La stagione 24-25 è iniziata in modo anomalo per il frumento, con un andamento meteorologico complesso che ha precluso la possibilità di preparare adeguatamente i terreni e concimare in presemina del frumento, in tante aree d’Italia. Molti agricoltori, però, in estate avevano già deciso di investire molto meno, mettendo così a rischio i risultati di quantità e qualità del raccolto: il mercato dei concimi, tra agosto e ottobre, ha segnato cali fino all’80%, come hanno dichiarato gli esperti a Grano italiano. Mai come in questo momento, quindi, è importante concimare con la testa, definendo dosi, metodi, tempi e prodotti in modo razionale, sulla base delle esigenze dei nostri grani e degli obiettivi commerciali.
In questo articolo illustriamo alcuni punti critici su cui riflettere, con l’aiuto degli esperti che hanno tenuto il webinar dello scorso 5 febbraio sulla Concimazione sostenibile nei cereali a paglia, organizzato dal Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati della Provincia di Rovigo (Stefano Tagliavini e Pasqualino Simeoni) e di Diego Guarise (ICL Italy Srl Milano).
I tempi di cessione dei nutrienti
Accanto all’efficienza d’uso dei nutrienti (NUE – leggi di più sul tema), gioca un ruolo fondamentale la tempistica di cessione, caratteristica con cui l’agricoltore deve fare i conti anche per calcolare gli ingressi in campo, il gasolio consumato e prevedere le dinamiche di dilavamento degli elementi nel suolo. Sono ormai molto diffusi i concimi minerali azotati a lenta cessione e si stanno diffondendo sempre più i prodotti organo-minerali misti, categorizzati come prodotti a lenta cessione grazie alla matrice umificata. Ricordiamo, in ultimo, che le tecnologie a lenta cessione risultano fondamentali nelle diverse strategie di concimazione: questo accade nelle filiere laddove ci sono precise prescrizioni nei disciplinari di produzione, oltre che nei regimi di produzione integrata, laddove nelle zone vulnerabili ai nitrati la lenta cessione consente l’incremento delle dosi di azoto apportate alla coltura.
Diego Guarise, di ICL Italy srl Milano, a questo proposito consiglia di considerare una miscela di concimi a pronto effetto e a lenta cessione, nei prossimi interventi su frumento, di accestimento e levata: questo può aiutare a combattere i rischi di dilavamento e perdite in caso di precipitazioni, in particolare se intense e concentrate.
I fattori limitanti
Una concimazione razionale prevede anche di tenere in considerazione tutta una serie di fattori limitanti l’efficienza dei nutrienti, alcuni più gestibili, altri per nulla controllabili dall’agricoltore. Primo fra tutti il clima, in particolare il livello delle temperature e l’andamento pluviometrico a causa di tutti i fattori che esercitano sul terreno. Tra questi, i fenomeni di dilavamento e gli effetti sull’attività della microflora e microfauna del suolo. Le piogge, poi, hanno un effetto rilevante sulla solubilizzazione del granulo di concime e sulla sua mobilità nel suolo.
Altri fattori limitanti sottolineati da Stefano Tagliavini sono il livello di fertilità chimico-fisica e microbiologica dei nostri suoli, in particolare relativamente alla granulometria e al contenuto in elementi nutrienti, minerali ed organici, e al valore del pH che incide sulla disponibilità dei medesimi elementi. Limitante può essere anche il tipo di avvicendamento colturale scelto dall’agricoltore e, quindi, la posizione che la coltura occupa in esso, relativamente alla destinazione dei residui colturali. Infine, gli elementi nutritivi possono essere indisponibili non solo per i fenomeni di dilavamento ma anche per quelli di insolubilizzazione o di trasformazione che ne impediscono l’utilizzo da parte delle piante, come ad esempio la volatilizzazione in atmosfera.
Concimare le varietà precoci
Infine, ogni specie e, in essa, ogni varietà, si comporta diversamente in termini di esigenze e asportazioni di elementi nutritivi: si pensi alla destinazione del nostro raccolto e a come questa può avere effetti importanti. Stefano Tagliavini sottolinea, ad esempio, come le varietà precoci di frumento richiedano interventi di concimazione anticipati, almeno di 10-15 giorni rispetto al calendario “classico”, e la fertilità residua dopo il loro raccolto va valutata attentamente in vista della semina di colture successive. I cantieri di lavoro e le risorse da mettere in campo, quindi, devono essere attentamente selezionati e programmati, questo soprattutto alla luce di superfici investite che sono sempre di maggiore dimensioni.
Diego Guarise, di ICL Italy srl Milano , a questo proposito ricorda che i grani teneri di forza richiedono necessariamente i due interventi di concimazione in uscita dall’inverno, all’accestimento, e alla levata, oltre a quello successivo appena prima della botticella. Ci dice: «solo queste scelte possono garantire che i parametri di qualità siano rispettati. In questa stagione i grani di forza, inoltre, hanno visto una notevole estensione delle superfici, avendo premiato con quasi 70€/ tonnellata in più rispetto alle altre varietà panificabili comuni nella scorsa annata agraria». E conclude: «L’intervento di concimazione si ripaga sicuramente per l’agricoltore: se pensiamo che oggi il nitrato ammonico al 27 % può costare sui 360-380 €/ tonnellata, mentre il frumento di forza viene pagato intorno ai 300 €/ tonnellata, una dose di circa 100 kg/ha in più di concime distribuito si ripaga anche con solo circa 100-150 kg di granella prodotta in più ad ettaro».
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Autore: Azzurra Giorgio
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