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IL GRANO CAMPANO NON E’ RIMASTO ALL’ASCIUTTO

La raccolta del grano campano nella testimonianza di un ammassatore

La raccolta del grano in Campania di quest’anno è stata positiva. A certificarlo sono gli stessi produttori e ammassatori che lavorano nelle zone in cui si produce più frumento. Per quanto non sia una regione focalizzata sulla produzione del grano – come la Puglia o la Sicilia – la Campania può vantare una superficie media di terreni destinati al frumento pari a circa 40mila ettari. Una considerevole parte di essi si trovano nella provincia di Avellino.

Campania: raccolta bagnata al momento sbagliato

E proprio nell’avellinese è attiva la dottoressa Giovanna La Penna, ammassatrice di grano ed esperta del settore. «Diciamo che abbiamo avuto una media intorno ai 40 quintali a ettaro, forse anche qualcosa in più e di buona qualità. Anzi ottima qualità fino a un certo momento, poi buona dopo due a quattro giorni dai primi arrivi, perché quando arriva l’acqua, si sa, il grano perde di colore, di peso specifico, di proteine».

Un’acqua che è arrivata tra il 4 e il 5 luglio, che in un’annata normale non avrebbe fatto particolari danni, ma «quest’anno è stata un’annata particolare, eccezionalmente anticipata su tutti i fronti. Ci siamo ritrovati che il 29 giugno si iniziava a raccogliere, anche 15 giorni prima rispetto alla norma», racconta La Penna.

Una situazione completamente opposta a quella della vicina Puglia, che al contrario si è trovata a fronteggiare una siccità che ha diminuito in modo consistente le rese. « Qui la siccità non l’abbiamo sentita», racconta La Penna, «ma più giù, in Puglia, ci sono zone che veramente sono in ginocchio».

La fusariosi della spiga

Non sono mancate le avversità e le fitopatie che hanno messo in difficoltà gli agricoltori. «Quest’anno c’è stata un pochino di fusariosi della spiga (una malattia fungina che secca le spighe) nella fase finale», spiega La Penna. «Quindi si è dovuti intervenire. Chi l’ha fatto ha visto i risultati. Chi non l’ha fatto ha perso la maggior parte dell’accordo. Se non seguiti da una figura tecnica che sia in grado di riconoscere la malattia e che sappia come curarla, nella maggior parte dei casi si perde la raccolta se si rimane senza agire».

L’analisi continuerà domani.

Autore: Ivan Torneo

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