il punteruolo raddoppia il danno
Home » IL PUNTERUOLO RADDOPPIA IL DANNO

IL PUNTERUOLO RADDOPPIA IL DANNO

Come difendere il nostro grano dai curculionidi

I curculionidi, una famiglia di coleotteri incredibilmente vasta, annoverano al loro interno alcune specie che rappresentano una vera spina nel fianco per chi coltiva cereali, soprattutto quando arriva il momento di conservare il raccolto. Pensiamo, ad esempio, al Sitophilus granarius, il famigerato punteruolo del grano, o al suo cugino Sitophilus oryzae, specialista del riso: sono tra i più comuni e, purtroppo, dannosi nemici delle nostre scorte.

Il danno doppio del punteruolo

Ma cosa fanno esattamente questi insetti? Il danno che provocano è duplice. Da una parte, c’è un danno diretto, immediato, causato dal fatto che sia le larve che gli adulti si nutrono avidamente all’interno dei chicchi. Immagina la scena: la femmina depone le uova dentro al chicco, e quando le larve nascono, iniziano a scavare gallerie, mangiando l’endosperma, la parte più ricca di amido, svuotando il chicco un po’ alla volta. Gli adulti non sono da meno: rosicchiano i chicchi, creando dei fori e peggiorando ulteriormente la qualità del cereale. Tutto questo si traduce in una perdita di peso del raccolto, un calo del valore nutrizionale e, cosa ancora più grave, una diminuzione della capacità dei semi di germogliare.

Poi c’è un danno indiretto, più subdolo. È legato al fatto che questi insetti contaminano le nostre scorte con i loro escrementi, con le loro “mute” (cioè le vecchie “pelli” che abbandonano crescendo) e con i resti dei loro corpi quando muoiono. Questa sporcizia favorisce lo sviluppo di muffe e batteri, che a loro volta possono produrre tossine pericolose per la salute, sia nostra che degli animali. E, naturalmente, la presenza di tutti questi insetti e dei loro residui rende il cereale inadatto a essere venduto o trasformato industrialmente.

Proteggerci dal punteruolo

Allora, come possiamo proteggere i nostri cereali da questi piccoli ma voraci nemici? La strategia migliore è quella di un approccio integrato, che unisca la prevenzione a interventi diretti mirati.

Cominciamo dalla prevenzione. Innanzitutto, l’igiene è fondamentale: magazzini e attrezzature di stoccaggio devono essere puliti a fondo per eliminare ogni possibile rifugio per gli insetti. Bisogna rimuovere ogni residuo di cereali, la polvere, insomma tutto ciò che potrebbe fornire loro cibo o riparo. Poi, è importantissimo controllare l’umidità: un ambiente secco (con un’umidità inferiore al 14%) è un ambiente ostile allo sviluppo degli insetti e delle muffe. Aerare periodicamente i magazzini aiuta a tenere bassa l’umidità. Anche la temperatura gioca un ruolo: temperature basse (sotto i 15°C) rallentano lo sviluppo degli insetti. Se viviamo in un clima freddo, possiamo sfruttare le basse temperature invernali per raffreddare i cereali. Infine, è bene evitare di accumulare scorte per troppo tempo: meglio consumare prima le partite più vecchie, per ridurre il rischio di infestazioni. E, naturalmente, tenere sempre gli occhi aperti: ispezionare regolarmente le scorte per individuare subito eventuali presenze sospette. Le trappole a feromoni possono essere un valido aiuto per individuare la presenza dei Sitophilus.

Interventi diretti contro il punteruolo

Se, nonostante tutte le precauzioni, l’infestazione si verifica, bisogna intervenire direttamente. Un’opzione è quella dei trattamenti termici: riscaldare o raffreddare i cereali a temperature estreme può uccidere gli insetti. Il riscaldamento (oltre i 60°C per un certo periodo) è efficace, ma può alterare le caratteristiche del cereale. Il raffreddamento (sotto i -18°C per qualche giorno) è un’alternativa. Un’altra tecnica è quella dell’atmosfera controllata: ridurre l’ossigeno o aumentare l’anidride carbonica nell’ambiente di stoccaggio può eliminare gli insetti, ed è una tecnica adatta ai grandi volumi. L’uso di insetticidi è un’opzione da considerare, ma con molta cautela: meglio scegliere prodotti a basso impatto ambientale e seguire scrupolosamente le istruzioni. Bisogna tenere presente il rischio che gli insetti sviluppino resistenze e l’impatto che questi prodotti possono avere sulla nostra salute e sull’ambiente. Esistono diverse tipologie di insetticidi, da quelli che agiscono per contatto a quelli che vengono ingeriti dagli insetti, fino ai fumiganti, che richiedono particolari precauzioni nell’uso. Infine, una strada interessante è quella della lotta biologica: utilizzare insetti utili, come parassitoidi o predatori dei Sitophilus, è un’alternativa promettente agli insetticidi chimici.

Insomma, la scelta delle strategie migliori per proteggere i nostri cereali dipende da molti fattori: il tipo di cereale, le dimensioni del magazzino, il clima, le leggi locali. L’importante è avere un approccio integrato, fare attenzione e monitorare costantemente la situazione, per prevenire e controllare efficacemente le infestazioni e garantire la qualità e la quantità del nostro raccolto. (Immagine realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale)

Autore: Paolo Bonivento (Trieste – Brescia – Roma – Napoli)

p.bonivento@xyz-lab.it
https://www.xyz-lab.it/

Il Dr. Paolo Bonivento è un Perito Agrario impegnato in attività relative all’entomologia urbana ed agraria. Effettua valutazioni d’impatto ambientale ed ecologico (terrestri, marine e aeree); si occupa della consulenza sull’impiego di strumenti scientifici e tecnici oltre all’identificazione ed al trattamento degli organismi infestanti nonché alla valutazione dei danni alle coltivazioni. La sua attività include anche ambiti forensi con stime generali riguardanti contenziosi ed analisi dei danni.

Iscriviti alla nostra Newsletter e al servizio Whatsapp!

Cliccando "Accetto le condizioni" verrà conferito il consenso al trattamento dei dati di cui all’informativa privacy ex art. 13 GDPR.

Informativa sulla Privacy

Informativa sulla Privacy - WhatsApp

* Campo obbligatorio