La domanda continua ad essere scarsa nelle sale di contrattazione portando a nuovi diffusi cali nelle quotazioni di frumento tenero e duro, farine e sfarinati. Fermi a Milano ed in crescita a Bologna, al contrario, i sottoprodotti della lavorazione.
DOMANDA BLOCCATA DAL CONSUMO
Questi andamenti dimostrano come la mancanza di richiesta scaturisca da un calo al consumo. I trasformatori, infatti, non acquistano poco solo perché coperti dell’offerta proveniente dall’estero, che rimane comunque importante, ma faticano a smerciare. Ciò fa si che il nuovo prodotto lavorato sia poco, dovendo vendere a fatica quanto già trasformato. Ne consegue che si creino pochi sottoprodotti, talmente pochi che, nonostante la domanda non sia abbondante anche per questa merce, la mancanza di offerta porta agli apprezzamenti espressi dal listino di Bologna.
Per quanto riguarda il prodotto primario le variazioni negative continuano su diverse voci, in linea con quanto accaduto nelle ultime settimane. Ciò porta diversi valori vicini al costo di produzione, facendo storcere il naso a molti agricoltori che a queste cifre preferiscono non vendere. Tale scelta potrebbe risultare pericolosa quando saremo più vicini alla raccolta, alla luce di disponibilità vendibili ancora importanti. Queste, se entrassero nel mercato nel medesimo periodo per necessità di stoccaggio, potrebbero dare un’ulteriore spinta in basso alle quotazioni. Certo è, come abbiamo affermato nelle precedenti analisi (leggi), che a questi livelli di prezzo siamo già vicini al limite minimo di valutazione, considerando i costi produttivi. Fino a quando non vi sarà una scossa nel contesto globale, tuttavia, sembra difficile uscire dal mercato ribassista in auge ormai da tempo.
CALI PER MERCATI ODIERNI E FUTURES
Per i frumenti teneri i cali continuano a colpire maggiormente la merce di minor qualità, in ribasso di 2 €/t su Bologna, dove il prezzo era già inferiore, e di 4/5 €/t su Milano. Nella stessa direzione ma più marcati i deprezzamenti dei grani teneri esteri, nell’ordine dei -7/-10 €/t in entrambe le sedi di scambio. In questo caso i cali più bassi investono la merce più qualitativa. Continua il calo omogeneo per tutte le voci dedicate al frumento duro, -5 €/t su Milano e -10 su Bologna. Calano gli sfarinati del frumento duro, – 10 €/t in tutte le voci quotate di ambedue i bollettini eccetto la farina per panificazione su Milano (-5 €/t). Più contenuti i passi indietro delle farine di grano tenero, che restano invariate nel listino di Bologna. Variazioni positive su Bologna, come detto, per due sottoprodotti della lavorazione di entrambi i cereali, crusca e tritello, in crescita di 6 €/t. Le altre voci restano stabili nelle due borse in analisi, ad eccezione del leggero calo (-2 €/t) del cubettato su Milano.
A livello internazionale, per il frumento duro restano invariati i prezzi nominali in Francia (345 €/t merce resa al porto) ed i prezzi spot USA (832,19 cent/bushel, ossia 283,69 €/t per merce consegnata dall’agricoltore al centro di stoccaggio). Riguardo al tenero i mercati a termine sono ancora in calo. A Chicago il future di marzo ha chiuso venerdì scorso a 560,4 cent/bushel (190,87 €/t), perdendo 36 cent/bushel. Per maggio la quotazione attuale è 559 cent/bushel, di poco più basso rispetto al mercato attuale. Anche nelle borse francesi variazioni al ribasso. Il prezzo con consegna a bordo della nave di carico per il frumento panificabile superiore è 220 €/t (-8 €/t), per il panificabile di base 194 €/t (-3 €/t)).
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