Confagricoltura incontra i trattori che protestano. C’era anche il presidente nazionale Massimiliano Giansanti all’incontro del 15 febbraio voluto dalla confederazione veneta, a Padova. «Non bisogna mettere un agricoltore contro l’altro. Sono contrario a divisioni e a segnali di inciviltà, però per me oggi andare a parlare con gli agricoltori che protestano sui trattori è stato un bagno di umiltà, che mi ha permesso di comprendere ancora di più che il vaso è veramente colmo e servono azioni molto incisive per migliorare la situazione» ha spiegato Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto, dopo un confronto al parcheggio Euganeo di Padova con alcuni esponenti della protesta dei trattori, che ha fatto tappa nella città del Santo. Un confronto chiesto dagli agricoltori autonomi, che il presidente ha accettato prima dell’assemblea convocata dalla confederazione regionale di Confagricoltura all’hotel Crowne Plaza, dove sono arrivati oltre 700 associati da tutte le province (tantissimi in piedi fuori dalla sala) per parlare di tutte le criticità che stanno mettendo in ginocchio la categoria. Confagricoltura si era sempre espressa a livello nazionale per tener distinta la protesta spontanea dalle proprie rivendicazioni sindacali.
Cosa ha detto il presidente di Confagricoltura Veneto
«Il momento è difficile per tutti e noi non siamo dall’altra parte della barricata – ha dichiarato Giustiniani -. L’agricoltura europea sta attraversando un momento difficile, con contrazione dei redditi o addirittura azzeramento degli stessi. Usciamo da quattro anni difficili, praticamente la tempesta perfetta: la pandemia, l’esplosione dei costi energetici, i problemi di approvvigionamento delle materie prime, l’aumento del costo del denaro. In quattro anni si sono succeduti eventi normalmente spalmati in periodi molto più ampi. La Pac, la Politica agricola comune, si sta dimostrando inadeguata ad affrontare tutte le criticità che si stanno accavallando: gli obiettivi di riduzione dei fitofarmaci e dei fertilizzanti, così come la messa a riposo dei terreni, diminuiscono ancora di più la competitività delle aziende. E tutto questo mentre con gli accordi di libero mercato vengono importati prodotti che non rispettano il principio della reciprocità commerciale e le regole Ue».
Partecipazione del presidente nazionale
All’assemblea ha partecipato il presidente nazionale Massimiliano Giansanti: «Io sono qui per ascoltare le voci degli agricoltori, per poi portare le loro istanze a Bruxelles, il 26 febbraio, in vista della presentazione del pacchetto sulla semplificazione che sarà licenziato in quella data. Stiamo trattando ai tavoli, ad ogni livello, per evidenziare i provvedimenti che mettono in difficoltà gli agricoltori, rimarcando che le risorse destinate oggi all’agricoltura europea sono la metà rispetto a quelli di vent’anni fa: la capacità competitiva dell’imprenditore agricolo è stata fortemente ridimensionata».
Dito contro la Pac
Durante l’assemblea dito puntato contro la Pac (Politica agricola comune), con la richiesta di abolizione del 4% improduttivo e il no alla rotazione obbligatoria. Per il futuro si chiede che l’Europa emani normative all’insegna della semplificazione radicale, con aiuti adeguati alle aziende, con zero burocrazia. Servono, inoltre, sostegni per i settori in difficoltà come i seminativi, la frutticoltura, la zootecnia. Per quando riguarda lo Sviluppo rurale, Confagricoltura chiede che in futuro si basi su poche e chiare misure, anziché essere sottoposto a una miriade di interventi come accade oggi, che ogni Regione applica a suo modo. Altri punti ribattuti in assemblea: la necessità di bloccare le importazioni di cereali a costo zero come quelle dell’Ucraina e di far valere il principio della reciprocità commerciale (no a importazioni di prodotti che non rispettano le regole Ue); lo stop a nuove norme restrittive sul benessere animale e sull’ambiente; e infine no al taglio dell’agevolazione sul gasolio agricolo, che in Italia dovrebbe essere applicato dal 2026.
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