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«TROPPE INFESTANTI ASSEDIANO IL DURO»

Di Chio (Sis) fa il punto sulle minacce nei campi di grano duro in Puglia

Abbiamo già detto che le semine di grano duro sono in ritardo e che le fitopatie non si sono sviluppate moltissimo, quest’anno. Con Fernando Di Chio (Sis) affrontiamo il tema degli insetti nocivi al raccolto e delle infestanti.  Secondo Di Chio la problematica dell’attacco degli insetti non è mai stata presa seriamente in considerazione a causa della bassa intensità dei danni causati tanto da non richiedere mai trattamenti specifici.

La minaccia degli afidi

Tra gli insetti fitofagi ci sono gli afidi: gli afidi sono insetti di piccole dimensioni nell’ordine di pochi mm appartenenti all’ordine dei Rincoti e alla famiglia degli Afididi. Le specie che causano i danni principali sono:

  • Metopolophium dirhodum
  • Rhopalosiphum padi.
Il primo di colore verde-chiaro, il secondo invece di colore nero o marrone scuro. La loro capacità di nutrirsi succhiando la linfa delle piante causa enormi perdite produttive ,sia quantitative e qualitative. Inoltre, sono responsabili della trasmissione di alcuni virus tra cui quello del nanismo giallo dell’orzo (BYDV) (ci riferiamo a  Rhopalosiphum padi). Le piante colpite tendono ad ingiallire ed a diventare appiccicose a causa della produzione di melata. Si tratta do una sostanza zuccherina che è in grado di attirare altri insetti, quali le formiche, e che può anche favorire lo sviluppo di funghi come la “fumaggine” che compromette ancora di più lo stato delle piante colpite.

Le cimici e gli altri

Altri insetti dannosi sono le cimici Aelia Rostrata e Eurygaster Maura dove creano danni sia gli adulti che le forme giovanili. Le punture si rilevano sulle foglie, sui culmi e sulle spighe, con danni sia qualitativi che quantitativi. Infatti, le farine ottenute da cariossidi infestate risultano essere di pessima qualità, non adatte nè alla panificazione nè alla pastificazione. Tuttavia, nelle ultime annate non si sono riscontrati danni economicamente rilevanti. Per i Tripidi, invece (Haplothrips tritici), si sono rilevate presenze significative e le punture causano la caratteristica macchiettatura della cariosside, rendendo le semole non adatte al processo di pastificazione. Il lema è stato osservato (Oulema melanopus ) per la presenza di striature longitudinali sulle foglie ma non ha causato perdite significative di produzione, se non qualche danno di natura estetica. Infine lo zabro gobbo (Zabro tenebroides ) è stato ritrovato in alcune zone della provincia di Foggia: le sue larve sono in grado di scavare gallerie all’interno dei culmi. Questo ha determinato ingiallimenti, rendendo le piante deboli e favorendo l’eventuale accesso di altri patogeni in grado di aumentare il danno. Il controllo dei principali insetti del grano – ricorda il tecnico – avviene in primo luogo mediante l’impiego di pratiche agronomiche corrette quali:
  • rotazione delle colture
  • l’impiego di varietà resistenti agli afidi ed ai virus trasmessi.
Anche l’introduzione di nemici naturali, quali sirfidi e coccinelle, può essere utile per ridurre le popolazioni presenti. Si può affermare che è fondamentale, comunque, seguire un approccio integrato che combini metodi chimici, biologici e agronomici. E’ importante, infine, scegliere quando è necessario l’impiego di insetticidi che abbiano un impatto minimo sull’ambiente e che, allo stesso tempo, siano efficaci.

Le piante concorrenti

«Un problema molto più importante che affligge la granicoltura pugliese è rappresentato dalle infestanti soprattutto nelle province di Foggia e Bari dove sono presenti diverse popolazioni appartenenti ai generi Lolium, Avena e Papaver con resistenza multipla a diversi meccanismi d’azione degli erbicidi per cui diventa molto difficile il contrasto a queste malerbe. Fra le dicotiledoni citiamo Sinapis spp resistenti agli erbicidi della classe delle Solfoninuree, Cirsium arvense, e Sylibium marianum (cardo campeste e cardo mariano). Il loro contrasto reso già difficile dalla presenza di un apparato radicale profondo e dalla capacità di riproduzione vegetativa è ulteriormente reso complicato dal fatto che alcuni disciplinari di produzione integrata e biologica non consentono più l’utilizzo si sostanze attive molto efficaci come il Clopiralid» racconta Di Chio. Le strategie di controllo delle infestanti sono di tipo agronomico quali:
  • rotazione della colture,
  • falsa semina,
  • impiego di semente certificata,
  • alternanza di lavorazioni superficiali e profonde,
  • sovescio.
e riguardano la gestione dei mezzi chimici, attraverso:
  • l’alternanza di erbicidi con diverso meccanismo d’azione,
  • l’impiego delle dosi corrette di prodotto riportate in etichetta,
  • la scelta della corretta epoca di trattamento.

La rotazione in Puglia

Nella regione Puglia la pratica della rotazione colturale è molto diffusa: in particolare nel foggiano con un’alternanza grano duro – ortaggi (pomodoro soprattutto), nelle Murge invece con un’ alternanza grano duro – leguminose da granella (cece, favino, pisello proteico) con innegabili vantaggi dal punto di vista agronomico, sulla gestione degli infestanti, sulla nutrizione del suolo: da ricordare infatti che le specie leguminose con il loro apparato radicale sono in grado di fissare l’azoto atmosferico per poi metterlo a disposizione come nutrimento per le colture.
Nella stagione appena iniziata 2025-2026 si prevede un’ulteriore decrescita degli Ha investiti a grano duro, a causa delle gravi problematiche legate al prezzo del prodotto. Un’ alternativa molto valida si sta rivelando l’orzo, per cui in alcuni casi negli anni passati, nonostante i prezzi bassi, si è arrivati a produrre 60-70 q/Ha.
Autore: Alessandro Contini
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