Rallentare i processi di senescenza del frumento, in particolare tra fioritura e maturazione cerosa, è un fattore chiave per sostenere la produttività del frumento. Questo, insieme alla densità colturale e al LAI (area fogliare per unità di superficie), determina la funzionalità dell’apparato fogliare che è minata, nel corso della stagione, non solo dagli stress (idrici, nutrizionali, termici) ma anche dalle malattie fogliari. Ce lo spiega in questo articolo il Prof. Massimo Blandino, docente dell’Università di Torino (DISAFA) e membro del Consiglio Direttivo di AISTEC, raccontandoci di una sperimentazione del suo gruppo di ricerca che ha fatto emergere l’importanza della difesa nel garantire la funzionalità fogliare e le rese in granella.
AISTEC, Associazione Italiana di Scienza e Tecnologia dei Cereali (www.aistec.it) è partner di Grano italiano.
Attenti alla foglia bandiera
Il Prof. Blandino sottolinea come sia soprattutto la foglia bandiera a dover essere protetta, in quanto è l’organo responsabile, nella fase di riempimento, del 30-50% dell’assimilazione di elementi (tra cui le proteine) in granella. E aggiunge: «tra le malattie fogliari, in Pianura Padana il complesso della septoriosi è spesso considerata una problematica chiave per i suoi effetti sulla produttività e, poi, sulla qualità. Oltre alle pratiche agronomiche (n.d.a: ne abbiamo parlato di recente in questo articolo), la lotta diretta basata sui trattamenti con miscele di fungicidi specifici è fondamentale: essa si colloca a partire dall’inizio della levata fino alla fioritura in strategie singole o combinate. Inoltre, i trattamenti tra spigatura e fioritura non hanno solo il ruolo fondamentale di controllare le malattie della foglia bandiera ma anche di controllare la fusariosi della spiga e la contaminazione da deossinivalenolo (DON)».
La sperimentazione
Il Prof. Blandino prosegue: «il nostro gruppo di ricerca ha realizzato una sperimentazione, in provincia di Torino, per verificare la risposta produttiva e qualitativa del frumento tenero in zone del Nord Italia caratterizzate da una rilevante pressione del complesso della septoriosi. Nel corso della prova, in particolare, sono state confrontate diverse strategie di difesa nel potenziare l’attività fotosintetica durante il ciclo colturale».
Dall’analisi dei risultati è emerso come il trattamento alla fioritura abbia permesso una sostanziale riduzione della fusariosi della spiga (-53%) rispetto al testimone non trattato, mentre l’applicazione del fungicida alla levata non ne influenza la gravità dell’attacco. Alla maturazione cerosa, poi, nel testimone non trattato il complesso della septoriosi ha interessato oltre il 27% della superficie fogliare attiva, ovvero della foglia bandiera e della penultima foglia. Un solo trattamento fungicida alla fioritura, invece, ha permesso di ridurre la severità dell’attacco in modo significativo: parliamo di una riduzione del 15%, mentre il doppio trattamento alla levata e alla fioritura ha avuto un impatto di riduzione del 24%.
L’analisi dei risultati della sperimentazione proseguirà domani.
Autore: Azzurra Giorgio
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