Ezio Bosso
Come nella rilevazione precedente (LEGGI) il grano duro perde terreno, mentre tenero mostra soltanto leggere correzioni. I ribassi registrati nelle principali piazze riflettono una crescente disponibilità mondiale e la pressione delle importazioni, rese più competitive anche dal calo dei noli marittimi. Il trend ribassista si conferma sia nelle Borse merci nazionali sia nelle Borse mondiali, con cali per tutti gli indici futures legati al frumento.
BORSE GIÙ E IMPORT SU
Non si fermano i ribassi per duro dunque, con nuove riduzioni nei listini delle piazze in analisi. A Foggia si è registrato un calo di 10 €/t, mentre a Milano la flessione è stata di 5 €/t. Timidi segnali positivi a Bologna, dove le contrazioni, minime, hanno interessato soltanto le classi di qualità superiore, lasciando stabili le altre tipologie. La tendenza negativa si ripercuote anche sull’andamento della semola, con ribassi di 5 €/t sia a Milano sia a Bologna. Arrivano notizie anche sul fronte degli scambi internazionali, attraverso il consueto comunicato stampa di Anacer. Nei primi 6 mesi del 2025 l’Italia ha aumentato le importazioni di circa 123.000 tonnellate, andando oltre 1,47 milioni di tonnellate di grano duro acquistate nei Paesi esteri.
Le dinamiche ribassiste sono influenzate da diversi fattori concomitanti. Da un lato, il raccolto italiano del 2025 è stato abbondante, sebbene giudicato scarso in contenuto proteico dall’industria, che sceglie cos’ di rivolgersi maggiormente alle origini estere. Dall’altro, anche la disponibilità mondiale risulta importante, nonostante le previsioni per il raccolto canadese non siano rosee attualmente. A sopperire vi sono le produzioni elevate in Europa e negli States. A questa abbondanza si aggiunge una domanda interna limitata e attendista: molti operatori rimandano gli acquisti in attesa di ulteriori assestamenti dei prezzi, contribuendo così a indebolire ulteriormente il mercato. I futures confermano il trend negativo: a Parigi e a Chicago si registrano ulteriori ribassi, con il Future Durum Wheat Index in calo dello 0,95% nell’ultima rilevazione.
TENERO STABILE CON LIEVI CORREZIONI
Il mercato del grano tenero in Italia conferma un andamento stabile con lievi correzioni al ribasso. A Milano si è registrato un calo per il frumento di forza (-3 €/t) e per quello destinato ad altri usi (-1 €/t), mentre le altre categorie, dal panificabile al biscottiero, sono rimaste stabili. Da segnalare invece un rialzo per le origini nordamericane, con il “Canadian Western Red Spring” e il “Northern Spring” che guadagnano 5 €/t. A Bologna, i ribassi hanno riguardato in particolare gli speciali di forza (-2 €/t), mentre le altre tipologie nazionali sono rimaste stabili; sul fronte estero, invece, si segnalano cali per i comunitari (-2 €/t) e per gli austriaci ad alto contenuto proteico (-2 €/t), a conferma di una certa pressione concorrenziale europea.
La stabilità dei prezzi nazionali è frutto di una disponibilità adeguata, in linea con i fabbisogni della domanda. Questa mostra una maggiore vivacità per i panificabili, spinta anche dal comparto zootecnico, mentre i grani di forza subiscono la concorrenza estera, in particolare da altri Paesi Ue come l’Austria. Le produzioni comunitarie, com’è noto, sono abbondanti, stimate oltre 135 milioni di tonnellate (+19% sul 2024). Il fatto che le uniche variazioni siano negative e non vi siano apprezzamenti per i comparti più richiesti è legato alla pressione dell’offerta dal Mar Nero e al cambio valutario. I futures sono negativi sia a Chicago sia a Parigi, segno di un mercato ribassista per pressoché tutti i titoli legati alla cerealicoltura.
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