Le quotazioni a listino non si smuovono, in un mercato caratterizzato da un numero di scambi ridotto. I prezzi restano così su livelli insoddisfacenti per gli agricoltori, che in diverse zone d’Italia hanno vissuto un’annata agronomica difficile in un contesto complicato da aumento dei costi, calo del supporto dall’Ue e crescenti oneri burocratici.
GLI AGRICOLTORI VENETI CHIEDONO DI RIVEDERE LE REGOLE COMMERCIALI
A soffrire questa situazione sono entrambe le filiere. Non sono solo i produttori di grano duro del Sud Italia, colpiti dalla nota e prolungata siccità dei mesi scorsi, ad aver subito cali produttivi. In un recente comunicato Confagricoltura Veneto ha affermato che il grano, sia tenero che duro, nella loro regione ha registrato un calo delle rese del 25% e una qualità mediocre per l’eccesso di piogge del periodo primaverile. Ciò è avvenuto in molti altri territori del Nord, portando a cali produttivi che, uniti all’aumento nei costi, rendono insostenibili gli attuali prezzi di vendita. Gli agricoltori sono ormai esasperati e come più volte testimoniato nei nostri articoli (LEGGI), in molti stanno scegliendo di non seminare nonostante negli ultimi giorni il clima sia stato favorevole.
Confagricoltura Veneto sostiene che andrebbero riviste le attuali regole commerciali che danneggiano i produttori italiani. Le attuali coperture, infatti, provengono per lo più dall’estero, con il Nord America e gli altri Paesi Ue che stanno sopperendo al forte calo di disponibilità interna in essere.
PER DURO A QUESTI PREZZI NON SI SEMINA
Il contesto di mercato più negativo è per il frumento duro. Qui, nonostante l’offerta interna sia in deficit di 3 milioni di tonnellate e siano molti gli agricoltori che stanno scegliendo di abbandonare la coltivazione di questo cereale nelle nuove semine, i prezzi nazionali continuano ad essere totalmente bloccati. A livello globale, la produzione supera i 35 milioni di tonnellate, assicurando una buona disponibilità. Come abbiamo appreso la scorsa settimana (LEGGI) il raccolto Usa è decisamente pronto a sopperire alle nostre carenze, identificandoci come il loro principale cliente nella campagna di mercato in corso. Nell’ultima settimana però il mercato statunitense ha mostrato una tendenza moderatamente rialzista, sostenuta anche dal rafforzamento del dollaro, che non sembra aver impattato sul nostro mercato. Ciò è avvenuto poiché a considerarci il loro miglior cliente sono anche gli altri Paesi Ue, che hanno soddisfatto la domanda evitando rincari.
PER TENERO MENO PREOCCUPAZIONI
Va un po’ meglio, come di consueto nell’ultimo periodo, per il mercato del frumento tenero. Si registrano anche due aumenti per il biscottiero e per l’uso zootecnico su Milano, mentre resta completamente stabile il listino di Bologna. Questa variazione è frutto di una minor presenza di offerta interna per le classi merceologiche inferiori rispetto a quella presente per i grani di forza. Il prodotto di maggior qualità mantiene così un prezzo competitivo rispetto al suo omologo di origine estera. Intanto le semine accelerano in Italia ed in Europa grazie a condizioni meteo favorevoli, con incertezza riguardo all’investimento di superficie ma meno preoccupazioni rispetto al duro.
Anche il mercato globale resta in attesa degli sviluppi riguardo a semine e prossimi raccolti nell’emisfero sud, con scambi ridotti. Gli Stati Uniti proseguono nelle semine dei grani invernali, mentre il Canada è in ritardo rispetto alle attese. In Argentina, le piogge migliorano lo stato delle colture, con raccolto 2024 in buone condizioni nel 68% dei casi.