Abbiamo chiesto a Roberto Neri, agronomo e consulente su cereali a paglia, a cosa bisogna porre attenzione nella coltivazione di frumento dopo l’andamento meterologico peculiare che abbiamo avuto a partire dal tardo autunno.
Abbiamo gia parlato (leggi l’articolo) dell’inverno particolarmente scarso di precipitazioni e di come il frumento sia in grado di resistere alla siccità invernale attraverso l’attivazione di meccanismi fisiologici. I dati Isac Cnr hanno confermato un calo del 14% delle precipitazioni nel 2023 ed una temperatura superiore di 1,14 gradi C rispetto alla media storica del periodo 1991-2020. Anche l’inizio del 2024 ha riportato temperature più elevate di ben 1,6 gradi C rispetto alla media storica . Il caldo anomalo può favorire il risveglio anticipato delle colture, con fioriture anticipate che rendono ancora più gravosi i danni per un successivo abbassamento delle temperature.
Effetti del meteo sulla pianta
Roberto Neri, infatti, ci ha confermato che «l’andamento stagionale delle ultime tre settimane, caratterizzato da abbondanti precipitazioni fino ad oltre 200mm in certe zone del nord-nord est e, successivamente, da temperature superiori alla media, ha favorito un rapido sviluppo dei cereali soprattutto quando questi erano stati precedentemente concimati. La situazione, oggi, in molti areali cerealicoli presenta coltivazioni in fase avanzata di sviluppo, con un anticipo rispetto alla media di almeno 10 giorni».
Possibili danni alla coltura
Abbiamo già parlato (leggi l’articolo) di come le precipitazioni particolarmente intense potessero influenzare le strategie di concimazione e avevamo dato dei suggerimenti sulle decisioni da prendere. Ma quali possono essere le conseguenze più frequenti di questo anticipo rispetto ai tempi fisiologici dello sviluppo nella pianta di frumento? Roberto Neri prosegue confermandoci che «non sono rari casi di coltivazioni in cui prevedere sin da ora probabili allettamenti».
Possibili soluzioni
Abbiamo chiesto all’agronomo come si può agire in campo per scongiurare il rischio di allettamento che comprometterebbe la mietitura e, quindi, la resa di questa stagione. Roberto Neri conclude dicendoci che «sarebbe, pertanto, consigliabile dove necessario l’impiego repentino di regolatori di crescita». Tali prodotti possono agire sui cereali attraverso l’inibizione della biosintesi delle giberelline, coinvolte nell’allungamento del fusto, ma anche attraverso la promozione della robustezza delle radici e delle strutture dello stelo.
Autore: Azzurra Giorgio
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