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AVVICENDAMENTO? SI, GRAZIE

Il ruolo della pratica nella coltivazione del frumento

Per avvicendamento colturale si intende la variazione della specie agraria coltivata nello stesso appezzamento, da un ciclo produttivo all’altro. Si parla di avvicendamento a ciclo chiuso o rotazione colturale, in cui vige uno schema predefinito che si ripete periodicamente. Si tratta di cicli poliennali di durata variabile, tra i 3 e 5 anni in genere. Nell’avvicendamento libero, invece, non si segue uno schema rigido ma variabile nel medio periodo, la cui definizione dipende principalmente da fattori economici.

La scelta dell’avvicendamento, dal punto di vista agronomico, dipende dal fatto che ogni coltura produce effetti sul comportamento della coltura posta successivamente nel medesimo areale: si parla di effetti di carattere fisico, chimico e biologico che si verificano all’interno del suolo agrario. Come e perchè scegliere una coltura in precessione? I fattori da tenere in considerazione sono numerosi, di carattere economico, organizzativo, ambientale. In un articolo successivo li descriveremo e approfondiremo i vantaggi specifici per la coltura del frumento. Ricordiamo, infatti, che il frumento è avvantaggiato dall’avvicendamento con altre specie e che la riduzione della resa in caso di omosuccessione è rilevante, anche dopo un solo anno.

L’avvicendamento nella storia

Fino al primo medioevo era diffusa la rotazione biennale frumento-maggese: si coltivava solo la metà dello spazio agrario per lasciare a riposo -maggese- l’altra parte. I prodotti del suolo variavano in base al clima ma era predominante la coltivazione di cereali e fave o altri legumi, le rese erano molto basse. Questa rotazione è stata citata da Senofonte, Teofrasto, Virgilio. Ai tempi di Carlo Magno, invece, si diffuse anche la rotazione triennale in cui si avevano tre anni successivi con maggese, poi frumento e, poi, orzo e avena. Nella rotazione quadriennale, invece, al maggese e frumento seguivano 2 anni di loietto. Bisogna attendere il finire del XVII secolo quando, nella contea di Norfolk, in Inghilterra, si diffuse la rotazione quadriennale cosiddetta di Norfolk: al primo anno si coltivata frumento, cui seguiva la rapa al secondo anno, cui seguiva l’orzo al terzo anno e, infine, seguiva il trifoglio al quarto anno.

Le condizioni di scelta

L’avvicendamento è sicuramente possibile laddove il clima si dimostra favorevole. In questi casi, la scelta della coltura ideale deve essere coerente con alcuni principi che garantiscono la corretta gestione del frumento. E’ importante, infatti, che il terreno sia non solo libero dalla precessione in tempo utile per la semina, ma anche che presenti una ridotta banca semi di flora infestante. Affinchè i benefici dell’avvidencamento si manifestino, infatti, la coltura avvicedata deve migliorare la struttura del terreno e lasciare il suolo ricco di nutrienti.

L’avvicendamento frumento-riposo, invece, è consigliabile in caso di precpitazioni minori di 400 mm annui.

Se l’areale è particolarmente siccitoso, invece, è spesso obbligata l’omosuccessione, ovvero la monocoltura, il cosiddetto “ringrano”. Se, infatti, le alternative al frumento sono difficili, l’assenza di avvicendamento è consentita anche dalle regole della nuova condizionalità: in questo ambito, in particolare, le parcelle devono essere condotte in regime di aridocoltura, giustificabile sulla base del clima arido e delle caratteristiche del terreno.  Ricordiamo che, in caso di omosuccessione, è importante che le lavorazioni siano accurate, le concimazioni azotate e i trattamenti di diserbo siano accurati e disponibili. Le paglie andrebbero interrate e la scelta varietale deve essere particolarmente studiata per le condizioni vigenti. In sintesi, se il frumento non viene avvicendato, sono necessari maggiori input in termini di energia, lavoro e mezzi tecnici: di conseguenza, sono più alti i costi e gli impatti sull’ambiente.

Esempi di avvicendamento

Vediamo alcuni esempi di avvicendamento colturale con il frumento come coltura principale: nei casi illustrati, la specie avvicendata dipende dalla disponibilità di risorsa idrica nel periodo estivo.

Laddove l’irrigazione non è disponibile, il frumento può essere avvicendato con una leguminosa (come cece, lenticchia, favino, lupino o pisello). Nelle aree con piovosità minore di 350 mm annui si tende a scegliere l’orzo per la maggiore brevità del ciclo e la lenticchia come leguminosa. La scelta del colza come coltura avvicendata, invece, dipende dalla radice fittonante di questa specie. Questo la rende una ottima precessione, anche per i residui colturali che hanno un effetto di controllo del patogeni nel suolo.

Laddove l’irrigazione è disponibile, il frumento può essere avvicendato con un cereale estivo come il mais o il sorgo. In questi casi, occorre seminare il più precocemente possibile il cereale estivo per consentire una stagione di crescita più lunga. Questa scelta è tipica delle aziende zootecniche che utilizzano il frumento per insilamento. La coltura avvicendata può essere anche pomodoro da trapianto: questo lascia il terreno particolarmente ricco e fertile grazie agli abbondamenti elementi nutritivi nei residui. Ricordiamo che, in questo caso, il periodo tra le due coltura è molto ridotto.

Fonte: Università degli Studi di Milano

Autore: Azzurra Giorgio

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