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AGEA RISPONDE A GRANO ITALIANO

Intervista esclusiva a Salvatore Carfì, Direttore di Agea Coordinamento, sulle innovazioni nei controlli dell’Agenzia

Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, continua a dichiarare il suo “obiettivo di garantire tempi certi, procedure semplificate e un accesso stabile ai finanziamenti”, allo scopo di” accompagnare il comparto agroalimentare lungo un percorso di crescita solida, inclusiva e duratura”. Lo fa ricordando quante sono le risorse erogate nel comparto con una notevole frequenza di comunicati stampa, l’ultimo dei quali, il 27 giugno, riporta come nel 2024 siano stati erogati oltre 88 milioni di € per lo Sviluppo Rurale nell’ambito della Programmazione 2023-2027.

Ma non è tutto rose e fiori…almeno per i CAA e le associazioni di agricoltori, che lamentano ritardi e bachi informatici nella preparazione delle domande PAC, soprattutto legati all’applicazione della “Carta dei suoli”, obbligatoria per la validazione dei fascicoli aziendali (leggi le problematiche del Piemonte). La macchina amministrativa, quindi, sembra essere in difficoltà e comportare ritardi: che siano un male necessario, almeno temporaneamente, per permettere l’implementazione di innovazioni tecnologiche utili a migliorare la vita di tutti gli attori, agricoltori e controllori compresi?

agea rispondeLo abbiamo chiesto a Salvatore Carfì, direttore di Agea Coordinamento (nella foto), con l’obiettivo di capirne di più sulle tecnologie digitali integrate nel sistema dei controlli in agricoltura di competenza dell’Agenzia. Nell’intervista, grazie alla disponibilità e alla precisione dimostrata da Salvatore Carfì, approfondiamo gli impatti sulle colture dei cereali autunno-vernini per tecnici e agricoltori, tra “quaderno di campagna elettronico” e “carta dei suoli”, per chiarire come deve cambiare l’approccio e la professionalità di chi lavora in questo delicato sistema di erogazioni e controlli.

Dott. Carfì, se guardiamo gli ultimi 5 anni, quali tecnologie digitali sono state integrate nel sistema dei controlli in agricoltura che vi competono? 

«L’Italia è stato il primo paese, nel 2018, in Europa, ad introdurre l’uso sistematico dei satelliti per controllare i terreni agricoli. Rendendo concreta l’osservazione del suolo attraverso immagini satellitari, al posto dei costosi controlli a campione in campo, Agea introdusse un primo salto tecnologico nell’ambito dei controlli agricoli, facendosi artefice di una vera e propria rivoluzione.

Proseguendo su questa rotta Agea ha implementato tecnologie sempre più avanzate per la gestione e il monitoraggio delle superfici agricole, inclusi i seminativi, con ricadute di maggiore efficienza e velocità nella ricezione dei pagamenti e più trasparenza nelle lotte alle frodi. L’evoluzione in ambito satellitare si chiama Area Monitoring System, una procedura periodica e sistematica di osservazione, sorveglianza e valutazione dell’uso e delle condizioni del suolo, in particolare dei seminativi, per accertare i criteri di ammissibilità agli aiuti richiesti. Il sistema ha il vantaggio di ispirare i controlli a criteri di oggettività e identificare le colture attraverso l’analisi degli andamenti fenologici rilevati dal satellite. Questo elimina i margini di errore umani e riduce i tempi burocratici.

L’introduzione di strumenti avanzati di osservazione del territorio ha portato ad una delle innovazioni più significative introdotte in agricoltura negli ultimi anni: la Carta Nazionale dei Suoli. Si tratta, in sostanza, di una mappa digitale, aggiornata e dettagliata di utilizzazione del suolo. Operando in sinergia con l’Area monitoring system la CdNS permette un monitoraggio satellitare continuo e “in tempo reale” delle attività agricole, verificando la conformità delle pratiche dichiarate e consentendo controlli più tempestivi e preventivi.

L’Italia è uno dei pochi Paesi in grado di mappare l’intero territorio agricolo su scala 1:2000, con 178 classi di suolo diverse. Questo permette, ad esempio, di identificare subito se in un’area dichiarata come coltivata è presente un edificio o una strada. La CdNS è una tecnologia italiana, adottata ufficialmente nel 2024, che oggi rappresenta un punto di riferimento a livello europeo».

Quali di queste hanno avuto i maggiori impatti, in particolare nell’ambito del frumento e dei cereali autunno-vernini?

«Sicuramente il sistema di monitoraggio delle superfici (Area Monitoring System – AMS) e l’app geotag per il riconoscimento automatico di colture.

L’aggiornamento in tempo reale dello stato colturale del terreno e l’identificazione delle colture avviene secondo criteri sempre più oggettivi e imparziali grazie all’utilizzo di algoritmi di machine learning e l’ausilio dell’intelligenza artificiale nella fotointerpretazione. Questo comporta la possibilità per l’agricoltore di sapere in anticipo l’ammissibilità del diritto all’aiuto e correggere eventuali problemi in itinere.

Agea ha inoltre istituito un Comitato per l’intelligenza artificiale con il compito di effettuare una specifica ricognizione ed analisi delle esigenze di automazione, in relazione allo sviluppo di sistemi di supporto alle decisioni, rispetto a vari aspetti e compiti dell’agenzia.  In tale ambito è in fase di sviluppo un’app GeoTag che, grazie all’intelligenza artificiale, integra la classificazione e il riconoscimento automatico delle colture e, mediante tecniche di clusterizzazione, è in grado di definire automaticamente le aree interessate.

Di grande importanza per la cerealicoltura sono, inoltre, il monitoraggio della siccità e il controllo degli sprechi: per la gestione degli aiuti legati alla siccità, in particolare per i seminativi, Agea utilizza indici come lo SPEI (Standardized Precipitation Evapotranspiration Index) e l’NDVI (Normalized Difference Vegetation Index) ottenuti da immagini satellitari. Questi indici permettono di identificare i territori colpiti dalla siccità e di stimare con precisione la perdita di produttività dei raccolti in base alle variazioni dell’attività fotosintetica.

Infine, un monitoraggio sempre più efficiente ed avanzato dello stato delle colture permette di prevenire gli sprechi, supportando i cerealicoltori nell’adozione di pratiche più sostenibili e nell’investimento in macchinari a basso impatto ambientale. Facilita l’accesso a incentivi pubblici per investimenti in innovazione tecnologica, agricoltura di precisione e digitalizzazione, rendendo questi strumenti accessibili anche a piccole e medie imprese».

Che ruolo giocherà il “quaderno di campagna elettronico”? Molti tecnici e agricoltori si chiedono se avrà una reale utilità o se rappresenterà un ulteriore carico burocratico.

«Il quaderno di campagna, integrato nel SIAN, rappresenta un’importante innovazione che permetterà di tenere traccia di tutte le operazioni effettuate in campo, risultando molto utile per valutare le scelte fatte e i protocolli e le norme seguiti. Tale strumento sarà di supporto agli agricoltori per ottimizzare la gestione della propria attività, garantendo, ad esempio, la tracciabilità dei prodotti e la sicurezza alimentare, aiutando a rispettare le normative in materia di agricoltura, dimostrando di essere in regola con gli obblighi richiesti per ottenere contributi finanziari o incentivi e facilitando la gestione di risorse come acqua, concimi e fitosanitari. Esso, inoltre, consentirà di ridurre il rischio di errori grazie a calcoli automatizzati ed agevolare l’accessibilità ai dati (disponibili on time), oltre a contribuire alla semplificazione degli oneri burocratici e amministrativi, grazie all’efficentamento che ne deriverà nel sistema dei controlli.

È utile evidenziare che il registro dei fertilizzanti e dei trattamenti in modalità elettronica applicati sui terreni dell’Europea è un obbligo comunitario previsto dal regolamento UE n. 564/2023 e si applicherà a decorrere dal 1° gennaio 2026. Quindi è stato lungimirante l’aver previsto un modello facoltativo di fornire elettronicamente le informazioni sui trattamenti che sicuramente ha portato ad aver pronto il sistema applicativo e farci trovare pronti con l’obbligo comunitario con ben 6 mesi di anticipo».

Le immagini satellitari e la loro interpretazione “automatica” sono spesso al centro delle critiche di CAA e di agricoltori che lamentano errori di comprensione da parte del sistema: ad esempio, ci riferiamo alle nuove foto aeree della “carta dei suoli” con cui gli operatori del territorio dichiarano di lavorare con estrema difficoltà e con alta possibilità di commettere errori. Quali reazioni dal territorio vi risultano e come rispondete?

«La Carta Nazionale dell’Uso del Suolo è una rappresentazione cartografica dettagliata dell’intero territorio nazionale in scala 1:2.000, ottenuta tramite foto-restituzione da ortofoto aeree, integrate con immagini satellitari Sentinel-2. Agea ha sviluppato su questo strato cartografico il Piano Colturale Grafico, che permette agli agricoltori e ai CAA di disegnare direttamente le superfici aziendali e le coltivazioni condotte.

Su richiesta dei CAA, sono state introdotte anche funzionalità aggiuntive che consentono di utilizzare, come riferimento, le isole aziendali della campagna precedente, costruite per aggregazione di particelle catastali contigue. Tuttavia, il catasto non sempre riflette con precisione la realtà territoriale: da ciò derivano disallineamenti tra i confini aziendali e la Carta dell’Uso del Suolo, che generano poligoni con codici d’uso del suolo differenti rispetto a quanto dichiarato.

Queste difformità si traducono in un elenco di “discordanti” che i CAA trasformano in istanze di riesame. Nella campagna 2024, le istanze presentate sono state oltre 11 milioni: tutte sono state esaminate visivamente da tecnici specializzati. Di queste, circa 680.000 sono state accolte, mentre circa 10,32 milioni sono state respinte. Alcuni esempi ricorrenti includono superfici dichiarate come seminativo che risultano parzialmente ricadere su boschi, strade o altri usi non compatibili, oppure superfici a pascolo che si sovrappongono a zone boscate.

Per aumentare la trasparenza e offrire ulteriori possibilità di verifica, Agea ha previsto anche la possibilità di una seconda istanza di riesame, basata sull’istruttoria dei controlli con tecnologia AMS. Questa seconda finestra ha tuttavia generato un numero di richieste molto più limitato: meno di 15.000, a conferma del fatto che l’impianto generale del sistema è solido e che la documentazione probante è fondamentale.

Per la campagna 2025, sarà possibile presentare istanze di riesame solo se adeguatamente documentate. Questo approccio intende rendere il processo più efficiente, riducendo il numero di richieste e garantendo una gestione più mirata e qualificata delle difformità».

Qual è la frequenza dei ricorsi agli esiti dei controlli basati sulle nuove tecnologie digitali? Come si gestiscono queste controversie? C’è un trend in diminuzione grazie all’evoluzione della tecnologia di “apprendimento” che impiegate?

«I controlli basati sulle nuove tecnologie riguardano principalmente i controlli AMS (controlli satellitari), applicati in Italia per la Domanda Unica fin dal 2018. Inizialmente utilizzati su una sola provincia, sono stati progressivamente estesi nelle annualità successive fino a coprire, nel 2020, l’intero territorio nazionale. A partire dal 2024, la metodologia è stata estesa anche allo Sviluppo Rurale, per le misure a superficie.

Fin dal 2018 è stato implementato un sistema di follow-up, utilizzato per disambiguare le posizioni di marker non conclusivi, e successivamente, con la campagna 2020, esteso alla gestione dell’accettazione o contestazione degli esiti negativi. In particolare, Agea invia una comunicazione ai produttori, indicando gli appezzamenti segnalati con bandierine rosse e offrendo la possibilità, entro un termine definito, di accettare l’esito (evitando l’applicazione delle sanzioni) oppure di contestarlo.

La contestazione avviene tramite una specifica funzione che consente di indicare nel dettaglio le parcelle oggetto di contestazione e allegare la relativa documentazione giustificativa (geotag). Un gruppo di fotointerpreti agronomi analizza il materiale ricevuto e, verificandone la ricevibilità, può confermare l’esito dell’analisi satellitare oppure rettificare, in tutto o in parte, la parcella agricola, generando una rettifica automatica alla domanda di aiuto.

L’esito della lavorazione è automaticamente disponibile per l’esecuzione dei pagamenti».

 Come deve evolvere la professionalità di coloro che svolgono controlli in seguito a tutto ciò?

«Devono rimodulare i controlli attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie applicabili alla Pac come quelle dell’utilizzo delle foto georeferenziate con algoritmi di riconoscimento automatico della coltura, supporto alla definizione dei markers colturali e delle attività agricole applicate all’Area Monitoring System (AMS) e più assiduità ad eseguire controlli incrociati dei dati disponibili nel Sian e eventuali incontri con gli agricoltori con piattaforme digitali da remoto».

I cerealicoltori e i CAA sono pronti per i nuovi sistemi di controllo? Se no, perchè? Cosa deve cambiare? Molti attori sul territorio si lamentano dell’obbligo di “assunzione” come lavoratore dipendente della figura di “istruttore/ verificatore”, onere difficilmente sostenibile e ingiustificato: come rispondete?

«Si, gli operatori sono pronti perché vengono messi a disposizione tutti gli strumenti tecnologici necessari per adempiere al loro compito. Quello su cui bisogna puntare è la formazione specifica basata su modelli di Training of Trainers (ToT) ma occorre che le strutture interessate siano pronte a questa nuovo percorso innovativo.  La questione del lavoratore dipendente della figura istruttore/verificatore è una disposizione normativa e da ultima validata anche da sentenze della giustizia amministrativa. La norma unionale di principio mira a mettere in atto una regola fondamentale per il riconoscimento di un Organismo Pagatore: la separazione della funzione e la supervisione tra chi compila un atto e il superiore gerarchico che ne valida il rispetto della procedura adottata in conformità alle regole previste per il relativo procedimento amministrativo».

In cosa consiste la visione di governance digitale di Agea e quando diventerà realtà? Che cosa cambierà per i cerealicoltori, nella loro vita quotidiana?

«La visione di governance digitale di Agea è quella di trasformare l’Agenzia da un semplice organismo pagatore a un’infrastruttura pubblica strategica e un attore proattivo e generatore di valore pubblico per il settore agricolo italiano.

Nell’ambito del monitoraggio delle pratiche agricole coincide con un nuovo modello di controllo che diventa accompagnamento, dialogo, prevenzione, semplificando la vita a tutti: chi lavora la terra e a chi gestisce le risorse pubbliche.

L’obiettivo sentito come prioritario è la riduzione della burocrazia correlata alla velocizzazione nei pagamenti, obiettivo che Agea ha raggiunto rivoluzionando il sistema dei controlli, rendendoli più preventivi e collaborativi.

  • Preventivi in quanto la verifica dei requisiti di ammissibilità non è più fatta ex post ma ex ante rispetto alla presentazione della domanda di aiuto grazie all’aggiornamento costante delle rilevazioni satellitari e alla loro fotointerpretazione, effettuata in parte anche con l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Un’impostazione che evita di dover applicare successivamente decurtazioni o penalità nei pagamenti agli agricoltori.
  • Collaborativi in quanto in caso di esiti negativi o dubbi dei controlli satellitari è possibile interagire rapidamente con l’agricoltore per risolvere le anomalie prima dell’applicazione di sanzioni. Attraverso un’app l’agricoltore può scattare una foto geolocalizzata per dimostrare la situazione reale del suo campo da remoto, prevenendo le ispezioni in loco.

È un nuovo modo di fare pubblica amministrazione, più vicino al cittadino e più efficiente.

A questo si aggiungono le cosiddette “mappe di rischio”: le zone più soggette a siccità, frane, alluvioni, o vulnerabilità ambientali. Integrando queste mappe con la carta dei suoli e con il fascicolo aziendale, è possibile personalizzare gli aiuti, rendere le domande più semplici e garantire controlli più equi».

Quali fondi stanno supportando questa transizione e, quindi, gli investimenti in tecnologia dell’agenzia?

«La trasformazione digitale rappresenta un percorso evolutivo verso cui l’Agenzia ha diretto i propri sforzi organizzativi e finanziari, in quanto asset strategico per la competitività e l’efficienza del settore agricolo.

In tale ottica Agea ha sviluppato nel corso degli anni un approccio virtuoso di gestione che è culminato nel 2025 in un nuovo modello di gestione e controllo della spesa interna che consentirà, anche per le prossime annualità, di monitorare costantemente le performance dell’Agenzia.

Agea ha dunque implementato un meccanismo innovativo di pianificazione delle spese che ha incluso una classificazione dei fabbisogni tecnologici, funzionale ad erogare servizi digitali sempre più all’avanguardia a beneficio del sistema agricolo.

Inoltre, la leadership tecnologica conquistata ha permesso all’Agenzia di beneficiare di un finanziamento da 2.6 M€ nell’ambito dei fondi del PNRR, in quanto prima tra le PA a livello nazionale a migrare sul cloud del Polo Strategico Nazionale (PSN).

La migrazione del SIAN, Sistema Informativo Agricolo Nazionale, su cui Agea, a seguito del decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, ha rafforzato ulteriormente la propria governance, su un’infrastruttura ad alta affidabilità come il PSN, garantirà sempre maggiore continuità e qualità nella fruizione di dati e servizi per il monitoraggio delle attività agricole».

Autore: Azzurra Giorgio

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