Cosa preoccupa di più i cerealicotori per la prossima stagione del frumento, in particolare sul fronte della difesa? Nell’attuale situazione di contesto, preservare produttività e qualità è fondamentale, per poter massimizzare i ricavi a prezzi decisamente poco incentivanti. Abbiamo ascoltato cerealicoltori dal Nord al Sud Italia e, in questo articolo, riportato le testimonianze significative che ci danno un’idea di quanto i contesti dei sistemi cerealicoli italiani siano variegati e complessi. Dalla variabilità meteorologica, alle infestanti resistenti agli erbicidi, le problematiche vanno affrontate con professionalità e investimenti in tecniche, prodotti e mezzi. Vediamo qualche esempio dal Piemonte alla Sicilia, passano per le Marche.
I grattacapi di Alessandria
Roberto Gavio ci conferma che nella prossima campagna del frumento tenero investirà una superficie ridotta rispetto al solito, inferiore a quella della campagna scorsa. I motivi sono sempre quelli legati alla redditività che il frumento, secondo Gavio, non riesce più a garantire.
In questo contesto, l’agricoltore ci dice che l’andamento meteorologico sarà fondamentale sul fronte delle patologie e degli insetti parassiti, perchè ogni anno è diverso dall’altro. Nella scorsa stagione, ad esempio, non ci sono state particolari criticità perchè il clima è stato relativamente fresco e ventilato quasi fino alla fine del ciclo vegetativo. Gli interventi fungicidi e insetticidi effettuati correttamente e nei tempi canonici, ci dice, hanno controllato efficacemente laddove era necessario. Per la prossima campagna si vedrà come si svilupperanno malattie fogliati e insetti parassiti: è tutto molto imprevedibile a causa della estrema variabilità meteorologica attuale. Sul fronte insetti, nella zona ci si può aspettare la presenza della cimice che, seppur con intensità altalenante, è sempre stata rilevata negli ultimi anni.
Una ulteriore preoccupazione, conclude Roberto Gavio, è legata alle piogge: le precipitazioni insistenti sono state causa di dilavamento dell’azoto del terreno, dal un lato, e hanno impedito l’ingresso in campo per le operazioni programmate, dall’altro.Le piogge, quindi, si rivelano un elemento critico per garantire efficacia ed efficienza delle pratiche agronomiche, in cui l’innovazione può giocare un ruolo determinante.
Resistenze anche nelle Marche
Andiamo nelle Marche, con la testimonianza di Andrea Pettinari, della Società Agricola Costa, che gestisce un’azienda di circa 600 ha in provincia di Macerata. Il cerealicoltore esce da una stagione particolarmente positiva, con rese medie oltre i 70 quintali/ ettaro su una estensione di 280 ettari seminati a frumento duro.
Le problematiche che ci segnala Andrea Pettinari rispetto al suo areale sono in primo luogo legate al fenomeno, estremamente diffuso, delle infestanti resistenti. Tra le malerbe più preoccupanti ci sono il loietto ma anche il papavero. Le soluzioni che l’agricoltore applica per combattere la problematica sono una strategia con Diflufenican e Clortoluron in pre-emergenza o post-emergenza precoce e la pratica dell’aratura in fase di preparazione dei terreni.
Una ulteriore criticità è quella della ricomparsa, nella zona, delle virosi: in questo senso, gli agricoltori locali mantengono le date di semina non troppo anticipate, affinchè le patologie non si presentino.
La Sicilia si difende bene grazie al clima
Giovanni Giacone Starrabba, cerealicoltore e Dirigente di Confagricoltura Agrigento, ha una azienda a Santa Margherita di Belice (Agrigento) in cui dedica il 60% delle superfici a cereali, in particolare frumento duro. Gli altri terreni sono coltivati a lenticchie, ceci e altre colture azotofissatrici utili anche nell’avvicendamento colturale.
Nella prossima stagione, le semine di grano duro nelle sue terre sono destinate a ridursi a causa del prezzo del grano eccessivamente basso. La redditività è sicuramente una criticità importante in questo particolare momento congiunturale, che desta più preoccupazioni della difesa dalle malattie. Questo anche perchè il clima dell’isola è particolarmente favorevole, con regimi secchi nelle fasi in cui le patologie hanno più probabilità di emergere.
L’agricoltore ci conferma che anche le infestanti non destano eccessivi problemi: tipiche della zona sono l’avena fatua e l’aneto, ma con un trattamento eseguito nel momento opportuno, si scongiurano i danni alla coltura. Piogge primaverili inattese potrebbero ridare vigore alle malerbe ma si tratta di una possibilità remota.
Per coloro che non possono effettuare diserbi, come gli agricoltori in regime biologico, Giacone Starrabba ci racconta che si riesce a sopperire attraverso la scelta di varietà a taglia alta, “antiche”, con una capacità di levata più rapida rispetto alle infestanti. In tal modo, il frumento ha la meglio nella competizione per le risorse, avvantaggiandosi e togliendo luce, spazio e nutrienti alle malerbe.
In alto: immagine generata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.
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