Massimo Bertone, titolare della Bertone sementi, ci offre il suo punto di vista sul mercato del seme di frumento per la stagione 2024-25, ormai avviata in tutto il territorio italiano. In un contesto di previsioni difficili in termini di superfici seminate, soprattutto a causa dei ritardi nelle semine dovuti al maltempo, l’aspettativa è quella di un incremento nella coltivazione dei frumenti di forza che nel 2024 hanno offerto una remunerazione maggiore per i produttori, a spese dei panificabili. Approfondiamo i motivi insieme a Massimo Bertone, facendo il punto anche sull’orientamento dell’industria e sulle conseguenze nel mercato della semente.
Massimo Bertone, quali qualità hanno avuto maggiore successo nella campagna di semina che si sta concludendo?
«In questa annata sicuramente abbiamo registrato un incremento nelle semine dei frumenti di forza, giustificato dal divario rilevante di prezzo tra i grani panificabili e di forza, appunto. Come ci si aspettava, i produttori sono stati attratti dal valore di mercato e hanno spostato la quota di produzione. Quando la differenza di prezzo non è sostanziale, i panificabili mantengono un buon livello perchè sono sempre un po’ produttivi e offrono una certa garanzia al cerealicoltore. In questa annata non è successo…la produzione era particolarmente scarsa e la domanda di prodotto di qualità ha spinto i listini a promuovere la granella di qualità superiore. Si parla anche di 7-8€ di differenza… non poco di questi tempi».
E’ una tendenza che si confermerà in futuro?
«E’ sempre più difficile fare previsioni…dipende molto dall’andamento dei raccolti in Italia ma anche nei paesi comunitari come la Francia, un produttore di grandi dimensioni e molto vicino al nostro territorio. Negli ultimi anni prevedere i risultati futuri è sempre più complicato a causa dell’andamento climatico così variabile».
Come si sta orientando l’industria per rispondere al mercato?
«Sicuramente la ricerca si basa, ancora e prima di tutto, sulla produttività e sulla resistenza alle avversità delle piante di frumento: la resa, in particolare, resta il principale obiettivo a cui tendere. La difficoltà diventa abbinare alla produttività desiderata le caratteristiche molitorie che l’industria di trasformazione sta cercando. Mettere insieme i pezzi del puzzle non è semplice: le condizioni di variabilità sono tante e questo è uno dei motivi degli altissimi costi che stanno dietro le attività di sviluppo. Se guardiamo al territorio italiano, ad esempio, un ulteriore elemento di complessità è dato dalla variabilità territoriale, per cui i cereali a paglia rispondono diversamente nei tanti ambienti del paese. Questo per quanto riguarda le varietà tradizionali…sugli ibridi, poi, si guarda a parametri differenti».
Come si inseriscono le TEA in questo quadro?
«Le TEA al momento non sono impiegabili sul mercato: rappresentano un punto interrogativo su cui bisogna attendere come si orienterà la Comunità Europea che, purtroppo, non si sta esprimendo. Sicuramente si tratta di tecniche che permetterebbero alla ricerca di ridurre i tempi in modo rilevante: la ricerca varietale tradizionale richiede anni e anni di incroci e, con essi, costi elevatissimi. Andare oltre l’impiego a carattere scientifico sarebbe auspicabile m a è necessaria una volontà concreta di liberalizzazione da parte dell’Europa».
Leggi il parere di Massimo Bertone sulle semine della stagione 24-25.
Autore: Azzurra Giorgio
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