Il nostro viaggio in Italia prosegue in Calabria: qui, sul versante ionico, la provincia di Crotone produce grano duro destinato per la maggior parte all’industria pugliese, e paglie destinate agli allevamenti di bovine da latte situati in diverse province della regione. Questa terra è vocata tradizionalmente anche all’orticoltura, in particolare alla coltivazione di pomodoro e del celebre finocchio IGP di Isola di Capo Rizzuto. Quest’anno, però, la siccità della stagione sta mettendo a dura prova i cerealicoltori crotonesi, ponendo in grosse difficoltà anche gli allevatori. Le rese di granella sono molto variabili, da picchi in positivo di 5-6 ton/ ettaro, a valori disastrosi di 1 ton/ ettaro, con una media che non supera le 2-3 ton/ ettaro di granella (vedi le foto della galleria in fondo). A dircelo è Pietro Megna, titolare dell’omonima azienda agricola, cerealicoltore ma anche contoterzista. Oltre ai suoi terreni, quindi, è riuscito a darci una testimonianza su un territorio molto ampio, che sfiora i 1000 ettari coltivati a grano.
In Calabria tutta la filiera fa fatica
“Quest’anno” ci spiega, “ricorda per molti versi il 1994: non ho visto valori così bassi di resa neanche nel 2022. Purtroppo l’ultima volta che abbiamo visto piogge è stato nel novembre 202… vediamo buone rese solo in quei campi che sono stati seminati precocemente, in ottobre, oppure dove si è potuto seminare successivamente a pomodoro o altre orticole, avvantaggiandosi di una buona fertilità residua”. Pietro Megna ci racconta che molti cerealicoltori, come è avvenuto anche in Sicilia, hanno deciso di non procedere nemmeno alla trebbiatura, cosa che sta mettendo in difficoltà l’intera porzione di filiera coinvolta. Dagli agricoltori, che non ricaveranno nulla dagli investimenti fatti, ai contoterzisti, fino agli stoccatori e ai mulini. Le difficoltà per la mancanza di entrate si paleseranno presto. “Inoltre” prosegue Pietro Megna, “è in difficoltà anche il settore degli allevamenti di vacche da latte della regione: la nostra zona, infatti, rifornisce di paglie le tante realtà che ci sono in Calabria, non solo nella nostra provincia”.
La filiera garantisce 5€/ ton in più
Pietro Megna ci racconta anche che nella sua zona non è diffusa la mentalità dei contratti di filiera, come invece avviene nelle regioni del nord. “Questo incrementa le difficoltà di questa stagione difficile” ci dichiara, “quegli agricoltori che hanno stipulato contratti di filiera per il loro grano duro ad oggi riescono a spuntare circa 5€/ ton in più, stando ai prezzi attuali. Questo margine è fondamentale in una stagione in cui le rese sono molto basse e coprire i costi diventa davvero complicato”.
L’unione fa la forza
La situazione calabrese ricorda molto da vicino quella siciliana, di cui abbiamo parlato già sulle nostre pagine (leggi l’articolo). Il ruolo delle forme di aggregazione tra gli attori della filiera, così come la stipulazione di contratti di filiera, tornano sempre più fortemente nelle parole dei cerealicoltori con cui parliamo. Sulle nostre pagine abbiamo raccontato il ruolo delle Organizzazioni di Produttori (leggi l’articolo) e di come il supporto ai contratti di filiera può essere modulato al meglio, secondo Fernando Di Chio (leggi l’articolo). L’unione fa davvero la forza in agricoltura? Il settore è certamente il più esposto alle variabili metereologiche e ambientali, nonchè alla variabilità climatica che sempre più ha impatto nei nostri areali. Andando verso la chiusura di questa annata agraria, avremo sempre più elementi per capirlo.
Foto di Pietro Megna
Autore: Azzurra Giorgio
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