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IN PUGLIA LA SICCITÀ FA PAURA MA IL GRANO HA BUONE POSSIBILITÀ

Scarse precipitazioni stanno mettendo in pericolo l’agricoltura pugliese

In Puglia è allarme siccità: preoccupa soprattutto la coltivazione dei pomodori. Il grano, per ora, sembra essere al sicuro

La crisi idrica

I dati più aggiornati dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche rivelano una Puglia schiacciata dalla siccità. I volumi idrici trattenuti dalle dighe ammontano a 113,03 milioni di metri cubi, corrispondenti al 34,06% dei volumi di riempimento autorizzati. Rispetto al 2024, l’anno più nero, finora, per le disponibilità idriche, mancano poco meno di 81 milioni di metri cubi.

Le precipitazioni nel mese di aprile hanno continuato ad essere molto scarse e non hanno consentito ai corpi idrici di ricaricarsi, consentendo quantomeno di dare inizio alla stagione irrigua.

Gli invasi

Anche i dati forniti dal Consorzio per la Bonifica della Capitanata aiutano a fare il punto sulla situazione siccità in Puglia.

L’invaso di Occhito, 250.000.000 metri cubi di capacità utilizzabile, ne ha disponibili poco più di 76.800.000. si tratta di una quantità inferiore di oltre 71.000.000 a quella disponibile lo scorso anno. Stessa situazione a Capaccio sul Celone, poco meno di 17.000.000 metri cubi la capacità utilizzabile, quasi 2.800.000 metri cubi l’acqua disponibile, 2.500.000 in meno dello scorso anno. Nell’invaso di San Pietro sull’Osento la disponibilità idrica è superiore allo scorso anno, ma è comunque vuota per tre quinti.

Il Consorzio per la bonifica della Capitanata gestisce quattro dighe con una capacità complessiva di 300 milioni di metri cubi. Tuttavia, solo il 10% delle precipitazioni annuali viene effettivamente raccolto, mentre 60 milioni di metri cubi sono destinati all’acquedotto pugliese e il resto irriga 140.000 ettari di campi coltivati.

Allarme per il pomodoro, bene il grano

«Il grano, incrociamo le dita, sta bene. Ci siamo salvati per il rotto della cuffia in quanto ci sono state delle piogge ad aprile. Credo che adesso abbiamo raggiunto 150 millimetri di pioggia che sono caduti nell’ultimo mese l’ultimo mese e mezzo». Ci aiuta a fare il punto sulla crisi della siccità in Puglia Fernando di Chio, area manager sud per Sis, Società Italiana Sementi. Prosegue: «L’unica preoccupazione da tecnico è che gli agricoltori, scoraggiati dal prezzo, non facciano i trattamenti fungicidi che adesso servirebbero perché l’umidità potrebbe portare allo sviluppo di malattie. Noi non abbiamo particolari problemi di Fusarium, però le ruggini potrebbero darci seri problemi alla raccolta».

«Però il problema serio – continua – sono le colture orticole. La siccità in Puglia sta incidendo ad esempio sul pomodoro. Molti agricoltori che hanno i pozzi hanno incrementato le superfici a pomodoro. Il problema dei pozzi è che il pozzo non ti avvisa quando finisce l’acqua, quindi potrebbero trovarsi a metà luglio senza acqua. E questo è un altro grosso rischio».

La diga del Pappadai

Di fronte alla siccità che sta colpendo la Puglia, la Regione ha rilanciato il progetto della diga del Pappadai, mai entrata in funzione.

«Oggi rilanciamo un’idea nuova per la gestione della risorsa idrica in Puglia e in tutto il Mezzogiorno – ha detto pochi giorni fa il presidente della Regione, Michele Emiliano – che consenta a regioni come Molise, Campania, Calabria o Basilicata, di utilizzare ciò che già è nella nostra disponibilità, grazie a programmi a breve termine, come la diga del Pappadai, e a medio termine, come quella del Liscione in Molise. L’acqua è un patrimonio comunitario che deve essere condiviso secondo uno schema giusto, assicurato da un rapporto tra il governo centrale e le società che devono distribuire l’acqua».

«Sono anni che se ne parla perché basterebbe un adduttore che dal Liscione porti l’acqua in Puglia e potremmo risolvere il problema – spiega però Di Chio –. Un mese fa la diga era piena d’acqua e avrebbero cominciato a buttarla in Adriatico. È folle. È un progetto di cui si parla quando stiamo in emergenza, perché Foggia avrebbe bisogno di tante altre dighe, che non sono mai state finanziate. Questa è una soluzione che potrebbe essere molto utile, però ad oggi rimane sulla carta».

Partiamo dal presupposto che questi eventi, al di là del clima che è cambiato sicuramente, sono eventi ciclici. Io ricordo che gli anni ‘80 sono stati drammatici. Abbiamo avuto una serie di annate in sequenza siccitose che hanno portato danni enormi in agricoltura. Ora per il grano incrociamo le dita perché, come diceva un vecchio agricoltore, la processione si vede quando si ritira. Aspettiamo giugno».

 

 

Autore: Rachele Callegari

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Rachele Callegari

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