Prosegue l’analisi sull’importanza del fosforo nella coltivazione del frumento (leggi la prima parte). Con Stefano Tagliavini, Professore a Contratto presso l’Università di Modena e Reggio Emilia (modulo Gestione della fertilità chimica del suolo) e Responsabile Sviluppo Fertilizzanti
L’importanza della concimazione di fondo nel frumento
L’apporto di questo elemento si rivela ideale nell’ambito delle concimazioni di fondo, applicate in presemina al frumento, come ci spiega Stefano Tagliavini: “Gli interventi di apporto di fosforo si effettuano con concimazioni di fondo perchè si tratta di un elemento fondamentale per lo sviluppo radicale e, inoltre, poco mobile. In più, favorisce l’accestimento: l’eventuale minor sviluppo nelle prime fasi vegetative, infatti, non si riesce a recuperare con le concimazioni azotate in copertura. Infine, i cambiamenti climatici portano ad inverni sempre più siccitosi: se la pianta di frumento dispone di un ampio apparato radicale, ha una maggiore possibilità di assorbimento delle scarse acque piovane”.
Stefano Tagliavini, che risultati si possono ottenere sul frumento?
“Tra le tante prove fatte, posso citare quella effettuata su grano duro nel 2023 nel campo di prova di De Cecco: la tesi da testare era quella con concime NP (azoto-fosfatico) organo-minerale, a matrice umificata, . Il risultato produttivo si è dimostrato in linea all’intervento con fosfato biammonico anche impiegando 50 kg in meno. L’azoto a rilascio graduale, infatti, permette una buona tenuta fino alla prima concimazione di copertura, consentendo di effettuare una sola azotatura. Il fosforo (in forma di fosfoumato) dimostra una alta efficienza agronomica che consente un aumento dei culmi per m2, quindi un minor quantitativo di seme da distribuire per avere lo stesso numero di spighe per unità di superficie”.
Autore: Azzurra Giorgio
Puoi seguirci anche sui social, siamo su Facebook, Instagram e Linkedin