Torniamo in Sicilia, dopo aver incontrato diversi agricoltori (leggi qui l’ultimo articolo pubblicato), per affrontare la difficile situazione dei produttori di frumento duro. Questa volta abbiamo intervistato Ignazio Gibiino, Vice Presidente regionale di Coldiretti Sicilia e Presidente provinciale di Agrigento, agricoltore e produttore di grano duro nelle campagne dell’agrigentino. Ignazio Gibiino (nella foto in alto) è anche uno degli 11 membri della Commissione Sperimentale Nazionale per il Grano Duro, una delle CUN (Commissioni Uniche Nazionali).
Ci racconti della sua esperienza nella CUN? Quali sono gli obiettivi?
Fino ad oggi la mia esperienza nella Commissione Sperimentale per il grano duro è durata circa 1 anno e, attualmente, la sperimentazione sta continuando. Obiettivo della Commissione è procedere alla eliminazione progressiva delle borse merci locali, creandone una nazionale che sia espressione dei territori del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole. Le quotazioni settimanali andrebbero a raggruppare quelle delle varie borse merci locali, nell’ottica di fornire una unica voce che rappresenti la produzione nazionale. Si spera che possa entrare ufficialmente in vigore nel più breve tempo possibile, rendendo più semplice il confronto con il mercato per i produttori di grano in Italia.
Una voce unica sul mercato significa minore complessità per gli agricoltori…
Esatto…e che si possa seguire bene il percorso delle filiere. Buona parte del grano prodotto nel nostro paese è trasformato al di fuori di un preciso processo di filiera che ne garantisca l’origine e la valorizzazione da parte del consumatore finale. Purtroppo oggi il mondo delle cerealicoltura sta vivendo uno dei momenti più difficili in assoluto nella storia italiana: le importazioni sono più che mai selvagge ed è davvero difficile riuscire a competere con i prodotti provenienti dall’estero. Mi piace pensare ad una immagine dell’azienda media siciliana, estesa per circa 5 ettari….una superficie sulla quale nelle aziende agricole canadesi si vanno a parcheggiare le mietitrebbia. Come può la piccola azienda siciliana competere con quella canadese?
Allora è la filiera che rappresenta l’unica ancora di salvezza per la cerealicoltura italiana: i contratti di filiera possono assicurare il prezzo all’agricoltore che, quindi, è più propenso a lavorare per un prodotto di qualità. L’alternativa è che il nostro grano siciliano venga ammassato senza alcuna specificità e diventi grano di massa, senza caratterizzazione di qualità e valorizzazione adeguata.
La CUN diventerà realta?
Il percorso non è semplice: da una parte ci sono gli agricoltori, dall’altro i grandi marchi, l’industria…purtroppo i tempi si allungano ma l’obiettivo è che ci si arrivi nel più breve tempo possibile. Per ora la sperimentazione è portata avanti dalle proroghe ma lo scopo è che si promulghi la legge definitiva.
L’intervista proseguirà il 5 agosto.
Autore: Azzurra Giorgio
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