Prezzi ancora in calo e mercato che rimane bloccato nelle sedute di borsa tenutesi nella settimana che sta per chiudersi. I consumi sono contenuti e la disponibilità di merce rimane elevata per il periodo, considerando che gli arrivi dall’estero non stentano a diminuire.
ABBIAMO TOCCATO IL FONDO?
I prezzi globali delle esportazioni di grano sono diminuiti a gennaio. Ciò a causa di una concorrenza che nelle ultime settimane continua a mostrarsi forte tra gli esportatori. Di recente, inoltre, sono arrivati sul mercato i raccolti ottenuti nei Paesi dell’emisfero meridionale, aumentando la merce disponibile. A farsi sentire vi è poi la spinta al ribasso data dalla merce proveniente dall’Ucraina. Le vendite del Paese in guerra con la Russia verso l’Ue, appoggiate dalla Commissione, sono cresciute in modo importante a seguito dell’impossibilità o difficoltà di navigazione per il Mediterraneo.
L’Europa ha fisiologicamente bisogno di importazioni, avendo nella sola Francia un paese esportatore. Questo comporta che sia difficile alzare muri nonostante questo contesto renda difficile un apprezzamento del frumento italiano, costretto a competere con mercati ben più strutturati, anche a livello agronomico. Senza contare gli svantaggi scaturiti dalla gestione UE, che hanno portato i produttori all’esasperazione che vediamo ormai ogni giorno espressa in strada. Forse, dopo il continuo calo delle mercuriali manifestatosi nell’ultimo anno in tutti i listini relativi a prodotti basati sul frumento, siamo arrivati vicini al fondo. Oggi pare potrebbe bastare un leggero squilibrio nel contesto geopolitico, capace di rendere più complesso il commercio internazionale anche solo in parte, a far tornare a crescere i listini.
GLI ANDAMENTI A LISTINO
Analizzando nel dettaglio i valori espressi a Milano e Bologna si nota che: i grani teneri nazionali vedono minimi aggiustamenti in ribasso, maggiori nel capoluogo emiliano. Stabili il Di forza e il Panificabile superiore, che vedono il proprio prezzo protetto dalla minor disponibilità, essendo prodotti che si distinguono per qualità. Nei frumenti teneri esteri i cali sono maggiori su Milano mentre alla pari con i nostrani su Bologna. Continua il calo dei grani duri nazionali che questa settimana perdono 5€/t in entrambe le sedi, senza distinzione alcuna fra le voci. Lo stesso ribasso si registra nel prodotto estero. Gli sfarinati restano invariati, cosa che non vale per i sottoprodotti della macinazione ancora calati e per alcune voci, in misura rilevante. Domanda se non inesistente, ben ridotta. Anche i cruscami registrano tutti variazioni negative in entrambe le sedi.