Prosegue l’analisi su come usare al meglio il glifosate (leggi la prima parte dell’articolo). In questa seconda parte vedremo alcuni esempi dal mondo della produzione integrata di Emilia Romagna, Lombardia e Puglia, per comprendere quali impieghi sono ammessi e con quali limitazioni. Indicheremo anche le alternative ammesse secondo le norme disponibili.
Glifosate in produzione integrata
Vediamo qui come è possibile impiegare il glifosate nei sistemi colturali in cui si sceglie di seguire le norme di difesa integrata. Prendiamo ad esempio tre grandi regioni agricole, importanti per la produzione di frumento tenero e duro nel nostro paese. Qui di seguito abbiamo sintetizzato le indicazioni di impiego e le limitazioni, da tenere ben presente per poter ottenere il bollino di SQNPI (Sistema Qualità Nazionale di Produzione Integrata).
Il caso dell’Emilia Romagna
Il disciplinare dell’Emilia Romagna prevede l’uso del glifosate in pre-semina, contro graminacee e dicotiledoni. Il prodotto può anche essere impiegato in post-raccolta, da solo o insieme a 2,4D; in quest’ultimo caso nel limite di massimo una applicazione tra post-emergenza e post-raccolta. In post-raccolta l’alternativa ammessa è quella dell’acido pelargonico.
Sia in pre-semina che in post-raccolta, per il glifosate vige il limite aziendale di impiego su colture non arboree, per cui ogni azienda per singolo anno (1 gennaio – 31 dicembre) può disporre di un quantitativo massimo di glifosate (riferimento ai formulati 360 g/l) pari a 2 l per ogni ettaro di colture non arboree sulle quali è consentito l’uso del prodotto.
Il quantitativo totale di glifosate ottenuto dal calcolo [2 l/ha x numero di ha ammissibili] è quello massimo disponibile per l’utilizzo su tutte le specie non arboree coltivate nel rispetto della etichetta del formulato. Nel caso di due colture/anno sulla stessa superficie, la quantità di glifosate si conteggia per tutte e due le colture.
Si raccomanda, poi, di non utilizzare il prodotto in modo generalizzato a dosi troppo basse ma piuttosto di adoperarsi per evitarne l’utilizzo dove possibile e impiegare dosaggi corretti dove non ci sono valide alternative, seguendo le indicazioni in etichetta.
Il caso della Lombardia
In Regione Lombardia il glifosate può essere impiegato in pre-semina, contro graminacee e dicotiledoni; altro principio attivo ammesso, in questo caso, è l’acido pelargonico. Si confermano i medesimi limiti di impiego su colture non arboree già visti per l’Emilia Romagna.
Il caso della Puglia
In Regione Puglia, le norme eco-sostenibili per la difesa fitosanitaria e il controllo delle infestanti delle colture agrarie sono aggiornate al marzo 2022 e riportano, per il frumento e l’orzo, la possibilità di impiegare il glifosate in pre-semina. Anche qui si confermano i medesimi limiti di impiego su colture non arboree già visti per l’Emilia Romagna e la Lombardia.
Visita il sito della Regione Puglia dedicato e scarica le tabelle con le norme.
Proprio in Puglia a Grano Italiano sono stati segnalati casi di resistenza di Lolium spp. al glifosate, in particolare negli areali coltivati a frumento duro della provincia di Foggia. Leggi qui le testimonianze che abbiamo raccolto nelle scorse settimane. Il GIRE – Gruppo Italiano Resistenza Erbicidi – segnala casi di resistenza del Lolium spp. verso erbicidi del gruppo G (inibitori dell’ESP sintasi) proprio in Puglia, anche se su colture arboree (noccioleti e uliveti).
Leggi la pagina dedicata al loietto (Lolium spp.) del GIRE – Gruppo Italiano Resistenza Erbicidi.
Autore: Azzurra Giorgio
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