Sono stati pubblicati i dati relativi al Focus Fertilizzanti dell’Osservatorio Agrofarma. Il progetto si pone l’obiettivo di fornire dati e informazioni costantemente aggiornati sullo stato dell’arte dell’agricoltura italiana.
I dati
Innovazione e sostenibilità sono le parole chiave nel mondo dei fertilizzanti. Un primo aspetto messo in luce nel report riguarda l’ottimizzazione nell’uso dei fertilizzanti e una sempre minore dispersione dei nutrienti. Rispetto al resto d’Europa, l’uso di azoto e fosforo negli ultimi 15 anni in Italia è, infatti, diminuito di circa il 7-8%.
«Come Agrofarma, abbiamo sempre evidenziato l’importanza di una integrazione e un uso corretto di tutti i mezzi tecnici per una gestione efficace e sostenibile delle colture. Per questo motivo abbiamo deciso realizzare questo primo focus tematico dell’Osservatorio Agrofarma sul settore dei fertilizzanti, in collaborazione con Assofertilizzanti. Crediamo, infatti, che la nutrizione e la difesa siano due componenti fondamentali di un’agricoltura sana, produttiva e competitiva, ed è fondamentale che l’impegno e i risultati finora ottenuti siano adeguatamente valorizzati» ha dichiarato Paolo Tassani, Presidente di Agrofarma-Federchimica.
La diminuzione nell’uso di fertilizzanti è possibile solo attraverso importanti investimenti nella ricerca di strumenti e processi produttivi sempre più innovativi. Negli ultimi 5 anni, le Imprese produttrici di fertilizzanti hanno destinato 104 milioni di euro per l’efficientamento dei processi produttivi, anche dal punto di vista energetico.
«Il nostro settore promuove costanti attività di ricerca in linea con i principi della circular economy e dell’efficientamento energetico, al fine di garantire produzioni sicure e di qualità per il settore agricolo – ha dichiarato Paolo Girelli, Presidente di Assofertilizzanti-Federchimica –. Tuttavia, solo attraverso un sistema normativo aperto all’innovazione e fondato su solide basi scientifiche sarà possibile garantire la piena sostenibilità del sistema agroalimentare italiano ed europeo».
La voce dell’esperto
Diego Guarise, Area sales manager per il Nord Ovest di Icl Italia, commenta questa diminuzione: «L’uso dei fertilizzanti è diminuito in Italia negli ultimi dieci anni, sia di azotati, che fosfati e potassici. In altri Paesi, come la Spagna, c’è stato invece un incremento nei fertilizzanti, soprattutto per colture come viti, orticole e frutta. Da noi si investe sempre meno nel settore dei cereali, il problema sono i prezzi troppo bassi».
La guerra in Ucraina ha determinato un’impennata nei prezzi del gas e dell’ammoniaca. Ciò ha fatto sì che fertilizzanti come l’urea siano arrivati a costare oltre 1000 euro a tonnellata. Da qui la scelta degli agricoltori di diminuire l’uso dei fertilizzanti azotati.
«Molti hanno ridotto l’uso di fertilizzanti – continua Guarise – per i costi elevati e il maltempo, che incide sulla quantità delle produzioni. Sta aumento invece l’uso dei fertilizzanti in colture specializzate come il pomodoro, ma non compensa le perdite. È come se fossimo su un piano inclinato. Un po’ per le politiche agricole europee di sostenibilità, un po’ per i costi, un po’ per il tempo l’uso dei fertilizzanti sta diminuendo. Tanti impianti di produzione hanno addirittura chiuso».
I fertilizzanti sono la prima spesa che viene tagliata, spiega ancora Guarise. Chi ha animali, cerca di usare i reflui da stalla, utilizzando l’urea solo in copertura. Un cambio di passo che però incidi anche sulla qualità del prodotto.
«Serve maggiore controllo sui prezzi delle materie prime energetiche, come aveva fatto Mario Draghi nel 2022. Oggi su petrolio e gas c’è una forte speculazione» conclude Diego Guarise.
Autore: Rachele Callegari
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