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I CEREALI DA ENERGIA HANNO SOFFERTO

Guido Bezzi fa il punto sul raccolto dei cereali vernini destinati alla produzione energetica

Anche i cereali vernini destinati alla produzione di energia, tra biogas e biometano, ha sofferto il complesso andamento meteorologico della stagione 2024-25. I ritardi nelle semine, gli eccessi di precipitazioni e la siccità al meridione hanno causato problematiche qualitative e di resa nelle specie vernine con destinazione energetica. Tra queste, il frumento ha risposto meglio. Guido Bezzi, responsabile Agronomico del CIB, Consorzio Italiano Biogas, fa il punto su questo tema per i lettori di Grano Italiano.

Guido Bezzi, quali considerazioni possono essere fatte sul raccolto dei cereali vernini di quest’anno, in termini produttivi e qualitativi, per la destinazione energetica?

«Il raccolto dei cereali vernini 2024-25 ha risentito dell’annata non particolarmente favorevole. In termini produttivi sia in Pianura Padana che al centro-sud Italia si sono realizzate produzioni medie o, in taluni casi, medio basse (25-35t/ha di biomassa fresca) principalmente dovute all’estremo ritardo (anche a novembre inoltrato) con cui è stato possibile concludere le semine a causa delle copiose piogge autunnali (al nord) o di prolungata siccità (al sud). Questo, come noto per i vernini, ha causato un’emergenza non ottimale, ridotto accestimento e ridotta crescita in altezza.

Al momento del riempimento del seme, inoltre, la prima ondata di caldo di inizio giugno ha contribuito in taluni casi al fenomeno della “stretta” e ad una chiusura del ciclo produttivo anche senza che fosse completato il riempimento seme. Ne consegue che anche a livello qualitativo il prodotto ne ha risentito soprattutto a livello di tenore di amidi ridotto. Queste problematiche sono state sicuramente più evidenti in triticale, orzo e miscugli rispetto a frumento foraggero che ha risposto molto meglio anche alle condizioni non ottimali. Le semine si sono protratte fino a novembre inoltrato ed in alcuni casi dicembre soprattutto nei casi di gestione a doppia coltura in cui anche la raccolta della primaverile precedente è stata estremamente ritardata dalle piogge di settembre/ottobre».

Quali sono le differenze rispetto ai raccolti degli ultimi anni? Anche in termini di superfici dedicate?

«Sicuramente l’annata non favorevole e la complessità di gestione rispetto all’andamento meteo ha determinato la maggiore differenza rispetto alle annate precedenti più che altro in termini di produttività. I cereali vernini nei sistemi foraggeri sono ormai una realtà consolidata sia in termini di superfici che di produttività poiché consentono diversificazione colturale soprattutto quando inseriti in un sistema a doppia coltura.

Hanno la funzione di tenere coperto il terreno nel periodo invernale e, a seconda dell’andamento stagionale, del mercato e della qualità del raccolto, lasciare all’agricoltore la scelta della destinazione del prodotto. Per biogas e biometano sono fra le colture che consentono la migliore integrazione della produzione di energia in azienda agricola poiché possono bene integrarsi nelle normali rotazioni dell’azienda ottimizzandone la capacità produttiva.

In termini di superfici ormai negli anni sono consolidate. Da stime CIB, la superficie di colture dedicate per biogas/biometano in Italia si attesta sui 280-300.000ha di cui almeno il 70-75% in doppia coltura dove i cereali vernini sono colture consolidate».

Come ha giocato l’instabilità meteorologica e, in generale, la complessità che questa ha determinato nello svolgimento delle pratiche agronomiche?

«Come detto in precedenza, l’instabilità meteorologica e la complessità stagionale hanno avuto un ruolo determinante. Le pratiche agronomiche sono state tutt’altro che ottimali, le semine estremamente ritardate e la situazione di struttura dei terreni talvolta al limite della lavorabilità hanno contribuito alle difficoltà poi riscontrate in tutta l’annata» .

 

Foto del CIB.

Autore: Azzurra Giorgio

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