso un’agricoltura più sostenibile potrà essere realizzato attraverso un approccio che unisca la genetica e l’innovazione agronomica. Quindi, da un lato l’uso delle nuove tecnologie, le cosiddette TEA, cui la ricerca mondiale sta lavorando alacremente (a livello europeo, proprio mercoledì scorso, c’è stato il voto favorevole del comitato sull’ambiente). Dall’altro, per fare solo alcuni esempi, l’intensificazione delle rotazioni per ottimizzare l’utilizzo del suolo e delle risorse, o il passaggio graduale dalla chimica del petrolio alle molecole plant-based, o l’utilizzo delle interazioni positive pianta-microrganismi del suolo, senza dimenticare l’utilizzo intelligente della risorsa idrica. Certo, la strada è ancora abbastanza lunga, ma l’impatto positivo sull’agricoltura è potenzialmente enorme».
Autore: Azzurra Giorgio
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