L’appuntamento è per il 9 ottobre a Roma, nella sede del CREA-AN: l’Associazione Italiana di Scienza e Tecnologia dei Cereali (AISTEC) festeggia i suoi 30 anni con un convegno che unirà i grandi esperti italiani del settore.
AISTEC racconta l’evoluzione del settore dei cereali
L’evento ripercorrerà l’evoluzione negli ultimi trenta anni della gestione dei sistemi colturali, dalle innovazioni agronomiche alla genetica, dal rapporto con le filiere di trasformazione alle tecnologie, oltre all’interazione con i mercati e la politica comunitaria e nazionale. Il workshop sarà anche un’occasione di confronto per l’individuazione delle strategie e innovazioni necessarie per affrontare le molteplici sfide che attendono le filiere cerealicole.
Tra gli altri, interverranno all’evento Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia, Amedeo Reyneri e Massimo Blandino dell’Università di Torino, Nicola Pecchioni, Direttore del CREA Cerealicoltura e Colture Industriali, ed Emanuele Marconi, Direttore del CREA Alimenti e Nutrizione.
Serve innovare le pratiche agronomiche
I Prof.ri Amedeo Reyneri e Massimo Blandino interverranno al convegno con un excursus su come negli ultimi 30 anni sia mutata la gestione agronomica dei cereali, in campo e nei rapporti con il settore della trasformazione. Come ci spiega Massimo Blandino, la cerealicoltura si è evoluta in un contesto di grande complessità dovuta all’introduzione di tanti nuovi obiettivi e requisiti che si sono aggiunti ai precedenti. Ci spiega: «un tempo i cereali erano tra le colture di più semplice gestione, in cui l’obiettivo principale era massimizzare la produzione. La progressiva crescita dell’attenzione verso la qualità ha portato ad adottare una gestione agronomica più complessa, con obiettivi tecnologici, sanitari, salutistici in funzione delle specifiche destinazioni d’uso.
Parallelamente è cresciuta l’attenzione per la tutela ambientale, inizialmente per limitare gli impatti dell’attività agricola, ma sempre di più con un ruolo positivo, ovvero quello di fornire servizi ecosistemici e contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico (carbon farming). Le necessità di soddisfare contemporaneamente questi diversi obiettivi richiede l’applicazione di nuovi paradigmi nella gestione colturale dei cereali».
In un contesto come questo, l’innovazione è lo strumento utile per affrontare le sfide attuali. La figura dell’agronomo, infatti, è chiave per portare in campo le nuove strategie agronomiche con una visione più ampia, che deve integrare le pratiche, in funzione anche del rapporto con la filiera a valle, ovvero con l’industria e i consumatori. Questo percorso, sottolineano gli esperti dell’Università di Torino, deve partire dalla capacità di ridisegnare i sistemi colturali, con un approccio che integri tutti questi obiettivi.
Nuove strategie per i cerealicoltori
A complicare la vita dei cerealicoltori, però, c’è ormai una pressione sui prezzi di vendita delle granelle e di acquisto dei mezzi tecnici, che mette a rischio la sopravvivenza di tante aziende. Abbiamo chiesto al Prof. Massimo Blandino quale possa essere una strategia vincente: «una via, non facile, ma sicuramente necessaria, è, quella di tradurre queste sfide in opportunità, prestando attenzione al ritorno economico che il raggiungimento degli obiettivi di qualità materiale ed etica-ambientale possa determinare. Dall’altra parte è fondamentale individuare le innovazioni e le strategie a più alta efficienza, ovvero che si traducano nel raggiungimento degli obiettivi con il minor costo.
Per poter perseguire questo è necessario che il mondo agricolo evolva verso una scala sovra-aziendale che permetta da un lato di aggregare l’offerta e migliorare il ritorno alle aziende nella catena del valore, dall’altro di favorire l’introduzione di innovazioni, ed in particolare quelle della meccanica avanzata e delle tecnologie ICT, con una maggior efficienza di applicazione e una forte riduzione dei costi.
La condizione per stare sul mercato
«Per la cerealicoltura», conclude, «questa è l’unica condizione in cui possiamo dire la nostra sul mercato. La nostra realtà fondiaria, anche se in evoluzione, non permetterà di limitare il divario con l’efficienza produttiva dei grandi areali cerealicoli mondiali, che al contrario non potrà che aumentare. I nostri modelli produttivi devono quindi differenziarsi, cercando di rispondere alle richieste dei consumatori, in modo efficiente e sostenibile, mantenendo elevata la capacità di seguire rapidamente le evoluzioni che interesseranno nel tempo la società e il mercato».
Il programma della giornata è disponibile cliccando qui.
L’evento sarà trasmesso anche on-line e ad accesso libero per tutti gli interessati. Sul sito AISTEC sono disponibili tutti gli aggiornamenti sul programma e le modalità di iscrizione (www.aistec.it).