LA CALMA PRIMA DELLA MIETITURA

Dopo una settimana dominate dall’incertezza (LEGGI), il mercato cerealicolo prova a dare segnali di stabilità a livello nazionale. All’estero, per il grano duro la tendenza si orienta con più decisione verso il ribasso, trainata dai costi di trasporto in calo. Per il tenero si assiste a un’inerzia diffusa, fatta di stabilità apparente e minimi aggiustamenti su alcune tipologie estere. Nessuna inversione in somma ma la mietitura è sempre più vicina e con essa capiremo le tendenze della nuova campagna di vendita

GRANO TENERO: A MILANO SI MUOVONO GLI ESTERI

A Milano i listini del 27 maggio confermano la piena stabilità per tutti i teneri nazionali, con quotazioni identiche a quelle della settimana precedente. Qualche movimento si registra invece per i teneri esteri. Il frumento comunitario panificabile guadagna 2 €/t, passando a 243–246 €/t. Più evidente, invece, il calo per il comunitario di forza, che perde 10 €/t e scende a 295–305 €/t. Anche il panificabile superiore comunitario accusa un lieve ribasso di 4 €/t. Si tratta di variazioni che, pur limitate, testimoniano una certa tensione sulle partite d’importazione, probabilmente in vista delle dinamiche valutarie e logistiche internazionali.

A Bologna, il 29 maggio, la situazione è perfettamente stabile su tutti i fronti, sia per i frumenti teneri nazionali che per quelli esteri. Un’inerzia che riflette l’attesa per la nuova raccolta, ma anche la difficoltà a individuare segnali chiari da parte della domanda. I futures del grano tenero a Chicago hanno registrato un leggero aumento. Il contratto con scadenza a dicembre 2025 è salito a 240,76 USD/tonnellata, indicando una moderata fiducia nel mercato nonostante le incertezze legate al clima e alla domanda globale. A Parigi la tendenza è mista, scendono le scadenze più ravvicinate, mentre quelle successive registrano lievi aumenti. Questi movimenti riflettono le aspettative di un raccolto abbondante e le dinamiche della domanda nel lungo periodo.

MIETITURA ALLE PORTE PER DURO

Anche per il grano duro si avvicina sempre più la mietitura, che permetterà di definire il quadro con maggiore chiarezza. Per il momento si resta in un contesto di scambio debole. Le borse merci italiane, nell’ultima settimana, hanno registrato in gran parte prezzi invariati: a Foggia, il 28 maggio, tutte le voci (dal biologico al mercantile) risultano stabili; stesso scenario a Milano e Bologna, dove i prezzi sono fermi sia per i duri nazionali che per gli esteri. Eppure, alcune piazze chiave restano in flessione. Sui mercati all’origine, ISMEA rileva 8 piazze stabili su 13 ma cali sensibili sulle restanti 5. In particolare in Sicilia, dove è ormai alle porte la quotazione del raccolto 2025.

A livello internazionale, il trend ribassista si fa più netto. Stavolta a determinare la flessione non sono più i cambi valutari, ma i costi di trasporto in caduta libera, a partire da quelli interni in Canada. L’indice Panamax,  che è parte del Baltic Dry e che tiene traccia delle navi che trasportano grano, è calato ieri per la quinta sessione consecutiva,  continuando a registrare record negativi.

I futures del grano duro sono in leggera ripresa a Chicago, con un aumento dello 0,23% rispetto alla settimana precedente. Tuttavia, la conversione in euro ha evidenziato un calo, principalmente a causa della svalutazione del dollaro USA. A Parigi (Euronext) si osserva una stabilità nei prezzi. La mancanza di variazioni significative indica un mercato in attesa di ulteriori sviluppi riguardo alle condizioni di raccolto e alla domanda internazionale.

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