La polizza semplificata è una delle principali novità del Piano di Gestione dei Rischi in Agricoltura (PGRA) per il 2025: si tratta di una combinazione di garanzie dedicata solo ad alcune colture, tra cui grano tenero e grano duro. Vediamone gli aspetti salienti che possono interessare i cerealicoltori alle prese con la nuova stagione agraria 2024-25, con l’aiuto di Francesco Martella, direttore del CESAR (Centro per lo Sviluppo Agricolo e Rurale, nella foto). In questo articolo, Francesco Martella illustra ai lettori di Grano italiano anche un esempio di applicazione della polizza semplificata in sinergia con il fondo Agricat, con un caso di danni da siccità su frumento duro.
Francesco Martella, in cosa consiste la novità della polizza semplificata prevista dal PGRA 2025? Quali i vantaggi per i cerealicoltori?
«La novità assoluta è la polizza semplificata (ovvero la combinazione di garanzie G), che copre esclusivamente i danni di quantità. Questa opzione è riservata a poche colture, tra cui il frumento duro, il frumento tenero e altri cereali autunno-vernini (come risone, orzo, avena, farro, segale, triticale, grano turanicum khorasan, triticosecale e grano saraceno) e alcune colture arboree (pesco, nettarine e uva da vino).
Con la polizza semplificata si tutelano i danni di mancata resa dovuti a eventi come gelo, siccità e alluvione, con la possibilità di integrare ulteriori garanzie per avversità di frequenza (es. eccesso di neve, eccesso di pioggia, grandine, vento forte) e/o accessorie (es. colpo di sole, vento caldo, ondata di calore, sbalzi termici). Poiché il valore assicurato è legato al valore indice e la copertura è limitata ai danni di quantità, il costo di questa polizza dovrebbe essere molto contenuto».
Quali sono le sinergie tra polizza semplificata e Agricat? Ci fa un esempio pratico per i cerealicoltori?
«Questa polizza nasce come strumento complementare rispetto ad AgriCat. Infatti per gli agricoltori che sottoscrivono questa polizza avranno dei benefici anche da parte di AgriCat.
Vediamo di seguito un esempio pratico relativo alla coltura del frumento duro, in caso di danni da siccità.
Apriamo con una prima valutazione: affinché il danno sia risarcibile, la siccità si deve verificare nei termini prevista della sua definizione ai fini della gestione del rischio. È definita siccità la condizione di straordinaria carenza di precipitazioni e/o eccessiva evapotraspirazione rispetto alla norma del periodo- calcolata si serie storica di almeno trent’anni – attestata dal superamento del valore soglia di 1,5 dell’indice SPEI- 3mesi. Il fenomeno deve essere tale da causare un grave squilibrio idrologico, durante la stagione vegetativa, con conseguente impatto negativo sulla vitalità delle piante e sulla produzione e/o generare un depauperamento delle fonti di approvvigionamento idrico tale da rendere impossibile l’attuazione di interventi irrigui di soccorso.
Ipotizzando una riduzione di produzione del 70%, la copertura si articola così:
- fino al 20% (franchigia) il danno rimane a carico del produttore.
- dal 21% fino al 55%: AgriCat copre 35 punti per le imprese del Centro-Nord; fino al 60% (40 punti) per quelle del Centro-Sud.
- il restante: viene coperto dalla polizza semplificata, che prevede una franchigia differenziata a seconda dell’area.
Senza la polizza semplificata, la copertura di AgriCat sarebbe inferiore, coprendo ad esempio dal 21% al 35% (15 punti) per il Centro-Nord e fino al 40% (20 punti) per il Centro-Sud, lasciando a carico dell’agricoltore eventuali danni eccedenti.
Lo stesso meccanismo si applica per danni da gelo o alluvione. Un ulteriore aspetto positivo riguarda la stima dei danni: in presenza di copertura assicurativa, il perito designato dalla compagnia effettua una valutazione puntuale azienda per azienda, garantendo maggiore precisione rispetto a una stima d’area senza perizia».
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